[26/05/2010] News

Rapporto sulle illegatilità ambientali: stabili i reati, in aumento denunce e arresti

LIVORNO. Chiamarlo Rapporto ecomafie come fa da anni Legambiente o chiamarlo Rapporto sul contrasto all'illegalità ambientale come ha fatto oggi il ministero dell'ambiente, poco importa.

Quello che è importante sottolineare e criticare - come ha sempre fatto greenreport in questi anni - è per esempio il fatto che questi rapporti omettono di ricordare quello che non è stato fatto in 10 anni sul fronte della gestione corretta del ciclo integrato dei rifiuti. Che significa per esempio impianti al servizio della raccolta differenziata, oppure moduli per rifiuti speciali all'interno delle discariche che dovevano essere realizzati per legge e che invece non esistono ancora. E non è stato mai creato, soprattutto, un mercato per i prodotti realizzati dal materiale riciclato frutto delle raccolte differenziate: perché tra le cose che non si sono fatte c'è anche una politica volta al riutilizzo dei materiali riciclati, sia provenienti dai rifiuti urbani sia dal settore dei rifiuti speciali.

Altri due aspetti vanno premessi: il primo è che questi rapporti non tengono mai conto dell'effettivo esito giudiziario, che spesso si esaurisce nel nulla di fatto confermando soprattutto il caos normativo esistente, il secondo è che i rifiuti speciali sono almeno 4 volte i rifiuti urbani ma vengono bellamente ignorati da istituzioni, comitati e associazioni ambientaliste.

Di certo c'è anche che il ministero Prestigiacomo presentando in pompa magna il suo rapporto sulle illegalità ambientali ha sicuramente sbagliato i tempi, scegliendo proprio il momento in cui il governo sta approvando il ddl intercettazioni con il quale tantissimi dei reati ambientali di cui s'è gonfiata la bocca, non potranno essere più scoperti, come ha giustamente evidenziato l'esponente del Pd e presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci, invitando la Prestigiacomo a opporsi al ddl intercettazioni e al «condono mascherato» inserito nella manovra fiscale.

Ma veniamo ai numeri. Secondo il rapporto presentato oggi nel 2009 sono stati effettuati oltre 12 mila controlli in cui sono state riscontrate attività illecite, con oltre 10 mila persone denunciate, 188 arresti e circa 2800 sequestri. «Significa -spiega il ministro - che ogni giorno dello scorso anno in media sono state accertate oltre 30 illegalità ambientali, ogni giorno denunciate 29 persone, effettuati 7 sequestri e che ogni 2 giorni una persona è stata arrestata».
I casi di inquinamento del suolo rappresentano la fonte di reati più gravi che ha indotto quasi il 90% degli arresti effettuati nel 2009, ben 163 con 2759 denunce a fronte di 1652 controlli che hanno rivelato azioni illegali.

«Le ecomafie - prosegue Prestigiacomo - rappresentano il fronte più preoccupante e complesso, perché se un'organizzazione criminale svolge il suo business in campo ambientale, i rifiuti tanto per fare l'esempio più comune e frequente, può farlo solo entrando in relazione con il sistema produttivo e con le istituzioni; con chi produce i rifiuti da smaltire e con chi dovrebbe controllarne e verificarne il corretto smaltimento. E' una attività di tipo mafioso che contamina la parte sana della società creando un intreccio legalità/illegalità spesso difficile da dipanare, moltiplicando il numero dei soggetti coinvolti, anche estranei alle cosche, e provocando con criminale indifferenza enormi conseguenze sull'ambiente, le falde, i territori, gli ecosistemi».

Nel rapporto i dati del 2009 vengono paragonati a quelli del 2008ed emerge una sostanziale stabilità del numero delle illegalità rilevate, che anche nel 2008 hanno superato le 12 mila, ma un incremento del 31% degli arresti, del 17 % dei sequestri e del 13% delle denunce.

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