[27/05/2010] News

Obama: stop trivellazioni in Alaska e finalmente nel Golfo del Messico la falla è stata chiusa!

LIVORNO. Grazie all'operazione 'Top Kill', in corso nel Golfo del Messico per sigillare il pozzo petrolifero della Bp, la fuoriuscita di greggio si è per il momento fermata. Lo ha detto l'Ammiraglio Thad Allen, responsabile per le operazioni di contenimento, precisando però che è troppo presto ancora per cantare vittoria. E Greenpeace annuncia una vittoria nella battaglia contro la "cosa nera" come ormai gli ambientalisti Usa chiamano il petrolio: domani il presidente Barack Obama dovrebbe annunciare ufficialmente la sospensione delle trivellazioni in Alaska fino al 2011 e nel frattempo il presidente ha licenziato Elizabeth Birnbaum, responsabile dell'agenzia per le trivellazioni (Mms), perche'non ha agito correttamente.

Il licenziamento sarebbe stato deciso dal presidente americano convinto che l'Mms non ha fatto il suo lavoro ed è stata complice della Bp nello sminuire i fatti. La decisione dopo la stima dei Servizi geologici: dal pozzo sono usciti tra 12 e 25mila barili/giorno,al 17 maggio tra 130 e 270mila barili

«Intanto, però - dice Greenpeace - si consuma l'ennesimo paradosso. Mentre il petrolio nel Golfo del Messico continua a fare danni, a essere incriminati sono gli attivisti di Greenpeace, che tre giorni fa si sono sollevati contro l'industria del petrolio chiedendo al governo di fermare le perforazioni offshore, e non la Bp».

Il 24 maggio 7 attivisti di Greenpeace avevano assaltato la Harvey Explorer a Port Fourchon, in Louisiana, utilizzando il petrolio sversato per scrivere sulla fiancata della nave "Artic next"? "Sarà l'Artico il luogo del prossimo disastro?". La nave è una di quelle noleggiate dalla Shell proprio per iniziare a luglio le contestatissime esplorazioni  petrolifere al largo dell'Alaska, in un mare che presenta condizioni meteorologiche estreme. Gli attivisti sono stati tutti arrestati  e poi rilasciati ma incriminati di reati molto gravi.

Per Giorgia Monti, responsabile mare di Greenpeace Italia, «Si tratta di una reazione assolutamente sproporzionata di fronte a una protesta pacifica. E' assurdo che si utilizzi una tale severità contro chi protesta in maniera pacifica mentre nessun responsabile della BP è stato incriminato per la devastazione causata  nel Golfo del Messico».

Ma naturalmente quelli di Greenpeace Usa non si sono fatti spaventare: hanno fatto irruzione addirittura alla Commissione risorse naturali della Camera dei Rappresentanti Usa dove hanno srotolato davanti ad un allibito segretario agli interni Ken Salazar ed al suo vice David Hayes  uno striscione con su scritto  con il greggio finito nel Golfo del Messico: "Salazar: Ban Arctic Drilling". Un altro striscione con la scritta "Obama Ban Arctic Drilling" è stato esposto mentre passava il corteo presidenziale che portava il presidente Usa ad un'iniziativa elettorale proprio nella Bay Area per sostenere la rielezione della senatrice Barbara Boxer.

In molti pensano che la sicurezza Usa si stia innervosendo perché non riesce a fermare le "provocazioni" degli ambientalisti che stanno puntando direttamente sulle Big Oil e sui massimi livelli politici statunitensi. Intanto Greenpeace sta diffondendo nuove immagini sull'ecocidio in corso sulle coste del Golfo del Messico, come quelle dei pellicani bruni, uccelli che appaiono sulla bandiera della Louisiana, ricoperti di catrame.

«E' ormai evidente a tutti che i rischi legati a questo tipo di operazioni sono troppo alti sia per l'ambiente che per le popolazioni.- Spiega Monti-  Eppure questo disastro sembra stia insegnando ben poco ai governi. Bloccare le perforazioni nell'Artico fino al 2011 è sicuramente un passo importante, ma nel Golfo del Messico dopo l'affondamento della Deepwater Horizon sono state concessi almeno diciannove permessi di trivellazione. Per proteggere i nostri oceani e il futuro del nostro pianeta, è necessario fermare definitivamente ogni progetto offshore e abbandonare la strada dei combustibili fossili».

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