[10/08/2009] News

Sentenza corte costituzionale sulla Tia: e ora chi (e se) dovrà rimborsare l'iva?

LIVORNO. Il passaggio dalla tassa rifiuti alla tariffa, previsto dal decreto Ronchi già nel 1997, deve essere nato proprio sotto una cattiva stella.
Un processo lento, difficile e per cui a più riprese si è intervenuti prorogandone l'applicazione in maniera obbligatoria su tutto i comuni, come è avvenuto anche con l'ultimo decreto mille proroghe che la rimanda al 2011, ha oggi un nuovo ostacolo. Una sentenza della Corte costituzionale (la 238/2009) stabilisce infatti che la tariffa che 1193 comuni (al 2008) hanno adottato è in realtà da considerarsi ancora una tassa e pertanto non è lecito applicarvi l'Iva.

Una sentenza che arriva dopo diversi pronunciamenti che ci sono stati nel corso degli anni, anche contrastanti, e che adesso metterà in seria difficoltà quei comuni che hanno chiesto in maniera illegittima la quota Iva ai contribuenti.

Una questione che muove interessi che riguardano ben 17 milioni di cittadini e tutti gli operatori che gestiscono il servizio dei 1193 comuni che hanno abbandonato la tassa per la tariffa.

Con la conseguenza che si potranno richiedere rimborsi da capogiro. La somma in gioco dipenderà da quanto i gestori hanno richiesto per il servizio ai comuni e sui quali si è applicata l'Iva al 10%, pertanto è difficile quantificarla, ma considerando che alcuni comuni hanno adottato la tariffa già dal 2000 è facile prevedere che si tratta di cifre davvero considerevoli e tali d mandare in tilt i bilanci di praticamente tutte le aziende dei servizi nei comuni che hanno optato per questa scelta.

Una soluzione potrebbe essere quella di prevedere un aumento retroattivo della tariffa per coprire la quota Iva che dovrebbe essere rimborsata e tornare quindi a pari, ma questa soluzione se da una parte si potrebbe giustificare con il principio che la tariffa deve coprire tutti i costi di gestione, dall'altra potrebbe contraddire l'altro principio che l'applicazione della tariffa non debba significare aumenti superiori agli indici d'inflazione programmata.

Un bel problema che oltre alle utenze domestiche coinvolge - e lì sono i maggiori problemi-anche quelle private, su cui le cifre potrebbero essere anche più consistenti.

Adesso si dovrà capire se si dovrà rimborsare e chi dovrà farlo, se dovranno essere i comuni, i gestori o l'Agenzia delle entrate e questo non si potrà stabilire in sede diversa da quella governativa.

Ma intanto sembra che nei confronti della trasformazione da tassa rifiuti in tariffa il futuro possa essere ancora più incerto di quanto non sia stato sino ad ora e se da ora in poi dovrà essere considerata a tutti gli effetti un tributo sarà assai difficile utilizzarla, come in alcuni casi si era cominciato a fare, come una leva per indirizzare verso buone pratiche nella gestione dei rifiuti.

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