[09/06/2010] News toscana

A proposito di buona pianificazione del territorio

FIRENZE. Finalmente il clima è mutato. Ed è evidente che non facciamo riferimento alle alterazioni della Cella di Hadley, né al surriscaldamento globale. Ma, più modestamente, al dibattito sull'urbanistica degli ultimi giorni. Prima l'assessore Marson, poi il presidente Rossi hanno sottolineato quale sia la posizione della Regione Toscana intorno all'annoso problema del consumo di suolo. Stop alla cementificazione del territorio, stop alla rendita e alla speculazione immobiliare. Sì al rilancio delle attività manifatturiere, sì alla green economy, sì alla riqualificazione e soprattutto al recupero del patrimonio edilizio esistente.

C'è di che stropicciarsi gli occhi, senza dubbio. Pare infatti che una parte consistente delle nostre tesi congressuali 2007 sia entrato effettivamente nell'agenda politica dell'istituzione regionale. Vale la pena, allora, pur rimarcando ancora qualche consistente distanza su autostrada Tirrenica e nodo fiorentino TAV, rilanciare le nostre proposte.

1) Stop al consumo di suolo. Per noi ciò significa preservare con cura tanto le colline, quanto quel che resta del paesaggio costiero ed insulare. La nostra proposta è quella di prescrivere l'inedificabilità assoluta entro 2 km dalla linea di costa. Il che si traduce ad esempio nel rispetto dei vincoli più elementari dei nostri parchi. Da qui peraltro la nostra meraviglia per la meraviglia che desta Tozzi quando punta vigorosamente i piedi come qualsiasi buon presidente di Parco dovrebbe fare. Al di là delle polemiche sterili, la sostanza è che "non cementificare" significa non cementificare. E sfidiamo chiunque a dimostrare che all'Elba negli ultimi anni non si sia esagerato con le seconde e terze case! Quindi, Tozzi tenga duro e non si preoccupi della levata di scudi contro di lui.

2) Recupero e riqualificazione. Per noi il NO all'espansione edilizia si traduce in grande attenzione per il già costruito, come ha anche ottimamente sottolineato ieri la presidenza di Ance Toscana. Significa privilegiare innanzitutto il riuso dell'esistente, il recupero dei nostri centri antichi, spesso abbandonati e/o degradati. Come l'avvio della "rottamazione" d'interi quartieri urbani (di nessun significato architettonico) e per di più energivori e fatiscenti. La nostra recente mostra "Green life - Costruire città sostenibili" di Milano, lo dimostra. A Friburgo, a Copenhagen, a Stoccolma è possibile ammirare aree urbane a bassissima intensità di carbonio, quando non addirittura completamente affrancate dal traffico automobilistico (i cosiddetti quartieri "car free"). Anche in Toscana la parola d'ordine deve pertanto essere "qualità". Sulla vivibilità dei nostri quartieri, sulla mobilità sostenibile (ciclopedonale, metroferrotramviaria, pubblica) possiamo e dobbiamo finalmente scommettere come nelle grandi, civili città nordeuropee!

3) Paesaggio e rinnovabili siano alleati nell'ambientalismo del XXI secolo. Anche su questo dobbiamo pretendere che il gverno si sbrighi a redigere le attesissime linee guida per l'inserimento dell'impiantistica FER sui territori. Questa è la condicio sine qua non con la quale approcciare la materia. Ben sapendo che ogni tipologia di progetto ha i suoi impatti, che l'impatto zero è una chimera che non abbiamo mai rincorso, e soprattutto che il nemico principale (storico oseremmo dire, se la vicenda non assumesse qua e là i caratteri della farsa) oggi è l'energia nucleare. Che qualcuno a Roma inopinatamente vorrebbe di nuovo propinarci. Quindi la preghiera che facciamo è che PIT paesaggistico e PIER interagiscano affinché si parta dalla vocazione di ciascun territorio, per poi permettere che si pianifichi, si valuti, ed infine si progetti, sempre nel migliore dei modi.

4) Difendere la "specialità" dei parchi e delle aree protette. In questa temperie di considerazioni, non possiamo certo dimenticare il ruolo e le funzioni strategiche dei parchi e, più in generale, di tutte le aree naturali protette. Nessuno vuole sottovalutare l'enorme valore di una buona pianificazione ordinaria, ma occorre anche non disperdere l'importante esperienza di tutela e di sviluppo locale che hanno accumulato i nostri parchi. Saperi, sapori, identità locali, cultura materiale, beni artistici e monumentali. Un patrimonio che non fatico a definire unico al mondo. E che, a ben vedere, è il cuore di quel futuro sostenibile e desiderabile che Legambiente (con tutte le sue articolazioni territoriali) propone nelle sue tante campagne di mobilitazione popolare.
Naturalmente, non ci rimane che augurare buon lavoro alla giunta Rossi, al presidente e alle due valide componenti del team esecutivo regionale, Bramerini e Marson. Legambiente è naturalmente sin d'ora disponibile al confronto su questi e quant'altri temi emergeranno dal dibattito politico regionale.

* direttore Legambiente Toscana 

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