[10/06/2010] News

Bruxelles introduce la certificazione di sostenibilità lungo la filiera di produzione dei biocarburanti: ma l'adesione è volontaria

FIRENZE. Anche se in modo un po'contorto l'Europa introduce di fatto la certificazione lungo la filiera di produzione dei biocarburanti. Si tratta di una certificazione di sostenibilità  introdotta dalla Commissione europea a cui potranno fare ricorso in modo volontario industre, governi, Ong. In realtà si tratta di una certificazione "semi-volontaria" perché i biocarburanti non etichettati sostenibili, potranno essere prodotti, importati, venduti, ma non verranno calcolati nel quantitativo che ogni Paese deve utilizzare per essere in linea con la direttiva sulle rinnovabili. Si ricorda che gli stati membri si sono impegnati a usare, entro il 2020, il 10% dei carburanti utilizzati nei trasporti prodotti a partire da fonti di energia rinnovabile e i sussidi, ancora indispensabili per sostenere il mercato, saranno destinati solo ai carburanti verdi che rientrano nei parametri comunitari.

Il sistema di certificazione in tutta la filiera produttiva sarà controllato per verificare che gli standard fissati dall'esecutivo comunitario siano rispettati. A tal fine è previsto un sistema di auditing, questo  obbligatorio, con esperti indipendenti che verificheranno annualmente la documentazione di certificazione e faranno ispezioni a campione sul ciclo di produzione: coltivazioni in campo, aziende e importatori. La Commissione avrà poi l'ultima parola per promuovere o meno i sistemi di certificazioni che le verranno proposti.

L'occasione della revisione del testo sulla direttiva delle rinnovabili è servita alla Commissione europea per apportare alcune modifiche in senso restrittivo e fornire alcuni chiarimenti. E' stato specificato che i biocarburanti non possono essere prodotti a partire da materie prime derivanti da foreste tropicali o da aree deforestate dopo il 2008, da paludi o da aree ad alta biodiversità. Per quanto riguarda le piantagioni di olio di palma Bruxelles chiarisce che  non si possono considerare come foreste e quindi, se hanno sostituito delle foreste, queste produzioni non si possono definire sostenibili. D'altro canto la Commissione puntualizza che solo il 4- 5% dei biocarburanti europei è prodotto con olio di palma, mentre il restante 95% è utilizzato nel settore alimentare e industriale.

Infine, è stata stabilita la tabella di marcia per i conteggi delle emissioni. «I carburanti verdi dovranno permettere di ridurre da subito del 35% le emissioni di gas ad effetto serra rispetto a quelle di diesel e benzina. Percentuale che dovrà salire al 50% nel 2017 e al 60% nel 2018 per i nuovi impianti. Nel calcolo si terrà conto non solo del CO2, ma anche delle emissioni di metano e di protossido di azoto, gas ancora più dannosi» specificano da Bruxelles.

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