[15/06/2010] News

La Bulgaria “congela” la centrale nucleare di Belene: non ci sono euro e rubli

LIVORNO. La notizia è passata sotto silenzio nonostante il nostro presidente del Consiglio Silvio Berlusconi fosse a Sofia ad inaugurare una lillipuziana statua di Garibaldi proprio mentre il governo di destra della Bulgaria annunciava un paio di grossi sgarbi al suo amico Vladimir Putin: la Bulgaria ha "congelato" nuovamente i lavori di costruzione delle centrale nucleare di Belene (Nella foto) che sta realizzando l'impresa statale russa Atomstroyexport e ha stracciato l'accordo per l'oleodotto transbalcanico.

Il premier populista Boiko Borisov ha detto all'agenzia Bgnes che «Occorrono investimenti stranieri. Non è chiaro quando la Bulgaria recupererà il suo denaro investito nella centrale nucleare di Belene. Siamo pronti a discutere del prezzo degli investimenti con chiunque la voglia». Insomma, Boiko sente puzzo di bidone nucleare e non si fida (a dire il vero non si è mai fidato) dei russi che dovrebbero dotare la centrale di Belene di due reattori da 1.000 MW.

La destra bulgara, forse anche in vista delle elezioni, si tinge di nazionalismo verde e non ci ha pensato due volte a rimettere in discussione quello che Mosca considera uno dei più importanti progetti di cooperazione russo-bulgaro in campo energetico, d'altronde Atomstroyexpor si è aggiudicata nel 2008 una gara da 4 miliardi di euro per costruire la centrale.

Nel 2009, i tedeschi della Rwe, che detenevano il 49% del capitale di Belene, si sono ritirati dal progetto dopo che la destra di Borisov aveva vinto le elezioni annunziando che avrebbe cercato in tutti i modi di ridurre la parte dello Stato (51%) fino al 20%, poi il governo di Sofia aveva proposto agli investitori stranieri di comprare il 31% delle quote della centrale, ma nessuno si è fatto avanti. Visto dalla Bulgaria e dalla frontiera della crisi europea il rinascimento nucleare sembra impantanato nelle sabbie mobili dei costi che uno Stato non può sostenere, e se il governo non ci sta la famosa imprenditoria energetica scappa a gambe levate, Berlusconi fa finta di niente e Putin lascia i suoi tecnici a sorvegliare il bidone congelato. 

Ma il governo bulgaro in campo energetico sembra scatenato: ha annunciato che non realizzerà il progetto dell'oleodotto transbalcanico che aveva concordato con Russia e Grecia nel 2007 e che avrebbe dovuto trasportare il greggio russo in Europa  evitando l'attraversamento della Turchia. «La Bulgaria rinuncia al progetto dell'oleodotto Burgas-Alexandropolis» ha detto il  premier bulgaro che aveva appena incontrato gli ambasciatori dei Paesi Ue per avvertirli della decisione di abbandonare il progetto a causa delle proteste della popolazione della regione di Burgas ed anche perché «L'oleodotto dovrebbe attraversare delle riserve naturali». Borisov non ha mancato di sottolineare i pericoli del petrolio evidenziati dall'incidente della piattaforma offshore della Bp nel Golfo del Messico, per il capo del governo Bulgaro «L'efficienza del progetto viene messa in dubbio».

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