[17/06/2010] News

Macerie aquilane

GROSSETO. «È stata una giornata bellissima» con queste parole il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ha commentato la manifestazione che ieri ha visto irrompere prima nelle strade della città e poi occupare l'autostrade ventimila cittadini.

Nonostante tutti gli sforzi, compreso l'annuncio della proroga di ulteriori sei mesi per il pagamento delle tasse, proprio alla vigilia, la manifestazione che si è svolta ieri a L'Aquila dimostra per dirla con le parole della ex-presidente della provincia abruzzese, Stefania Pezzopane, «la situazione è talmente grave che l'ipnosi mediatica a queste latitudini non ha più effetto».

Anzi diventano grotteschi i tentativi, immediatamente svelati, di far credere che la ristrutturazione vada avanti. Come è successo per la facciata della Basilica di Collemaggio, che venerdì scorso di fronte alle telecamere è stata presentata come restaurata grazie ai lavori della ricostruzione,  salvo poi scoprire dai cittadini ormai stanchi di essere raggirati che quegli interventi di restauro erano iniziati già nel 2007, ben due anni prima del terremoto. 

«Il Governo ha osato troppo, ha abusato anche della gratitudine che pure c'era. Scrive ancora la Pezzopane dalle colonne de l'Unità- Alla manifestazione di ieri c'erano tutti gli aquilani che non vogliono più essere presi in giro».

Le macerie, 4,5 milioni di tonnellate, disseminate tra le strade del centro storico dell'Aquila e dei quarantanove comuni dell'area del cratere sismico, sono ancora là. Nonostante i proclami del ministro dell'Ambiente che i primi di marzo, all'indomani della protesta del popolo delle carriole aveva promesso che «nei prossimi giorni comincerà, se necessario con l'ausilio dei mezzi dell'Esercito e dei Vigili del Fuoco la delicata operazione di trasporto dei materiali nei tre siti di stoccaggio temporaneo già individuati ed in un quarto che si sta definendo».

Ma è lo stesso assessore alla Protezione civile della regione Abruzzo, Daniela Stati, sua compagna di partito, a evidenziare che «non c'è stata quella accelerazione che ci si auspicava» e dà ragione all'assessore comunale aquilano, Alfredo Moroni, che aveva denunciato l'inerzia tanto che «dopo l'intervento dell'Esercito non solo la rimozione non ha subito un'accelerazione, ma addirittura un rallentamento».

«Con le nostre sole forze, nei quattro mesi precedenti l'intervento del governo, alla fine di gennaio- aveva sottolineato Moroni - eravamo riusciti a rimuovere circa 70 mila tonnellate. Per lo più nel centro storico. Ora i lavori di rimozione procedono molto più lentamente. Sono appena diecimila le tonnellate di macerie tolte di mezzo da loro».

Il Tavolo Ambiente, costituito a fine 2009 da Regione, Provincia, Comune dell'Aquila, Arta e Forze dell'ordine, dopo una prima ispezione per individuare i siti idonei dove fare lo smistamento delle macerie per avviarle poi alla filiera di trattamento, e quelli dove installare impianti per il trattamento degli inerti per produrre aggregati riciclati, avevano indicato tre aree di proprietà pubblica, adeguate alla prima fase. Una era l'ex Teges di Paganica, una a Bazzano (frazione dell'Aquila) e una a Barisciano, queste ultime due in via di allestimento. Per la seconda fase, il Tavolo Ambiente aveva giudicato idonei 6 siti abruzzesi (in parte cave dismesse, in parte cave ancora in attività con porzioni da riempire) tutti privati, che avrebbero quindi dovuto essere messi a gara.

Ma dice Daniela Stati «l'individuazione di altri siti per i depositi temporanei delle macerie non ci sono stati e la soluzione di Barisciano non si materializza» e aggiunge che «di questi progetti era stata definita da mesi la progettazione preliminare e realizzate le indagini geologiche del sito interessato e probabilmente, alla data odierna, sarebbero stati già attivati l'area di stoccaggio provvisorio ed il previsto trattamento delle macerie ai fini del riciclaggio».

E mentre ancora si discute di liberare le strade delle macerie, e per dare il via alla ristrutturazione degli edifici sarebbe sufficiente spostarne almeno un terzo, nell'ambito del "laboratorio urbanistico per L'Aquila" messo in piedi  dall'Istituto Nazionale di Urbanistica e dall'Associazione nazionale centri storici e artistici, si svolge oggi il quinto workshop, degli otto complessivi previsti, "Tornare ad abitare la città". I primi quattro incontri "La ricostruzione dei centri storici", "Una nuova armatura urbana", "Reti di continuità ecologica" e "Bilancio energetico della ricostruzione"  - fanno sapere in una nota i due enti  - hanno dato risultati lusinghieri dal punto di vista della partecipazione del mondo scientifico e disciplinare e di quello istituzionale e associativo. Il primo obiettivo del ciclo dei workshop è stato quindi raggiunto, attraverso il coinvolgimento concreto della cultura urbanistica italiana sul tema del tutto nuovo della ricostruzione di una capitale regionale con un eccezionale centro storico e un sistema insediativo complesso e articolato di altissimo valore storico, ambientale e paesaggistico.

L'obiettivo finale di questo laboratorio è quello di mettere a disposizione delle amministrazioni locali, e dei commissari incaricati per la ricostruzione un vero e proprio libro bianco che possa servire da punto di riferimento per la complessa fase che dovranno affrontare.

E' inoltre in fase di costruzione il sito www.laboratoriourbanisticoaquila.eu sul quale saranno date informazioni dettagliate sulle attività e attraverso il quale sarà possibile effettuare il download del materiale tecnico - informativo.  

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