[17/06/2010] News

Dall' Ue arrivano le linee direttrici per il calcolo degli stock di carbonio nel suolo

LIVORNO. L'Ue redige le proprie linee direttrici per il calcolo degli stock di carbonio nel suolo. La Commissione europea con decisione pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi ha completato le regole previste nella direttiva del 2009 (la numero 28) relativa alla promozione dell'uso dell'energia rinnovabile.

La direttiva del 2009 stabilisce le regole per il calcolo dell'impatto dei gas a effetto serra di biocarburanti, bioliquidi e carburanti fossili di riferimento, che tengono conto delle emissioni risultanti da modifiche degli stock di carbonio a seguito della modifica della destinazione dei terreni. Mentre è la direttiva (98/70/CE) sulla qualità della benzina e del combustibile che comprende le regole corrispondenti per quanto riguarda i biocarburanti.

Quindi, il legislatore Ue del 2009 definisce il metodo per calcolare l'impatto delle emissioni di gas a effetto serra e individua le regole per calcolare le emissioni annualizzate delle variazioni degli stock di carbonio derivanti dalle modifiche di destinazione del terreno. E lo fa sulla base delle Linee del 2006 del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) per gli inventari nazionali dei gas a effetto serra. Una serie di regole, però, dirette all'istituzione di inventari nazionali dei gas a effetto serra che non si presentano in una forma facilmente applicabile dagli operatori economici. Ecco perché secondo la Commissione quando nelle linee guida Ipcc per gli inventari nazionali dei gas a effetto serra mancano le necessarie informazioni per la produzione di biocarburanti e di bioliquidi o quando tali informazioni non sono accessibili è opportuno basarsi su altre fonti scientifiche di dati.

Per esempio, per i suoli minerali, la metodologia Ipcc per il carbonio organico nel suolo costituisce un metodo appropriato da utilizzare a questo scopo in quanto riguarda il livello mondiale. Mentre per i suoli organici, la metodologia Ipcc riguarda in particolare la perdita di carbonio dovuta al drenaggio dei terreni e prende in considerazione solo le perdite annuali. Ma, dato che il drenaggio dei terreni comporta una consistente perdita di stock di carbonio che non può essere compensata dalla riduzione dei gas a effetto serra consentita da biocarburanti o bioliquidi e dato che il drenaggio delle torbiere (nella foto) è vietato dai criteri di sostenibilità fissati nella direttiva del 2009, la Commissione stabilisce delle regole generali per determinare gli stock di carbonio nel suolo o le perdite di carbonio nei suoli organici.

Per il calcolo degli stock di carbonio nella biomassa vivente e nelle materie organiche morte, invece, un metodo appropriato per la Commissione può essere costituito da un approccio a bassa complessità corrispondente alla metodologia Ipcc per la vegetazione. Conformemente a tale metodologia si presume che tutti gli stock di carbonio presenti nella biomassa vivente e nelle materie organiche morte si perdano al momento della conversione dei terreni.

Le materie organiche morte hanno generalmente poca importanza nella conversione dei terreni per determinare le colture destinate alla produzione di biocarburanti e bioliquidi, ma se ne deve tenere conto almeno per le foreste dense.

Infine, per calcolare l'impatto della conversione dei terreni sulle emissioni di gas a effetto serra, la Commissione fornisce dei valori standard per i tipi di clima e tipi di suolo più comuni. Tutto ciò al fine di rendere gli operatori economici in grado di utilizzare i valori effettivi degli stock di carbonio associati alla destinazione dei terreni di riferimento e alla destinazione dei terreni dopo la conversione.

 

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