[18/06/2010] News toscana

Riforma Ato, maggioranza e opposizione promettono di collaborare

GROSSETO. Continua l'attività di consultazione del Consiglio regionale toscano in merito alla questione delle autorità d'ambito per i rifiuti e le risorse idriche che per effetto di una recente norma saranno aboliti entro il dicembre di quest'anno.
Ieri la commissione Ambiente ha infatti incontrato l'assessore Anna Rita Bramerini per capire quale sarà l'orientamento della regione chiamata a definire chi e come dovrà svolgere i compiti sino ad ora assolti dalle stesse Ato.

Un incontro in cui è emerso un approccio «consapevole e collaborativo» si legge nella nota del consiglio regionale e dove «nel rispetto delle reciproche posizioni politiche tutti i consiglieri hanno sottolineato l'importanza di questo momento, sia per l'attuazione della norma nazionale che prevede l'abolizione degli Ato, sia per l'urgenza di evitare rischiose situazioni di emergenza».

Un approccio che era già stato evidenziato nella precedente audizione degli Ato rifiuti da parte della commissione Ambiente e che ha riconfermato il presidente Vincenzo Ceccarelli: «in quest'opera di riforma, senza esitazione, occorre con chiarezza stabilire chi fa che cosa e correre e recuperare il tempo perso, per evitare di arrivare a situazioni di emergenza. Comunque, adesso c'è consapevolezza e bisogna legittimare il lavoro che gli Ato stanno facendo».

L'assessore all'Ambiente per il necessario lavoro di revisione normativa, richiesto dalla norma nazionale che abolisce gli Ato, ha chiesto una «corsia preferenziale» in consiglio regionale, cosa che potrà avvenire secondo Paolo Marcheschi e Andrea Agresti (entrambi del PdL) se continuerà il metodo della leale collaborazione già attuato nella passata legislatura tra la Giunta e la VI Commissione, che - secondo Marcheschi - potrà avere anche un importante ruolo propositivo prima della fine dell'anno per l'attuazione della legge che abolisce gli Ato.

L'assessore, nella sua relazione, ha informato sullo stato dell'arte relativamente alle varie competenze assegnate e ha ricordato anche la mole di attività svolta negli ultimi due anni e mezzo, a partire da riforme importanti come quelle dell'Agenzia regionale dell'ambiente e della riduzione degli Ato dei rifiuti.

«Mentre procedevamo alla riorganizzazione -ha detto l'assessore- il legislatore nazionale ha abolito gli Ato e ci ha imposto un'ulteriore riorganizzazione sia per il settore dei rifiuti che per quello delle acque».

Per le acque ha sottolineato la Bramerini «siamo in una situazione più tranquilla, fatta eccezione per l'Ato 1, perché le concessioni scadono a tempi molto lunghi ed i gestori sono in grado di continuare gli investimenti».

Più complessa invece la situazione per i rifiuti «perché non sono in corso le gare. Per questo - ha affermato l'assessore - ho chiesto agli Ato di lavorare con solerzia fino a fine anno. Dobbiamo trovare la risposta entro il 2010. Purtroppo, il quadro normativo nazionale non è ancora fermo. Infatti, sta scadendo la delega per l'attuazione del D.Lgs 152, ci sono ancora in ballo l'attuazione della direttiva europea ed il decreto Calderoli».

In questo contesto così mobile spetta comunque alla Regione «approntare una riforma per ridisegnare le funzioni degli Ato all'interno della nostra cornice istituzionale e senza incorrere in problemi di costituzionalità. Poi si può anche integrare con gli strumenti che concentrino e rafforzino i due settori, creando più efficienza, migliori architetture di gestione, progressivamente aggregate nel rispetto della concorrenza e della tutela dei cittadini».

L'assessore all'ambiente ha poi ricordato che tra gli impegni da prendere c'è anche quello di arrivare alla stesura del nuovo piano regionale dei rifiuti, unico per urbani e speciali.

«Il settore dei rifiuti è quello più a rischio - ha affermato Andrea Agresti- e non dobbiamo avere pause. La nostra collaborazione ci sarà se non si perdono di vista due effetti importanti: ridurre i costi e tutelare il cittadino per non caricargli le inefficienze del sistema».

Posizione ribadita anche dal collega di partito Paolo Marcheschi per il quale nell'azione di revisione, razionalizzazione e riorganizzazione la Toscana deve avere coraggio, anche perché la legge nazionale ha fornito un percorso praticabile. «Non dobbiamo -ha detto- salvaguardare privilegi e giochi territoriali se non dimostrano di avere efficienza. In questo la Regione ha un ruolo essenziale. Intanto, bisogna separare dalle tariffe i costi degli investimenti».

Per quanto riguarda il settore delle risorse idriche l'assessore ha voluto sottolineare la necessità di un approccio globale delle decisioni. «Non dobbiamo limitarci alla pianificazione del percorso tra la captazione e la depurazione, ma guardare ciò che succede anche a monte e a valle. Per questo - ha detto- propongo di fare un testo unico che ridisegni e chiarisca le competenze sulla difesa del suolo dentro il quale collocare la riforma dei Consorzi di bonifica i quali sono pezzetti di una catena molto più articolata».

In merito a questo punto, l'assessore ha affermato la necessità di operare in termini di semplificazione, riduzione costi, accorpamenti, con l'obiettivo della funzionalità ma per mantenere quelle competenze sul territorio.

Contrario alla soppressione dei Consorzi di bonifica si è dichiarato anche Agresti affermando che «vanno valutati per quello che fanno e su come svolgono le proprie funzioni per mantenere attivo il patrimonio idraulico minore» e ha sottolineato che nella riorganizzazione degli Ato del servizio idrico integrato è essenziale che vi sia almeno un coordinamento regionale.

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