[11/08/2009] News toscana

Firenze tra possibili "nuovi casi Monticchiello" e abusi edilizi

FIRENZE. Abbiamo parlato ieri dell'intervento urbanistico che è in procinto di avviarsi presso il ponte alla Badia, lungo il torrente Mugnone alle pendici della collina di Fiesole: 60 appartamenti su circa un ettaro e mezzo di superficie, per tre corpi di fabbrica. Gli appartamenti saranno costruiti dall'Istituto universitario europeo per sviluppare la ricettività nei confronti dei molteplici ricercatori che ivi giungono da varie parti d'Europa.

Abbiamo spiegato anche i motivi che destano perplessità sull'intervento (vedi link in fondo alla pagina), focalizzandoci tra le altre cose sui dubbi che un intervento urbanistico alle pendici della collina di Fiesole non può non sollevare, anche alla luce del fatto che l'area in questione è una specie di "cuneo edificabile" che si spinge all'estrema periferia di Firenze e circondato da aree a vincolo di inedificazione.

Ciò che preme sottolineare non è tanto la collocazione bidimensionale dell'intervento, ma soprattutto quella tridimensionale: osservando la fotografia allegata, che è presa dal sito del museo della Scienza, ma è praticamente la visuale che si avrà affacciandosi dal lato del fiume Mugnone dalle nuove case, si può capire che l'area di cantiere è praticamente l'ultimo minuscolo tassello di pianura, e ad una distanza di venti metri, oltre il fiume, inizia il pendio.

Una questione di lana caprina? Non propriamente, poiché a Firenze è in vigore (fino dal Prg Vittorini del 1993) un'azione di protezione delle colline da insediamenti edilizi che si esprime tramite lo strumento urbanistico chiamato "Parco delle colline": niente a che vedere con le aree protette, naturalmente, ma solo il nome che viene dato nel Prg alle aree collinari inedificabili.

In teoria queste considerazioni non sono inerenti alla questione delle case alla Badia, che sono in corso di essere realizzate in pianura e derivano da regolare iter autorizzativo. In pratica, però, forse le cose non stanno così: questo perchè dall'altra parte della collina di san Domenico (piccola contrafforte del colle di Fiesole) è attualmente bloccato dall'autorità giudiziaria un altro intervento edilizio, di impatto ben più ampio di quello alla Badia, e soprattutto in un'area effettivamente "collinare" e non "adiacente" alle colline: si tratta di un progetto per una casa di riposo per anziani portato avanti dal gruppo Prosperius, gestore di un ampio sistema di sanità privata molto noto a Firenze.

Il progetto per la casa di riposo prevedeva una certa quantità di sbancamenti della collina, ma ad un certo punto (seconda metà del 2007) è emerso che gli sbancamenti si erano spinti oltre i limiti concordati, per esigenze di cantiere. Le indagini conseguenti hanno portato alla luce che erano in corso lavori finalizzati alla costruzione non di una casa di riposo, ma di una vera e propria clinica privata, e ovviamente la scoperta dei vari tipi di abusi ha portato al sequestro dell'area, poi parzialmente dissequestrata: la proprietà ha richiesto una sanatoria per l'abuso ambientale e una variante urbanistica per la trasformazione del progetto in clinica privata, e attualmente l'iter delle due pratiche è fermo.

Ma, a parte gli sviluppi successivi, come è stato possibile autorizzare l'intervento in una zona collinare? La storia è spiegata in un articolo dell'edizione fiorentina di "Repubblica" del 19 febbraio 2008: in poche parole, l'iniziativa di approvare l'intervento deriva dalla Regione, che nel 1992, mentre a Firenze era in corso la discussione sul piano Vittorini, concesse la costruzione in attesa del "nulla osta" finale che spettava al comune come da legge urbanistica. Nulla osta che giunse nel 2001, dopo anni di fervente discussione.

Ecco quindi che da una parte della collina di san Domenico è in corso un intervento regolare, ma che solleva forti dubbi, mentre dall'altra parte (ad una distanza di poco più di un km in linea d'aria) è attualmente bloccato un intervento già dubbio di suo, nato da una vacanza legislativa colmata appena qualche mese dopo la sua prima autorizzazione, e che poi si è trasformato in corso d'opera in un abuso ambientale ed edilizio.

Due sono le considerazioni che nascono da questa vicenda, ed entrambe sono finalizzate a capire la volontà e la capacità che la nuova giunta comunale ha di portare avanti la tutela delle colline intorno a Firenze, un'azione urbanistica che alla salvaguardia della bellezza del paesaggio e della vivibilità del capoluogo toscano aggiunge un forte indotto economico, per ovvi motivi legati all'incidenza del turismo sull'economia della città e della Regione.

La prima considerazione riguarda, appunto, l'auspicio che la tutela sulle colline fiorentine sia rafforzata e garantita, sia nel senso di un limite all'edificazione legale (che, almeno secondo le normative vigenti, è già pressoché esclusa fin dai primi pendi), sia nei confronti di abusi edilizi e ambientali analoghi al caso della clinica/casa di riposo. In particolare, occorre considerare che interventi come quello del ponte alla Badia rappresentano il posizionamento degli ultimi tasselli edilizi all'interno di un mosaico che, nella periferia nord-est così come da altre parti di Firenze (si pensi alla collina del piazzale Michelangelo e alle alture adiacenti), è praticamente colmo, e l'auspicio è appunto che, comunque vada l'intervento alla Badia, i decisori politici locali si esprimano successivamente con forza nella direzione di un "poi basta così, le colline sono intoccabili e tali resteranno".

Altra considerazione riguarda il rapporto tra Firenze e i privati: una questione che dall'area di Castello (attualmente sotto sequestro) si spinge fino agli interventi alla Badia e alla clinica privata: tra le lacune della scorsa amministrazione e dei tecnici da essa incaricati, molti hanno annoverato quella che è stata chiamata una certa "timidezza" nei confronti delle richieste edilizie dei privati. E va ricordato anche che in certi casi più che di "timidezza" siamo stati di fronte probabilmente a vere e proprie collusioni, anche se occorre attendere le conclusioni delle indagini in corso per giungere a conclusioni certe.

Il secondo auspicio è quindi, ricordando che sulla «dignità» di Firenze davanti alle pressioni dei privati si è speso più volte il nuovo sindaco Renzi, che da ora in poi la forza contrattuale della città in sede di discussione urbanistica sia maggiormente tutelata di fronte alle richieste dei privati: e questo, anche se naturalmente la questione è complessa, appare un punto irrinunciabile per garantire a Firenze il proseguimento di una strategia urbanistica che ha avuto lacune notevoli, ma anche l'enorme merito di salvaguardare quei valori aggiunti che rendono il capoluogo toscano meta turistica di valore mondiale, tra cui spicca la tutela delle colline intorno alla città.

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