[18/06/2010] News

Il Mar Nero sarą ancora pił nero? Accordo Rosneft-Chevron

LIVORNO. La tragedia petrolifera del Golfo del Messico sembra poco più di un fastidioso contrattempo per le multinazionali petrolifere del pianeta, statali o private non importa. Ieri il vice-premier russo Igor Setchin ha annunciato che gli investimenti nel progetto della compagnia russa Rosneft e dell'americana Chevron nel Mar Nero, dopo le prospezioni geologiche, ammonteranno a un miliardo di dollari.

Ma dopo l'estrazione di petrolio in uno dei mari più inquinati del mondo, con vaste "zone morte" sui fondali, potrebbe richiedere investimenti ancora più grandi: «Se concluderemo che è utile proseguire questa cooperazione - ha detto Setchin - Questi investimenti potranno anche superare i mille miliardi di rubli (circa 33 miliardi di dollari). Essenzialmente questi fondi saranno a carico del gruppo petrolifero americano».

I progetti Rosneft nel Mar Nero sono nella fossa di Tuapse, e nel "cordone" di Chatski.

Già a fine ottobre 2009 Rosneft aveva annunciato di voler trovare delle compagnie petrolifere straniere che finanziassero i suoi progetti petroliferi sulla piattaforma continentale del Mar Nero e il suo amministratore delegato, Sergei Bogdantchikov, aveva spiegato: «Vorremmo che i nostri partner stranieri partecipassero alle nostre attività. Questa regione è molto attraente per loro».

Allora Bogdantchikov assicurò che la maggior parte delle multinazionali petrolifere occidentali avevano già preso conoscenza dei progetti di Rosneft in un mare chiuso e tra i più trafficati del mondo, dove gli incidenti petroliferi ed i naufragi delle carrette russe e degli altri Paesi ex sovietici si sprecano. Comunque i negoziati come la compagnia petrolifera statale russa sono andati avanti e la Chevron ha realizzato questo nuovo matrimonio petrolifero tra l'oligarchia energetica putiniane e gli ex nemici capitalisti americani.

Ma non è finita: a maggio Rosneftha e la Crescent Petroleum degli Emirati Arabi Uniti hanno firmato un accordo di partenariato strategico che prevede lo sfruttamento in comune c di campi petroliferi in Paesi terzi. «Questo accordo getta le basi per la realizzazione in comune di progetti iin materia di prospezione e sfruttamento di giacimenti nel Medio Oriente e in Africa».

L'efficacia dell'operazione dovrebbe essere garantita dall'esperienza nazionale di Rosneft e dai petrodollari della Crescent Petroleum che gli hanno permesso di sfondare come operatore sul mercato internazionale.

Insomma, lo Stato-mercato-energetico russo, vende del suo e si offre all'estero, alla ricerca di partenariati energetici nelle due più grandi regioni petrolifere del mondo: Russia e Medio Oriente.

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