[21/06/2010] News

Un piano d’azione africano per salvare il 96% degli scimpanzé orientali

LIVORNO. Un nuovo piano d'azione dell'Iucn, "Eastern Chimpanzee (Pan troglodytes schweinfurthii): Status Survey and Conservation Action Plan: 2010-2020", finanziato dalla Wildlife conservation society (Wcs), Arcus Foundation e Daniel K. Thorne Foundation, potrebbe salvare il 96% delle popolazioni di scimpanzé orientale, mettendo fine alla caccia ed al commercio illegali di uno dei parenti più stretti dell'essere umano. Infatti lo scimpanzé orientale condivide il 98% dei geni con l'Homo sapiens e per questo è una tra le grandi scimmie più studiate. E' classificato come specie minacciata di estinzione nella Lista Rossa dell'Iucn  e vive in habitat molto frammentati di Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Sudan, Uganda, Ruanda, Burundi, Tanzania e Zambia.

Il Piano è stato elaborato proprio in accordo con gli Stati dell'Africa orientale e centrale che ospitano le popolazioni residue di Pan troglodytes schweinfurthii, prevede azioni concrete contro la caccia, la perdita di habitat, le  malattie e la cattura di cuccioli di scimpanzé per il commercio di animali domestici. Secondo il Piano dovrebbero essere istituite 16 aree protette nelle zone  che ospitano il 96% delle popolazioni note di scimpanzé orientale.

Si pensava che la popolazione di questi primati fosse ridotta a circa 50.000 individui ma che recenti stime le farebbero salire a 200.000 e Liz Williamson, coordinatrice della  Species survival commission great ape dell'Icn, spiega: «Siamo a conoscenza della distribuzione e l'abbondanza di solo un quarto della popolazione mondiale di scimpanzé orientale. Ci sono vaste aree del bacino del Congo dove si sa molto poco su questa scimmia. Il piano individua i settori chiave per le indagini future che potrebbero essere importanti per  gli scimpanzé»

Secondo il principale autore del Piano, Andrew Plumptre, il direttore dell' Albertine Rift Program  della Wcs, «Questo sforzo per valutare lo stato degli scimpanzé orientale ci aiuterà a concentrare le nostre azioni di salvaguardia in modo più efficace. Nei prossimi dieci anni, speriamo di ridurre al minimo i rischi per queste popolazioni e di supportare la loro diversità ecologica e culturale».

Se i due principali obiettivi restano quelli della lotta alle due più grandi minacce per la specie, caccia e commercio illegali, il Piano prevede anche la riduzione del tasso di perdita di habitat forestali; una migliore conoscenza di distribuzione, status e minacce degli scimpanzé; un miglioramento della comprensione dei rischi sanitari che corrono le popolazioni di scimpanzé, comprese le malattie trasmissibili dell'uomo; un appoggio maggiore da parte delle comunità locali alla salvaguardia di questi primati e la garanzia di un finanziamento sostenibile alle aree protette che salvaguarderanno gli scimpanzé orientali.

James Deutsch dell'Africa Program della Wcs è convinto che «Il piano richiederà un notevole sostegno da parte della comunità globale, ma garantirà la sopravvivenza degli scimpanzé orientali nei loro habitat naturali. La conservazione delle popolazioni selvatiche è importante non solo per la salvaguardia della natura, ma anche per la sopravvivenza delle culture degli scimpanzé della regione che sono preziose per aiutarci a definire il nostro posto nel regno naturale».

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