[22/06/2010] News

Ban Ki-moon al G20: senza sostenibilità ambientale e sociale non può tornare la crescita

LIVORNO. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, alla vigilia del summit del G20, ha preso atto della fragilità mantenimento del sistema economico globale edha scritto una lettera ai leader dei maggiori Paesi industrializzati e in via di sviluppo per chiedere loro di concentrarsi nell'elaborazione delle recovery strategies per uscire da questa crisi infinita, «Su sviluppo, crescita verde e necessità dei più vulnerabili. Incoraggio il sostegno alle iniziative che sosterranno gli sforzi per il recupero globale, rafforzando nel contempo la stabilità economica, la sostenibilità ambientale e realizzazione degli Obiettivi del millennio per lo sviluppo (Mdg). I leader del G20 si incontreranno il 26 e 27 giugno a Toronto, in Canada, un secondo vertice è previsto per novembre a Seoul, Repubblica di Corea. Il meeting di Toronto si terrà subito dopo il G8 canadese del 25 giugno di di Huntsville, in Ontario.

Nella sua lettera Ban Ki-moon sottolinea che l'elevata disoccupazione, i prezzi dei prodotti alimentari e delle materie prime e le disuguaglianze persistenti, hanno contribuito a un aumento sostanziale della fame, della povertà e delle conseguenti tensioni sociali: «Ora più che mai, gli investimenti per più poveri del mondo sono necessari per recuperare il terreno perduto nel perseguimento di obiettivi dello sviluppo, compresi gli Mdg».

Ban ha convocato un vertice a New York per settembre, sperando che i leader mondiali in quell'occasione si impegnino davvero per azioni concrete per raggiungere gli Mdg, a cominciare dal dimezzamento della povertà e della fame a dal rafforzamento dell'istruzione primaria e dalla salute materna e dei bambini. La data già fissata 2015 per il raggiungimento degli Mdg si sta infatti allontanando con il proseguire della crisi nei Paesi industrializzati.

«Con uno sforzo unitario ed investimenti mirati, i progressi nella salute materna e infantile potrebbero arrivare al traguardo - ha detto il segretario dell'Onu - Esorto i leader mondiali a intraprendere un'azione decisiva per porre fine alla vergognosa realtà della mortalità infantile e materna».

Ban ha sottolineato che la ripresa economica sta procedendo a velocità diverse in tutto il mondo e che è ancora fragile in molti Paesi e che l'approccio "one-size-fits-all" non funziona: «Basandoci sulla nostra esperienza collettiva , il modo migliore per migliorare il quadro per una crescita forte, sostenibile ed economicamente equilibrata, è quello di mettere davanti e al centro lo sviluppo e di investire in una ripresa economica verde per tutti. Accolgo pertanto con favore l'intenzione del G20 di ampliare la sua attenzione includendo lo sviluppo nei prossimi mesi e al vertice di Seoul nel novembre 2010. Tale approccio può aiutare a affrontare la sicurezza alimentare ei cambiamenti climatici , garantendo nel contempo la creazione di occupazione».

In un editoriale scritto per il quotidiano panarabo Al Hayat Ban Ki-moon invita i leader mondiali a concentrarsi sul lavoro di qualità: «E' tempo di concentrarsi su investimenti di buon senso nei green jobs. Un recupero economico non è significativo solo se le persone lo apprendono sul giornale. Le donne che lavorano lo devono vedere nella propria vita e nei loro mezzi di sussistenza».

Per Ban i governi dovrebbero interessarsi soprattutto del benessere delle donne, le più colpite dalla crisi, che sono il «Cemento sociale» sia delle famiglie che delle imprese e delle comunità: Ma soprattutto i Paesi ricchi e devono mantenere le promesse già fatte, come ad esempio il raddoppio degli aiuti allo sviluppo in Africa.

Domani Ban renderà noto il rapporto "Voices of the vulnerable - Recovery from the ground up" di Global Pulse, sui progressi e le lacune degli Mdg che, insieme alla valutazione internazionale pubblicata la settimana scorsa dal Programma di sviluppo dell'Onu (Undp) fornisce un'istantanea del mondo in termini di raggiungimento degli Obiettivi del millennio.

Dai documenti viene fuori che, anche se ci sono stati sforzi notevoli in molti Pesi, non sempre sono riusciti a soddisfare le necessità immediate dei poveri e dei più vulnerabili e, nonostante l'entità dei pacchetti di stimolo, le famiglie in difficoltà hanno subito un onere sproporzionato per la crisi economica.

«La storia della relazione è piuttosto semplice - spiega Robert Orr, segretario generale per la politica di pianificazione dell'Onu - Nella misura in cui c'è una ripresa globale in corso, in gran parte proviene dal dinamismo del mondo in via di sviluppo. Ma non per questo, la cosa dovrebbe essere interpretata come il fatto che non ci sia allo stesso tempo una grande quantità di sofferenza in corso nel mondo in via di sviluppo. In realtà, nonostante alcuni indicatori macroeconomici positivi, in un certo numero di economie dei paesi in via di sviluppo che stanno spingendo l'economia globale in questo momento, i cittadini di molti di questi Paesi soffrono in modo sproporzionato. Il messaggio del segretario generale che porteremo a Toronto è che qualsiasi recupero dovrà essere costruito da zero, e che i leader devono adoperarsi per garantire una crescita che sia inclusiva, verde e basato su una popolazione in salute».

Sulla base di modelli di sviluppo ai quali hanno lavorato esperti di 50 paesi, la valutazione dell'Undp ha rilevato che i modelli che focalizzano l'attenzione sui poveri, incrementando nel contempo opportunità di occupazione, aumento della spesa pubblica sui servizi sociali e flussi di aiuti dalle nazioni ricche sono strategie di successo per alleviare la povertà globale.

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