[11/08/2009] News toscana

Inquinamento marino da petrolio: il parco dell'Arcipelago Toscano chiede aiuto al ministero dell'Ambiente

PORTOFERRAIO (Livorno). Secondo quanto si legge in una nota del parco nazionale dell'Arcipelago toscano «Quello che è accaduto domenica 9 agosto poteva trasformarsi in un disastro. Fortunatamente la capacità operativa della Capitaneria di Porto di Portoferraio ha permesso di superare una grande vulnerabilità, intervenendo con tempestività e con i pochi mezzi a disposizione. In tal modo si è potuto limitare i danni grazie ad una cooperazione fattiva tra la protezione civile, le amministrazioni locali, volontari residenti e bagnanti che hanno improvvisato squadre efficienti».

La paura è stata tanta, le spiagge di Seccheto, Cavoli, Fetovaia sono state salvate anche grazie all'intervento degli operatori turistici e volontari che hanno ripulito gli arenili dalle tracce di catrtame che sono comunque riuscite a raggiungere la costa, ma la costa sassosa di Pomonte sembra aver subito un impatto maggiore.

Il parco nazionale assicura di aver immediatamente contattato il direttore generale del ministero dell'ambiente «per ottenere un contributo straordinario per acquistare panne e solventi da mettere a disposizione in caso di emergenza, in attesa di poter contare ancora sull'attività di antinquinamento a mare della Castalia, il cui servizio non è attualmente attivo.

Il Reparto ambientale marino (Ram) del ministero dell'ambiente ha inviato nella mattinata di ieri un aereo per monitorare la situazione lavorando a stretto contatto con la Capitaneria di Porto di Portoferraio ed il ministro Prestigiacomo ha elogiato l'operosità dimostrata».

Anche Goletta verde e Legambiente Arcipelago dicono «Un grande grazie alla Capitaneria di Porto, alla Protezione civile, ai cittadini ed ai turisti che hanno salvato la spiaggia di Secchetto dall'ennesimo inquinamento prodotto dai criminali che distruggono il nostro mare per il loro tornaconto economico».

In maniera molto più diplomatica rispetto alla pesante denuncia e all'accusa di Legambiente di aver lasciato per la prima volta in 10 anni sguarnito il mare italiano del meccanismo di sorveglianza, prevenzione e intervento antinquinamento che è stato scaricato interamente sulle Capitanerie, la direttrice del Parco Franca Zanichelli dice che « Il Parco ringrazia la Capitaneria di Porto di Portoferraio e tutti coloro che fisicamente hanno arginato la pericolosa macchia nera. Ora occorre dotare la Capitaneria di più mezzi, fondi ed uomini e dare nuovamente all'Elba un servizio di prevenzione e pronto intervento contro gli inquinamenti marini, efficace ed efficiente».

Comunque il parco si è già attivato: «Sappiamo bene che l'Arcipelago Toscano è zona ad alto rischio di sversamenti a causa della concentrazione di rotte petrolifere e che è interesse di tutti prevenire questi episodi controllando adeguatamente i movimenti nell'area - dice la Zanichelli - Per questo l'ente si è impegnato nel mettere a punto il progetto Argomarine, di cui il Parco è capofila, già finanziato dalla Unione Europea con 3,5 milioni di euro e che partirà da settembre».

Il parco spiega che Argomarine è in pratica "un occhio che scruta il mare" e che «ha proprio l'obiettivo di creare una centrale operativa di controllo che si avvale di sofisticate attrezzature per il monitoraggio. In particolare, l'integrazione del rilevamento satellitare con un sistema di sensori chimici e ottici potranno consentire di acquisire in tempo reale i segnali di sversamenti nel mare e stabilire con tempestività gli interventi idonei e le bonifiche opportune. Da un lato si punta a minimizzare i danni ma soprattutto si conta sull'effetto vigilanza come deterrente per i responsabili.

L'impiego di una tecnologia avanzata e una rete di collaborazioni transfrontaliere con esperti che saranno all'opera per costruire il sistema di controllo che avrà bisogno di ancora due anni prima di mettere in atto le campagne di sperimentazione. Tali prove saranno svolte nel Parco dell'Arcipelago Toscano e nel Parco Nazionale dell'isola di Zacinto in Grecia, per poi essere estese a tutto il Mediterraneo. Infine ricordiamo che il sistema radar di Pianosa, da poco inaugurato alla Capitaneria di Porto, permette di esaminare le registrazioni del traffico nautico acquisite tramite il sistema AIS, per cui esaminando i dati memorizzati non si esclude di poter individuare i colpevoli».

 

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