[23/06/2010] News

Ancora ritardi per la centrale nucleare iraniana: in funzione settembre e ci vogliono altri 1,5 miliardi di dollari

LIVORNO. I russi hanno praticamente terminato gli ultimi ritocchi e prove tecniche nella centrale nucleare di Buchehr (nella foto), il primo impianto nucleare iraniano, che entrerà in servizio a metà settembre. Lo ha annunciato oggi il capo dell'Organizzazione iraniana dell'energia atomica, Ali Akbar Salehi, direttamente all'agenzia ufficiale Isna: «Tremila specialisti russi sono a fine opera e speriamo che il reattore sarà messo in servizio a metà settembre».

Salehi ha però anche detto che per il completamento totale della prima centrale nucleare iraniana saranno necessari ancora 1,5 miliardi di dollari di finanziamenti supplementari.

Come per le altre centrali nucleari in costruzione in giro per il mondo quindi i tempi e i costi lievitano, sia nella teocratica Repubblica islamica iraniana, sia nelle laicissime Francia e Finlandia, sia per il nucleare di tipo sovietico che per l'Epr di "ultima generazione" che dovremmo importare in Italia per avviare il nostro "Rinascimento nucleare"

In realtà, la costruzione della centrale nucleare di Buchehr sembra più quella della fabbrica del duomo e o della Sagrada Famiglia di Barcellona: i lavori sono stati avviati da tecnici della Germania Ovest nel 1975 (c'era sempre la Germania Est) su richiesta del defunto Scià di Persia, ma i tedeschi hanno abbandonato tutto dopo la rivoluzione islamica del 1979 e l'assalto all'ambasciata Usa a Teheran, con l'introduzione del primo embargo sulla fornitura di alta tecnologia all'Iran. Il cantiere è stato ripreso dalla compagnia russa Atomstroyexport che avrebbe dovuto consegnare la centrale entro l'8 luglio 1999, ma i lavoori hanno subito continui ritardi e sono stati bloccati a più riprese.

Il 28 gennaio 2008, nonostante le sanzioni imposte all'Iran dal G6 di cui fa parte, la Russia ha iniziato la fornitura del combustibile nucleare destinato al reattore, così come previsto da un accordo con l'Iran e sotto il controllo dell'Agenzia internazionale pere l'energia atomica (Iaea), la stessa che sospetta l'Iran di fare strani giochettio con il suo uranio.

Comunque la nuova data conferma l'esistenza di qualche problema: il 15 aprile scorso, mentre i russi stavano scrivendo insieme a cinesi, francesi, americani, britannici e tedeschi il nuovo testo delle sanzioni contro l'Iran approvato solo pochi giorni fa dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, il capo di Rosatom, il monopolista statale russo del nucleare, aveva annunciato che la centrale di Buchehr sarebbe stata pronta sicuramente in agosto: «I suoi lavori avanzano conformemente al calendario». Naturalmente, tanto per tenere i piedi nelle solite due comode scarpe, Kirienko con una invidiabile faccia tosta aveva annunciato: «Le sanzioni contro l'Iran delle quali si pasrla attualmente non riguardano il cantiere di Buchehr. Tutto il mondo comprende che questa centrale non crea alcuna minaccia per il regime di non-proliferazione. Al contrario, questo genere di cooperazione in materia di nucleare civile deve essere sostenuta».

Sarà per questo che Israele, che di intrecci tra nucleare civile e militare se ne intende e che se ne frega del trattato di non-proliferazione nucleare, muore dalla voglia di bombardare Buchehr?

A proposito di embargo, tanto per buttare un po' di benzina sul fuoco mentre un'invincibile armata navale israelo-americana si starebbe dirigendo nel Golfo Persico, l'agenzia Irib oggi scrive che «L'Iran ha informato di non ritenere legali le sanzioni approvate dal Consiglio di Sicurezza Onu e che pertanto se le navi cargo iraniane verranno ispezionate in alto mare la marina iraniana risponderà allo stesso modo contro i paesi autori di una simile azione». Lo ha detto all'agenzia Irna Alaeddin Boroujerdi, presidente della commissione sicurezza e politica estera del Majles, il parlamento iraniano, che ieri ha incontrato il comandante della marina iraniana, l'ammiraglio Habibollah Sayyari.

Secondo il parlamentare, che Irib definisce «di spicco», le ispezioni contro le navi iraniane in alto mare «Sono una violazione della sovranità iraniana e che quindi se ciò avverrà, i Paesi che svolgeranno tale azione non dovranno più sentirsi sicuri nel Golfo Persico e nel Mare dell'Oman perché la marina iraniana si comporterà allo stesso modo con le loro navi». Anche il presidente del Majles, Ali Larijani, aveva già messo in guardia i Paesi occidentali da azioni contro le loro navi nel Golfo Persico.

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