[24/06/2010] News

La Marea nera arriva in Messico

LIVORNO. Salvador Trevino Garza, responsabile dell'Agenzia dell'ambiente e sviluppo sostenibile dello Stato messicano di Tamaulipas è molto preoccupato per le ricadute del disastro petrolifero della piattaforma Deepwater Horizon:  «Gli impatti negativi sulla migrazione degli uccelli e l'alimentazione dei pesci potrebbero aggravarsi nel corso dei prossimi mesi. Sorveglieremo strettamente questi impatti». Trevino Garza é intervenuto ad un incontro tenutosi a Tampico con funzionari del governo locale dove si é discusso  del disastro petrolifero del Golfo del Messico insieme ai responsabili dei ministeri della marina e dell'ambiente e con i funzionari della Petroleos Mexicanos (Pemex), l'impresa petrolifera di Stato del Messico.

Il ministro dell'ambiente, Juan Rafael Elvira Quesada, la settimana scorsa aveva annunciate che il Messico stava preparando le procedure giudiziarie contro la Bp per tutti i possibili danni prodotti dallo sversamento di petrolio in territorio messicano.

Ieri, gli  Stati Uniti e il Messico hanno deciso di prorogare di altri 3 anni il trattato sul divieto di perforazione petrolifera lungo la loro frontiera marittima comune nel Golfo del Messico. E' la seconda volta che il divieto viene prorogato su un'area comunemente conosciuta come "doughnut hole" al di fuori del limite territoriale delle 200 miglia marine dei due Paesi. L'accordo sarebbe frutto dell'incontro del 19 maggio a Washinton tra il presidente Usa Barack Obama e quello messicano Felipe Calderon.

Secondo una nota del ministero degli esteri messicano «Entrambe le parti hanno avuto la comune intenzione di negoziare un trattato che regola l'utilizzo di giacimenti di idrocarburi che attraversano la nostra frontiera marittima comune».

La trivellazione petrolifera in aree marittime condivise sono un tema caldo in Messico dal 2000, quando l'allora presidente conservatore Vicente Fox accusò gli Usa di estrarre gas dai pozzi esplorativi installati vicino alla frontiera comune e di rivenderlo al Messico a caro prezzo.

Il Messico non è in grado di fare prospezioni in acque profonde nell'area interessata dal trattato perché la Pemex non dispone delle tecnologie necessarie, molte imprese Usa si sono fatte avanti ma dopo il disastro ambientale della Bp i messicani non si fidano più dei miracoli tecnologici delle Big Oil.

Anche per questo l'intesa sulla moratoria tra Obama e Calderon è stata facile ed ora il ministero degli esteri messicano dice che «Nessun ente ha registrato la presenza di eventuali depositi cross-border, ma riteniamo che sia importante avere un regime di regole a carattere bilaterale nel caso in cui una scoperta dovesse verificarsi in futuro». 

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