[28/06/2010] News

Rumori di guerra sul nucleare iraniano

LIVORNO. In un'intervista concessa all'Abc il capo della Cia, Leon Panetta ha detto che gli iraniani avrebbero già a disposizione uranio moderatamente arricchito quanto basta per costruire due bombe nucleari. «Stanno chiaramente sviluppando le capacità nucleari e questo suscita preoccupazione»ha detto Panetta, secondo il quale l'Iran avrebbe bisogno di un altro anno di tempo per completare il processo di arricchimento dell'uranio e di un altro ancora per allestire una base di lancio per vettori armati con ordigni atomici.

Il nostro presidente del Consiglio, tanto per buttare benzina sul fuoco, al G8 di Toronto si è trasformato in portavoce degli israeliani annunciando che sarebbero pronti ad intervenire, confermando così le voci iraniane che parlano di movimenti navali israelo-americani verso il Golfo Persico e di una crescente attività di preparazione di un attacco da parte di Israele agli impianti nucleari iraniani, forse prima dell'avvio definitivo della sua prima centrale nucleare, alla quale i russi stanno apportando le ultime rifiniture.

A dire la verità Panetta ha detto che per un eventuale attacco israeliano all'Iran il governo israeliano «Concederà agli Usa tempo per cercare soluzioni politico-diplomatiche».

Gli iraniani non si fidano nemmeno un pochino ed oggi l'agenzia stampa della loro televisione di Stato, l'Irib, scrive beffarda: «Vi ricordate la penosa esibizione di tal Colin Powell, segretario di Stato americano, il quale nel febbraio 2003 in Consiglio di sicurezza mostrò ai presenti filmati di camion iracheni che, a suo dire, nascondevano dei laboratori mobili di armi di distruzione di massa ? I laboratori non furono mai trovati, ma l'invasione dell'Iraq ha provocato la morte e ha costretto a fuggire dalle loro case non meno di cinque milioni di iracheni, grosso modo un quinto della popolazione del Paese». Gli iraniani temono un'escalation militare di quel tipo, ma nonostante questo non abbassano i toni di una polemica durissima con Israele e gli Usa. Ieri Alaeddin Borujerdi, capo della Commissione parlamentare della sicurezza iraniana aveva nuovamente minimizzato gli effetti delle sanzioni economiche:«Le nuove sanzioni unilaterali approvate dal Congresso Usa contro l'Iran sono controproducenti perché danneggerebbero per prima le stesse società statunitensi. Gli sforzi di Washington per mettere sotto pressione Teheran in realtà danno il via all'effetto boomerang; a subire per prima i danni sono le proprie aziende. Prima di approvare questa legge, il Congresso avrebbe dovuto chiedere il parere delle imprese statunitensi, le quali sarebbero di sicuro contrarie alla messa in atto di nuove sanzioni contro l'Iran. Il lungo embargo imposto all'Iran ha fatto sì che i vari settori nella Repubblica islamica, dall'industria all'agricoltura, diventino sempre di più indipendenti, inoltre i tecnici, gli scienziati e i ricercatori iraniani si sono impegnati seriamente per raggiungere l'autosufficienza mentre i prodotti provenienti da altri paesi hanno sostituito quelli sanzionati. Le sanzioni degli Usa, alla fine dei conti hanno portato buoni risultati per la nazione iraniana».

Il Jerusalem Post intanto ha annunciato che «L'aeronautica israeliana ha spostato attrezzature e armi in una base in Arabia Saudita. Il tutto, sarebbe avvenuto il 18 e il 19 giugno». La base si troverebbe a 8 km dalla città nordoccidentale di Tabuk, la più vicina alla Palestina occupata.

Due settimane fa il quotidiano britannico Times rivelò che Riyadh aveva autorizzato il sorvolo del proprio territorio ai jet israeliani per attaccare l'Iran, ma la cosa fu smentita il giorno dopo dal nuovo ambasciatore saudita a Teheran.

Se la cosa della base concessa agli israeliani fosse vera, per l'Arabia Saudita e la sua monarchia assoluta, custode dei luoghi sacri della Mecca, si aprirebbe un pericoloso confronto con il radicalismo musulmano e probabilmente con una gran parte dell'opinione pubblica dei Paesi arabi che non gradirebbero certo che la loro terra santa venga calpestata dalle scarpe e dalle ruote dei sionisti infedeli.

Grande è la confusione sotto il cielo nucleare del Medio Oriente, che solo pochi giorni fa si voleva denuclearizzato, e il nucleare civile sta dimostrando qui tutti i suoi inestricabili legami con l'olocausto atomico che potrebbe far nascere i suoi funghi mortali tra Teheran e Tel Aviv.

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