[01/07/2010] News toscana

Piano strutturale di Firenze, Legambiente: «La promessa di una cittą sostenibile o la premessa di un piano irragionevole?»

FIRENZE. Su strumenti e metodi. La messa in opera della città metropolitana, al di là delle difficoltà storiche che sono note a tutti, ci racconta di una necessità di cui prendere atto a prescindere: la dotazione di uno strumento di governo del territorio, appunto, metropolitano. Legambiente è impegnata su questo fronte ormai da tempo, vedasi non ultimo il workshop del 27 febbraio scorso. Il nuovo Piano Strutturale di Firenze, invece, ha il limite di ragionare ancora dentro i confini stretti della città. Del resto, per approvare il piano, il capoluogo toscano ha tempi contingentati, se vuole evitare il "blocco edilizio", che scatterà il 24 luglio con l'avvio del "regime di salvaguardia" (ai sensi della LR 1/2005). Una situazione oggettivamente complessa, che obbliga il primo cittadino a gestire le eredità pesanti del passato. E che per altri versi, visti i tempi strettissimi nei quali è costretto ad operare, gli fornisce l'alibi per divincolarsi da una pianificazione associata e virtuosa coi comuni vicini.

Da qui l'avvio di un rapidissimo iter partecipativo, che vedrà il suo epilogo sostanziale nella giornata dell'8 luglio, data nella quale verrà celebrato il Town Meeting Plan nel Salone dei Cinquecento, a Palazzo Vecchio. Un percorso anche innovativo nelle forme, ma che ha il demerito oggettivo di comprimere in due mesi il dibattito urbanistico degli ultimi dieci anni!

Eppure, a ben vedere, la concomitanza di alcune situazioni potrebbe riscrivere questa storia. La prima. Il nuovo governo regionale ha affermato con una certa determinazione di voler "esercitare un'azione di governance nei confronti di province e comuni per sviluppare la pianificazione a carattere integrato e sovracomunale". La seconda. Firenze, se vuole davvero giocare un ruolo importante, deve poter disporre di un tempo di elaborazione ragionevole per declinare gli ambiziosi obiettivi annunciati nel documento di avvio del procedimento del PSC. La terza. Gli altri comuni metropolitani, un po' stretti nella morsa decisionista del capoluogo, debbono invece trovare legittimo ascolto nelle proprie istanze. Per questo, in ultima analisi, peroriamo un'iniziativa forte della Regione Toscana, che aiuti l'intera area metropolitana a dialogare e quindi a co/pianificare, in vista di un auspicabilissimo piano strutturale unitario d'area. Legambiente, in questo senso, non si sottrarrà al confronto e darà il suo contributo, come peraltro ha sempre fatto.

Su contenuti e merito. Vista la copiosa rassegna stampa in materia, non possiamo peraltro esimerci dal chiosare i primi contenuti del Piano, così come si evincono dall'importante documento di Avvio del Procedimento. Un testo molto politico, tutt'altro che scontato, in cui emergono ben chiare e ben rappresentate le intenzioni del Sindaco Renzi. Sarà bene dire sin d'ora che ci soffermeremo, per evidenti ragioni di spazio e di opportunità, su quelle problematiche e quei temi che ci paiono ancora del tutto irrisolti.

 

La proposta. Sul versante metodologico, l'abbiamo già detto: ci aspettiamo che tra regione ed enti locali vi sia leale collaborazione e pianificazione d'area vasta. Sul piano dei contenuti, la nostra speranza è che il Parco della Piana possa diventare davvero l'elemento ordinatore dell'intera pianificazione metropolitana e che il sistema della mobilità sia irrorato virtuosamente dalla metroferrotramvia, oltre che dalla prevista rete ciclopedonale. Tutte condizioni queste, essenziali per noi per declinare lo sviluppo sostenibile locale.

Torna all'archivio