[01/07/2010] News toscana

Anche Marciana Marina contro le piattaforme petrolifere nell’Arcipelago Toscano

MARCIANA MARINA (Livorno). Mentre su Facebook il gruppo "No alle piattaforme petrolifere nell'Arcipelago Toscano" sta avendo centinaia di adesioni e contatti, dopo Campo nell'Elba anche a Marciana Marina è stata presentata una mozione contro le trivellazioni petrolifere nell'Arcipelago, ma se a presentare l'ordine del giorno a Campo era stato il Pd (subito appoggiato dal centro.destra) a Marciana Marina lo hanno fatto gli indipendenti di sinistra della Lista Civica, che riprendono e aggiornano la richiesta campese e fanno riferimenti normativi e legislativi più chiari. D'altronde del gruppo consiliare marinese fa parte Umberto Mazzantini, il primo ad aver rivelato le intenzioni e le attività già effettuate dalla multinazionale Australiana Key Petroleum di sondaggi nel mare a sud dell'Isola d'Elba, in una zona di 640 km2 dal largo delle coste meridionali dell'Isola d'Elba fino a Montecristo (vicinissima al mare protetto di Pianosa e Montecristo), e la richiesta di due pozzi per l'estrazione di petrolio e di gas naturale.

La mozione proposta è prende atto «delle considerazioni espresse in materia, attraverso gli organi di stampa, dall'Assessore Regionale Anna Rita Bramerini, dal Presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano Mario Tozzi, ed infine dello schema di decreto di riforma del codice ambientale approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare che introdurrebbe il divieto assoluto di ricerca, prospezione e estrazione di idrocarburi all'intero delle aree marine e costiere protette e per una fascia di mare di 12 miglia attorno al perimetro eterno delle zone di mare e di costa protette e che le attività di ricerca ed estrazione di petrolio siano vietate nella fascia marina di 5 miglia lungo l'intero perimetro costiero nazionale, unanimi nell'affermare la piena contrarietà all'operazione di ricerca petrolifera nell'Arcipelago Toscano», ricorda l'ordine del giorno già presentato sul blocco della navigazione di navi di grosso tonnellaggio al largo delle acque di Pianosa ed al pericolo di inquinamento ambientale che, nel caso odierno, sembra riproporsi con maggiore gravità e che «Nell'attuale situazione, mentre è stata richiesta dalla Key Petroleum Ltd la VIA per la realizzazione di pozzi petroliferi-gasieri, nessuna istituzione se non il Governo Nazionale può intervenire in merito al progetto della multinazionale australiana». I tre consiglier della Lista Civica sottolineano che «Il turismo, fonte economica principale della nostra economia, sta attraversando un lungo periodo di crisi e che l'idea di instaurare una qualunque stazione di estrazione di gas e petrolio danneggerebbe drasticamente l'immagine delle isole dell'intero Arcipelago Toscano»

Per questo il Consiglio comunale del più piccolo Comune toscano per estensione territoriale «Chiede al Governo della Repubblica italiana, attraverso atto ufficiale, di impedire qualsiasi attività di trivellazione e di ulteriore ricerca petrolifera e/o gasiera al largo delle coste dell'Isola d'Elba, di Pianosa e di Montecristo e ed in tutto lo specchio di mare che circonda l'Arcipelago Toscano, da Capraia a Giannutri; Chiede al Governo della Repubblica italiana, sulla base dell'Accordo internazionale del 25/11/99 (legge di ratifica 391/01) che istituisce il Santuario dei Mammiferi marini Pelagos di estendere i divieti previsti dallo schema di decreto approvato dal Consiglio dei Ministri all'intera area sotto la competenza italiana tra il Fosso del Chiarone in Toscana e Capo Ferro e Capo Falcone (già protetti dalla recente intesa tra Francia ed Italia sulle Bocche di Bonifacio) e l'intero Mar Ligure. Si ricorda che dopo l'Accordo sottoscritto da Italia, Francia e Principato di Monaco, il Santuario Pelagos  è stato inoltre inserito nella lista delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (Specialy Protected Areas of Mediterranean Importance - SPAMIs), prevista dal Protocollo sulle Aree Specialmente Protette e la Diversità Biologica nel Mediterraneo (Protocollo SPA) della Convenzione Quadro per la Protezione dell'Ambiente Marino e della Regione Costiera Mediterranea (Convenzione di Barcellona); che nel istitutivo emanato si stabilisce di adottare tutte le misure appropriate per la conservazione dei mammiferi marini e dei loro habitat, ivi compresa la lotta a tutte le forme di inquinamento; che le Parti dovranno adottare strategie nazionali miranti alla soppressione progressiva degli scarichi di sostanze tossiche nel Santuario, accordando la priorità a quelle elencate nell'Allegato I del Protocollo della Convenzione di Barcellona relativa alla protezione del Mar Mediterraneo contro l'inquinamento».

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