[05/07/2010] News

Parchi, la brutta sorpresa per il ministro Prestigiacomo

PISA. In una intervista a ‘Il Sole-24 Ore' il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo (Nella foto) dopo aver considerato una follia i previsti tagli alle energie rinnovabili, si è chiesta sorpresa come sia possibile sostenere una norma così indigesta come quella di dimezzare i finanziamenti già ‘impalpabili' dei parchi nazionali. «Non potrei fare altro che dimezzare il numero dei parchi nazionali...Ma ha senso? Ciò salverà il paese? Ciò fa bene all'Italia?». Domande doverose ma viene subito da dire: il ministro dov'era quando il governo ha deciso?

Giusto, ma la risposta allarmata del ministro non va considerata solo come la tardiva denuncia di chi evidentemente - e non è la prima volta - deve sottostare ora a Tremonti, ora a Calderoli e persino alla Brambilla. La Prestigiacomo prima di dovere incassare queste batoste sui parchi e le aree protette ci ha messo del suo, su cui sarebbe bene tornare a discutere. Lei, proprio al suo esordio parlò dei parchi come di un ‘poltronificio' e quindi dove si sgomita è saggio tagliare; un po' come la ‘cialtronaggine' meridionale di Tremonti. Quando Calderoli facendo appello alla sua creatività normativa propose di abrogare i parchi regionali, non ci risulta che il ministro abbia fatto una piega. Altri dovettero rimediare a questa assurdità.

Ma al ministero -e proprio per i parchi nazionali ora sulla brace- hanno lavorato e stanno lavorando proprio in questo in questo periodo per ridurne non soltanto le risorse, ma anche l'autonomia già scarsissima anche per le spese più irrilevanti e non solo per la designazione del direttore.

Da tempo, infatti, circolano bozze e ipotesi sui parchi nazionali che fanno il paio con le sortite di Tremonti che giustamente stupiscono il ministro.

Ecco perché il ministero che ha snobbato qualsiasi occasione per fare finalmente una discussione seria su questi temi e quando l'ha avuta come alla Conferenza nazionale sulla biodiversità i parchi sono finiti in cantera di fondo; anzi dimenticati e ignorati come del resto le regioni, non può cavarsela con qualche tardivo ancorché sacrosanto disappunto. Mai come in questo momento parchi significano gestione del territorio, progetti ambientali, tutela del suolo e del paesaggio. Vogliamo discuterne e non solo a Roma e non lasciarne la cura a Tremonti e Calderoli?

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