[07/07/2010] News

Arabia Saudita e Marocco: la Francia (e non solo) a caccia di commesse nucleari

LIVORNO. Il 5 luglio il governo dell'Arabia Saudita ha dato il via libera alla firma di un accordo di cooperazione nucleare con la Francia, che potrebbe aprire la strada alla costruzioni di centrali nucleari nella monarchia assoluta petrolifera. Il governo saudita ha anche approvato la bozza di un trattato fiscale bilaterale con la Francia e un accordo di cooperazione tra il Saudi institute of public administration  e l'Ecole nationale d'administration.

L'accordo "for the development of peaceful uses of nuclear energy," é stato reso noto dall'agenzia ufficiale saudita Spa ed é la traduzione in arabo del potato proposta dal presidente francese Nicolas Sarkozy  al re Abdullah nel giugno 2007 a Parigi e del progetto presentato da Sarkozy durante la sua visita a Riyadh nel gennaio 2008. La Francia cerca così di prendersi una rivincita nella Penisola Arabica dopo la bruciante sconfitta subita l'anno scorso negli Emirati Arabi Uniti da parte dei sudcoreani, che si sono aggiudicati un contratto da 20,4 miliardi di dollari per la costruzione di quattro centrali nucleari per gli emiri petrolieri.

Sarkozy, alle prese con gli scandali delle bustarelle in patria, ripartirà dall'accordo con Riyadh che nel 2009 ha rivisto la sua politica nucleare e che nell'aprile di quest'anno ha annunciato la realizzazione di un nuovo centro di ricerca sulle energie nucleare e rinnovabili.

Il governo saudita non ha certo problemi per mantenere i segreti e quindi non ha rivelato nessun dettaglio sul nuovo patto nucleare con i francesi, né è stato detto quanto Riyadh e Parigi firmeranno formalmente l'intesa atomica. Il regno saudita aveva già firmato nel maggio 2008 un patto bilaterale di cooperazione per il nucleare con gli Usa.

Dopo lo scacco negli emirati e le disavventure dell'Epr in Finlandia e in patria, la Francia si muove a tutto campo nei Paesi arabi: la scorsa settimana ha firmato con il Marocco un accordo di cooperazione per lo sviluppo dell'energia nucleare alla quale il Paese africano, con scarsissime risorse di gas e petrolio ma che ha nel Sahara Occidentale occupato enormi quantità di fosfati che contengono anche uranio, punterebbe per risolvere una parte dei suoi problemi energetici. Nel 2007 l' Office cherifien des phosphates (Ocp) del Marocco aveva già firmato un accordo con il gigante nucleare francese Areva per ricerche sulle modalità di recupero dell'uranio dall'acido fosforico. L'Office national des hydrocarbures et des mines (Onhym) dice che i dati delle ricerche di uranio realizzate da geologi francesi e russi prima del 1982 sono molto incoraggianti e sta ulteriormente indagando su tre aree: Haute Moulouva, Wafagga e Sirwa.

L'accordo siglato con i francesi nei giorni scorsi «definisce il quadro delle azioni che possono essere prese dai due Paesi in particolare per tecnologia, sicurezza e formazione». Secondo quanto scrive Morocco Board.com «Il Marocco prevede di realizzare la sua prima centrale tra il 2022 e il 2024 e si propone di realizzare i contratti e le trattative tra il 2011 e il 2014». La prima centrale nucleare marocchina da 600 MW doveva inizialmente essere realizzata in un'area tra le città di Essaouira e Safi. E' prevista anche la realizzazione di infrastrutture per sostenere il programma nucleare marocchino,  compresa la creazione di una autorità di sicurezza nucleare e di una autorità per la protezione dalle radiazioni.

Il primo ministro francese François Fillon ha spiegato che si tratta di «Un accordo quadro che sosterrà il Marocco sulla strada per preparare il suo ingresso nel settore dell'energia nucleare, ma non di un accordo commerciale per la costruzione un giorno di un reattore nucleare giorno. In una seconda fase , naturalmente, anche la Francia presenterà proposte in tal senso, data l' eccellenza della sua tecnologia e delle sue imprese». Il Marocco ha recentemente firmato un accordo per lo sviluppo del nucleare civile anche con il  Sudafrica.

Il Marocco ha già in costruzione un reattore da ricerca Triga a Rabat e a gennaio il governo ha annunciato un piano per due reattori da 1.000 MW la cui costruzione dovrebbe iniziare di dopo il 2020, come parte degli impegni dell'Accordo di Copenhagen sul clima al quale il Marocco ha aderito.

Per ottenere l'uranio necessario il Marocco potrebbe puntare anche sulle risorse dell'Algeria oppure su quelle del vicino Niger dove già opera Areva in regime di quasi monopolio. Ma l'area è molto instabile: tra Rabat ed Algeri non corre buon sangue proprio sulla questione dell'occupazione marocchina del Sahara Occidentale, mentre il Marocco solo poco tempo fa accusava l'Algeria di voler sviluppare un programma nucleare militare per diventare la potenza egemone in Nord Africa. Un'eventualità che suscitò anche le preoccupazioni di Spagna e Tunisia quando, nei primi anni '90,  i satelliti spia americani rivelarono che gli algerini stavano davvero costruendo un reattore nucleare ad  Es Salam. Gli Usa misero sotto pressione gli algerini, rimasti orfani dell'alleato sovietico, costringendoli ad accettare i controlli dell' Agenzia internazionale dell'energia atomica e imponendo praticamente all'Algeria l'adesione al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Tnp).

Ora le cose sono cambiate e recentemente la rappresentate Usa al Tnp, Susan Burk, ha detto che Washington sostiene l'Algeria nello sviluppo della sua energia nucleare per uso pacifico e il ministro algerino dell'energia algerino, Chakib Khelil, ha annunciato che il suo Paese intende costruire la sua prima centrale nucleare entro il 2020 e un'altra centrale ogni 5 anni.

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