[13/08/2009] News

L'Algeria sarà la nuova Russia africana del gas?

LIVORNO. Secondo il rapporto "Du Rêve à la réalité" presentato dall'Oxfod business group (Obg) «una serie di importanti progetti di infrastrutture di gas posizionano l'Algeria al centro della futura politica energetica dell'Unione europea. In seguito alle preoccupazioni dell'Ue di fronte a una dipendenza dalle esportazioni russe, lo Stato nordafricano ricco di idrocarburi ha in mano le carte per accrescere le sue riserve». L'Obg parte da alcuni dati di fatto: l'Algeria è già un importante fornitore di gas per i Paesi dell'Europa meridionale; due gasdotti la collegano all'Italia ed alla Spagna, un nuovo gasdotto da 200 chilometri, il Medgaz, raggiungerà presto la Spagna e sarà operativo a metà 2010, con una capacità di fornitura di 8 miliardi di m3 de gas all'anno.

L'Italia nel 2010 dovrebbe avviare i lavori del nuovo gasdotto Galsi che porterà in Sardegna e poi in Italia via Toscana 8 miliardi di m3 di gas all'anno. In attesa, il gasdotto Transmed, che approvvigiona l'Italia via Tunisia e Sardegna, dovrebbe veder accrescere la sua capacità dagli attuali 27 miliardi di m3 a 34 miliardi entro la fine dell'anno.

«Se si includono i 12 miliardi di m3 trasportati dal gasdotto Magreb-Europe - dice il rapporto Obg - l'Algeria potrebbe esportare 62 miliardi di m3 di gas all'anno verso l'Europa, nel corso dei prossimi 5 anni».

Anche la guerra del gas (per ora verbale) nuovamente ripresa tra Russia ed Ucraina rende sempre più urgente per l'Ue trovare altri d fornitori di gas che siano in grado di tappare ed essere alternativi alle eventuali falle che si potrebbero aprire nelle forniture di gas dalla Russia e dall'Asia centrale, tenuto conto che attualmente la Russia fornisce ai Paesi europei circa 150 miliardi di m3 di gas all'anno.

Secondo quanto si legge nel rapporto «I due nuovi gasdotti in corso di costruzione permetteranno all'Algeria di trarre profitto dalle tendenze geopolitiche. Però la firma di un recente accordo potrebbe anche avere delle ricadute più importanti e lo Stato nordafricano potrebbe finire per diventare un hub gasiero per l'Europa. Il 3 luglio scorso, a seguito della firma di un accordo tra la Nigeria, il Niger e l'Algeria ad Abuja, la capitale nigeriana, è stato dato il via libera a un progetto di lunga durata: la costruzione di un gasdotto trans-sahariano. Il gasdotto di 4.128 chilometri collegherà la Nigeria all'Algeria e avvierà fino a 30 miliardi di m3 di gas all'anno verso le reti ero-algerine. I bandi di gara per questo progetto, per un valore previsto di 10 miliardi di dollari, dovranno essere lanciati prima della fine dell'anno».

Ma anche l'Obg non si nasconde le difficoltà che questo grande progetto può incontrare, ad iniziare dall'opposizione già annunciata dal Movement for the emancipation of the Niger Delta (Mend).

Anche di questo ha parlato nella sua visita in Nigeria il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, ottenendo dal ministro degli esteri di Abuja, Ojo Maduekwe, l'assicurazione che il governo riconosce «l'ingiustizia storica fatta alla regione del Delta del Niger», ma sta affrontando il problema ed è sicuro di poter ristabilire la pace ed accelerare lo sviluppo nella regione».

Un altro attore esterno che sente la sua posizione strategica minacciata dagli accordi euro-algerini è il gigante russo Gazprom che ha già firmato un accordo con la compagnia pubblica Nigerian national petroleum che, con la Sonatrach algerina controlla il 90 % del progetto trans-sahariano. L'accordo prevede un joint venture a metà nel settore del trasporto e della raffinazione del gas e del petrolio.

Inoltre, a fine giugno il capo di Gazprom international, Boris Ivanov, ha annunciato che Gazprom prevede di costruire un gasdotto 360 chilometri (da nord a sud), che sarebbe il primo troncone del gasdotto trans-sahariano.

«L'Algeria - spiega il rapporto - cerca non solo di aumentare la sua capacità di fornitura, ma punta ugualmente ad aumentare lo sfruttamento delle sue importanti riserve di gas. In seguito ai 7 bandi di gara dell'anno scorso relativi ai blocchi di esplorazione, nell'ambito dei quali vecchi operatori come Eni e BG e nuovi gruppi come E.ON Ruhrgas e Gazprom hanno vinto bandi promettenti, il governo algerino ha recentemente annunciato i l'avvio di un nuovo bando di gara per l'ottenimento di 10 contratti di esplorazione nel Sahara.

Fino ad ora, per questo nuovo bando sono state "pre-qualificate" 74 società e la Sonatrach spera di assicurarsi un finanziamento da 2, 8 a 3,5 miliardi di dollari. Resta da vedere con quale entusiasmo reagiranno le compagnie petrolifere. Durante i precedenti bandi di gara, solo 4 contratti sui 16 sono stati assegnati. Secondo alcuni analisti, la nuova legge per gli investimenti, secondo la quale la Sonatrach deve mantenere una partecipazione del 51 % in tutti i contratti, è una misura dissuasiva. Però, per il governo, i bassi prezzi del petrolio ha giocato un ruolo importante durante i precedenti bandi di gara e i partner internazionali dovrebbero dimostrarsi più affamati dopo il recente aumento del prezzi dell'oro nero».

Torna all'archivio