[13/07/2010] News

La Niņa salverā Cuba dalla sete?

LIVORNO. Ieri Granma, l'organo ufficiale del Comitato centrale del Partito comunista di Cuba, annunciava che «La bassa accessibilità alle risorse idriche rende necessario metterle sotto un rigoroso controllo e sfruttarle con parsimonia». Questa volta il blocco Usa non c'entra nulla con l'ennesimo razionamento cubano, c'entra invece il calo delle precipitazioni registrato a giugno: il 65% in meno della media storica. Il 30 giugno le riserve d'acqua cubane erano al 43,1% delle loro capacità e quelle di acqua potabile al 57,6%. La situazione è particolarmente grave nella capitale L'Avana dove i due principali bacini idrici sono riempiti rispettivamente solo fino al 7,3% e al 4,0%, mentre nelle province di Villa Clara, Sancti Spíritus, Ciego de Avila, Camaguey, Holguin e Guantanamo il livello dei bacini varia tra il 6 e il 21,9%.

Secondo quanto dicono a Granma i ricercatori del Centro del Clima del Instituto de Meteorología Braulio Lapinel, Virgen Cutié e Cecilia Fonseca, la diminuzione progressiva delle piogge e la siccità «Hanno prodotto danni significativi in diverse attività produttive e alla stessa conservazione dei nostri suoli che, nelle zone costiere e semiaride, sperimentano notevoli indizi di salinizzazione e desertificazione».

Le ricerche condotte dall'Istituto meteorologico cubano evidenziano che dalla fine degli anni '70 il clima di Cuba ha registrato cambiamenti importanti «Come l'aumento della temperatura media dell'aria di 0,6 gradi Celsius, accompagnato da un aumento del valore medio della minima intorno agli 1,4 gradi. Tali variazioni coincidono pienamente con le apprezzabili modificazioni delle caratteristiche globali che si sono avute n nelle temperature dell'aria e del mare in superficie».

Uno studio comparativo sulle piogge nei periodi 1931-1960 e 1961-1990 ha confermato che gli accumuli annuali sono diminuiti dell'ordine del 10% nel secondo periodo, concentrandosi soprattutto nei mesi chiamati periodo húmedo (maggio - ottobre).

Secondo Braulio Lapinel «Si può anche constatare che la frequenza degli anni nei quali si sono avute siccità moderate o severe si è duplicata nel secondo triennio (degli anni 2000, ndr) rispetto al primo ed hanno interessato estensioni territoriali maggiori. Questi stessi eventi hanno fatto registrare anche un considerevole aumento del numero di casi estremi, includendo l'intenso episodio che si è esteso progressivamente a quasi tutto l'arcipelago nel triennio 2003-2005. La causa principale di un fenomeno tanto ricorrente è da mettere in relazione al persistente rafforzamento dell'influenza di marcate condizioni anticicloniche sopra Cuba e le zone adiacenti, una tendenza sempre più ricorrente».

La pioggia a Cuba è iniziata a mancare nel novembre 2008 e la situazione ha raggiunto il limite nel maggio scorso, con il 44% del territorio nazionale con deficit di accumulo di riserve idriche tra moderate (26&),  severe (12%) ed estreme (6%). Il maggio 2010 è stato il più caldo a Cuba dal 1951, con una temperatura media mensile di un grado sopra il normale. Secondo il dati del Centro del Clima del Instituto de Meteorología, le precipitazioni totali registrate tra il giugno 2009 e il maggio del 2010 dimostrano che il 60% del territorio cubano ha un deficit idrico tra moderato e severo.

Secondo Ramón Pérez Suárez le condizioni atmosferiche dovrebbero favorire qualche pioggia: «L' evento Enos (El Niño-Oscilación del Sur), inizia a dissiparsi nell'oceano Pacífico, e durante l'estate dovrebbero prevalere condizioni neutre in questa parte del globo terracqueo. Intanto, sono sempre di più i modelli che indicano la possibilità della comparsa de La Niña (raffreddamento della temperatura superficiale del mare in questa regione), il che, unito all'intenso riscaldamento di questa variabile nel bacino dell'Atlantico tropicale e del mar dei Caraibi, dove i valori registrati negli ultimi tre mesi sono simili o superiori a quelli degli anni 1998 e 2005, dovrebbe propiziare, in termini generali, un buon comportamento delle precipitazioni in quel che rima ne del periodo húmedo».

I modelli elaborati dall'Istituto cubano suggeriscono che nel trimestre agosto-ottobre potrebbero esserci piogge nella media o anche ai massimi livelli abituali nelle tre regioni del Paese. Ma i deficit idrici sono così estesi che probabilmente le piogge non riusciranno a recuperare del tutto l'attuale situazione di carenza idrica. Per questo Granma conclude: «Mentre speriamo nel verdetto finale di madre natura, la cosa più razionale da fare è quella di rafforzare il controllo sull'utilizzo dell'acqua, per esempio assicurando in ogni momento il suo impiego ottimale e razionale».

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