[15/07/2010] News toscana

Consumo di suolo, l'assessore Marson: «Modificare la legge 1/2005? Prima applichiamola effettivamente»

FIRENZE. «Più che di modifiche, credo che la parte della l.r 1/2005 relativa agli impegni di nuovo suolo necessiti di una effettiva applicazione, tramite la definizione dei dispositivi atti allo scopo»: è quanto risposto dall'assessore all'Urbanistica della regione Toscana Anna Marson (nella foto) alla richiesta di un approfondimento sulle intenzioni - più volte espresse in questi mesi e ora "ufficializzate" tramite una variazione al Dpef approvata il 12 luglio - di modifica della legge regionale  1/2005 sul governo del territorio.

Al di là del rapporto tra autorità regionale, provinciale e comunale riguardo alle scelte da compiersi nella politica territoriale (con particolare focus sulla relazione tra Piani Strutturali e Regolamenti urbanistici, tema molto dibattuto nei primi mesi della nuova amministrazione), altro ambito in cui la lr 1/2005 richiede un passo in avanti è l'effettiva applicazione del comma 4 dell'art.3 della norma, allorché si afferma che «nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali sono consentiti esclusivamente qualora non sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti».

Un principio che, peraltro, era già presente (con una formulazione più "soft") nella precedente legge sul governo del territorio, la 5/1995, che all'art.5 comma 4 attestava che «nuovi impegni del suolo a fini insediativi e infrastrutturali sono di norma consentiti quando non sussistono alternative di riuso e riorganizzazione degli insediamenti e infrastrutture esistenti».

E nel passaggio da quel "di norma consentiti" alla formulazione ("esclusivamente consentiti") prevista nel testo attuale passa tutta la portata innovativa di una norma che, se avesse ricevuto reale applicazione, avrebbe potuto spingere a zero - o quasi - l'utilizzo di suolo libero per i nuovi insediamenti o le nuove infrastrutture in regione. E' insomma, quello contenuto nella lr 1/05, un principio molto evoluto in termini di contenimento del consumo di suolo, come testimonia il fatto che le vertenze sollevate da varie associazioni di tutela paesaggistica in altre regioni prendono proprio la normativa toscana come modello da seguire.

Restano comunque due principali criticità: anzitutto, come detto, la parte citata della legge non ha ricevuto finora una reale applicazione. Ciò anche a causa della seconda criticità, e cioè il fatto che il testo di legge non definisce in che modo debba avvenire - e a chi competa - la procedura di valutazione della presenza o meno di alternative ai progetti proposti.

Si tratta comunque di una normativa giovane, e che comunque da questo punto di vista, anche nel parere dell'assessore Marson, «stabilisce un principio molto importante, che ora dovrà ricevere effettiva applicazione». L'assessore ha invece respinto con decisione («se si definisce un "blitz" ciò che uno scrive a chiare lettere nel Dpef, allora si deformano le cose») la definizione di "blitz" che organi di stampa locale hanno dato della decisione di prevedere, nel Dpef, le modifiche alla legge 1.

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