[16/07/2010] News

Il governo Scia ma cade sulla ricerca

LIVORNO. Scia: scampato pericolo? Leggendo le correzioni apposte alla manovre di cui dà conto oggi il Corriere della Sera sembrerebbe di sì. Ma conoscendo i nostri polli è meglio non cantar vittoria. Nella sostanza «la segnalazione certificata di inizio attività (Scia), che sostituisce la precedente denuncia di inizio attività (Dia)» intanto sarà giudicata in 60 giorni, quelli appunto stabiliti «per accertare la mancata presenza dei requisiti autocertificati, dopodiché tutti i controlli saranno svolti ex post», contro i 30 precedentemente indicati.

Inoltre e soprattutto «la Scia non vale nei casi ‘in cui sussistono vincoli ambientali, paesaggistici o culturali e degli atti rilasciati dalle amministrazioni preposte alla difesa nazionale, alla pubblica sicurezza, all'immigrazione, all'asilo, alla cittadinanza, all'amministrazione della giustizia, all'amministrazione delle finanze'».

Sarà questa vera rivoluzione volta a portare i frutti, ovvero la ripresa, sperati? Difficile dirlo, resta il fatto che anche in questo caso si è assistito - come in occasione dei vari tentativi di condoni - prima alla sparata, poi alla rinculata, poi al compromesso che sa di topolino partorito da una montagna.

Buon per noi se così è, ma per quanto il compromesso sia normale in politica, qui siamo di fronte alla sua prostituzione. Tanto per capirci mentre ci si rompevano le corna sulla Scia, noi compresi, con una sforbiciata veloce come Zorro a fare la Z il governo ha tagliato del 50% i fondi stanziati per gli enti di ricerca.

E come scrive il Sole24Ore di oggi, non si parla di tagli al 2011 ma hic et nunc. E per di più pare non ci siano neppure margini di tempi per correggere la stretta in via interpretativa. Ora la palla passa alla Camera dove però è difficile che si assista a modifiche cruciali. Resta quindi il solito amaro in bocca per una manovra che appare soltanto legata a questioni di bilancio senza alcuna prospettiva se non un mezzo abortito laissez-fare giusto per accontentare quella Confindustria, anch'essa piuttosto a corto di idee. Nella speranza quindi che questo governo abbia fatto il suo tempo, di fronte al gioco delle tre carte continuo propinato da questa maggioranza, ci viene in mente una battuta del geniale Fascisti su Marte «Ma il vero, il falso, cosa conta in fondo? È l'Italia una penisola o l'è piuttosto tutto il restante che le sta attaccato?».

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