[19/07/2010] News

Golfo del Messico: non regge il tappo della Bp, si aprono crepe sul fondo

LIVORNO. A quanto pare quello che in molti temevano è successo: il "tappo" messo dalla Bp sul vulcano che da aprile erutta greggio dal fondo del Golfo del Messico non ha (nuovamente) funzionato, la pressione sembra aver prodotto altre fuoriuscite.

Anche questa volta la prudenza di Obama (e della Bp) è stata confermata dai fatti. Dpo l'entusiasmo iniziale, domenica, l'Amministrazione Usa ha diffuso una lettera al Chief managing director della Bp, Bob Dudley, all'ammiraglio della Guardia costiera Thad Allen, che evidenzia un tipo non specificato di infiltrazioni di idrocarburi a circa 1,6 km di profondità e anomalie indeterminate nel luogo del "tappo" per evitare una fuoriuscita più grossa Allen ha dato l'ordine di riaprire la "choke valve" che chiudeva il pozzo.

L'imbarazzo della Bp è palpabile e non ha risposto alle richieste dei giornalisti commentare la lettera di Allen.
Domani Barack Obama parlerà di questo ennesimo fallimento della Bp con il primo ministro britannico David Cameron Obama a Washington, approfittando del summit del Major economies forum che, per colmo dei casi, discute di energia pulita proprio mentre la multinazionale petrolifera britannica non riesce a fermare il più grande disastro ambientale della storia statunitense ed ha invischiato nel suo insuccesso anche Obama, trascinando  in basso il suo gradimento.

Fallito il tentativo di sigillare con il "tappo-imbuto" il disastro della Deepwater Horizon, Doug Suttles, Chief operating officer della Bp, ha detto che la Big Oil ora spera di mantenere il pozzo danneggiato abbastanza chiuso, almeno fino a quando, entro agosto, non saranno completati i preparativi per sigillare il vulcano che erutta greggio da tre mesi con fango e cemento iniettati ad alta pressione. «Speriamo che, se i segnali incoraggianti continueranno, di essere in grado di continuare il test di integrità fino al punto di chiudere il pozzo - aveva detto ai giornalisti prima che Allen rilasciasse la sua dichiarazione - chiaramente non vogliamo rianimare la fuoriuscita nel Golfo se non sarà necessario». Invece, e purtroppo, è proprio quello che è risuccesso.  

Anche se la pressione sul "tappo" era meno di quanto si prevedeva, alla fine dal fondo si sono prodotte altre fuoriuscite, la Bp, scottata dai fallimenti precedenti, ora teme che tappando la falla principale se ne producano altre sul fondale del Golfo, ma dietro questa indecisione ci sono anche dissidi interni fra tecnici e dirigenti e l'incapacità di rispondere alle pressioni politiche sempre più forti che avvertono che non saranno tollerati altri incidenti. Se prima la Bp non sapeva come intervenire, ora teme che intervenendo risolutamente possa far peggio. Quindi tutte le speranze sono riposte nei due "pozzi di soccorso" che dovrebbero alleggerire la pressione, il primo dei quali forse potrebbe essere pronto alla fine del mese. Da li si dovrebbe iniettare fango e cemento per tappare la voragine «in poche settimane».

Quello che è certo è che ci vorranno mesi o forse anni solo per ripulire le acque del Golfo del Messico dal petrolio, tra i  94 e i 184 milioni di galloni, secondo le stime del governo.

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