[22/07/2010] News

Strani boicottaggi: il Giappone vuole costruire centrali nucleari anti-sismiche in Iran

LIVORNO. Che il Giappone sia un alleato di ferro degli Usa è una cosa indiscutibile: il governo del Partito democratico è andato in crisi (e ha perso le recenti elezioni) per non aver rispettato la promessa di sloggiare la detestata base militare (e nucleare) di Okinawa, l'Impero del Sol Levante ha violato la sua Costituzione pacifista per mandare suoi militari ad assistere le truppe Usa nell'occupazione dell'Iraq, Tokyo è la testa di ponte avanzata contro la minaccia nucleare nordcoreana ed ha appoggiato diligentemente tutte le risoluzioni proposte dagli Usa e dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu sugli embarghi economico-nucleari all'Iran... Quindi qualcuno a Washington sarà rimasto probabilmente molto sorpreso dopo aver letto il dispaccio l'agenzia stampa ufficiale iraniana Irna che riporta la proposta dell'ambasciatore giapponese in Iran, Akio Shirota, perché la Repubblica Islamica e il Giappone uniscano le forze per costruire insieme centrali nucleari anti-sismiche.  Le clamorose dichiarazioni dell'ambasciatore giapponese (fino ad ora non smentite da Tokyo) non sembrano un'alzata di ingegno personale, infatti l'Irna spiega che la proposta è stata avanzata da Shirota «nel suo incontro con Alaeddin Boroujerdi, presidente della Commissione sicurezza nazionale e politica estera del Majles, il parlamento iraniano. Shirota ha auspicato la collaborazione tra Iran e Giappone nella costruzione di queste centrali in Iran, mentre Boroujerdi, da parte sua, ha accolto con favore l'idea, affermando che il suo Paese, sotto la supervisione dell'Aiea, è pronto a cooperare con il Giappone sul progetto. Secondo Boroujerdi, la collaborazione nel settore energetico sarà utile per tutti e due i paesi e contribuirà a ristabilire pace e tranquillità nella regione».

I giapponesi, visto il ruolo di  Boroujerdi che si occupa anche di armamenti, non tentano nemmeno di evitare il sospetto di una commistione tra nucleare civile e militare che circonda il dossier atomico iraniano.  L'industria nucleare giapponese ha ormai saturato il mercato interno ed é alla disperata ricerca di mercati internazionali, quello iraniano é uno dei più promettenti per il nucleare giapponese abbastanza a corto di commesse estere e che é costretto a rincorrere i suoi concorrenti asiatici, a cominciare da Russia, Corea del sud e Cina.

Solo qualche giorno fa Ali Akbar Salehi, il direttore dell'Organizzazione per l'energia atomica dell'Iran, aveva annunciato che «la centrale di Bushehr diventerà operativa nel mese di Shahrivar che va dal 23 agosto al 22 settembre». Un altro esempio del fallimento degli ormai incontabili boicottaggi, questa volta perpetrato insieme agli amici russi.

A proposito di boicottaggi, ieri il presidente del Majles, Ali Larijani, ha detto all'agenzia semiufficiale Fars che «Sponsorizzando il nuovo pacchetto di sanzioni Onu contro l'Iran, gli Stati Uniti hanno "insultato" la Turchia e il Brasile, che con Teheran avevano siglato un accordo per lo scambio di combustibile nucleare».

Il presidente Usa Barack Obama, troppo impegnato con il rompicapo afghano per aprire un altro fronte di guerra probabilmente più tragico e irrisolvibile, come vorrebbe Israele, ha detto il 20 giugno, durante la conferenza stampa congiunta con il premier britannico David Cameron, che sul dossier nucleare iraniano «Rimaniamo impegnati per una soluzione diplomatica. Ma il governo iraniano deve comprendere che il percorso della sfida porterà solo più pressione e isolamento». Obama ha chiesto a Teheran di rispettare i suoi  obblighi internazionali e che le sanzioni imposte all'Iran starebbero esercitando pressioni senza precedenti sul regime degli Ayatollah: «Ho ringraziato David, per l'impegno della Gran Bretagna volto ad assicurare nei prossimi giorni forti sanzioni da parte dell'Unione Europea».

Qualcuno forse dovrebbe avvertire anche giapponesi, russi, cinesi e tutti gli altri Paesi che cercano (e trovano) scuse e scorciatoie per evitare di applicare le sanzioni all'Iran. Sarebbe stato anche facile, visto che molti dei volenterosi amici del nucleare della Repubblica islamica sedevano a fianco di Obama e Cameron al Major economies forum sull'energia pulita che si è tenuto a  Washington il 19 e 20 luglio.

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