[23/07/2010] News

Completata la riforma dei servizi pubblici con l'approvazione del regolamento

GROSSETO. Ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al regolamento attuativo della riforma dei servizi pubblici locali, che darà piena attuazione al decreto legge che porta la firma del ministro Andrea Ronchi, e che riguarda i servizi idrici, i rifiuti e il trasporto pubblico locale.
La riforma delle gestioni dei servizi pubblici avverrà a tappe a seconda di come era avvenuto l'affidamento.

Decadranno alla fine di quest'anno le gestioni affidate direttamente senza gara ed entro il 2011, invece, le gestioni in house e quelle delle spa miste qualora non abbiano ceduto almeno il 40% delle loro quote ad un socio privato che dovrà assolvere anche a compiti gestionali.
Potranno andare, invece a scadenza naturale del contratto, tutti gli affidamenti che già hanno proceduto a cedere una loro quota di almeno il 40% a soci privati.

Gli affidamenti potranno essere dati nella formula in house, ovvero a favore di società a capitale interamente pubblico, partecipate dall'ente locale. Con una formula più blanda rispetto a quanto previsto in precedenza questa forma di affidamento (è rimasta solo la soglia superiore a 200mila euro annui del valore del servizio ed è stata tolta quella della popolazione interessata superiore a 50mila abitanti) dovrà comunque sottostare al giudizio dell'Antitrust per un parere preventivo, in assenza del quale è previsto il silenzio assenso.

In pratica per i comuni con una popolazione maggiore a 50mila abitanti ma con affidamento sotto il tetto di 200mila euro, l'in house potrà essere utilizzato senza sottoporre la decisione al parere dell'Antitrust.

Nella richiesta del parere, esclusivamente per i servizi relativi al settore idrico, l'ente che sceglie l'affidamento in house può rappresentare specifiche condizioni di efficienza che rendono quel tipo di gestione comparativamente non svantaggiosa per i cittadini rispetto a una modalità alternativa di gestione dei servizi pubblici locali.

Ovvero chiusura dei bilanci in utile, reinvestimento nel servizio almeno dell'80% degli utili per l'intera durata dell'affidamento; applicazione di una tariffa media inferiore alla media di settore; raggiungimento di costi operativi medi annui con un'incidenza sulla tariffa che si mantenga al di sotto della media di settore.

Il rispetto di queste condizioni sarà oggetto di verifica annuale da parte dell'ente affidante, che ne dovrà inviare gli esiti all'Autorità garante della concorrenza e del mercato. E nel caso la verifica dia esiti negativi l'ente dovrà procedere alla revoca dell'affidamento e provvedere al conferimento della gestione del servizio con altra modalità.

Le società che diventano affidatarie dei servizi in house sono assoggettate al patto di stabilità interno e dovranno ricorrere (come anche quelle a partecipazione mista pubblica e privata) per l'acquisto di beni e servizi, alle disposizioni previste dal codice dei contratti pubblici. E per il reclutamento del personale si dovranno adeguare ai principi del concorso pubblico.

Il regolamento fissa poi confini tra regolazione e gestione del servizio, introducendo in quest'ultimo caso i motivi di incompatibilità per chi ricopre o ha ricoperto funzioni di amministratore nell'ente affidante. Provvedimento che si dovrà applicare solo alle nomine e agli incarichi da conferire successivamente all'entrata in vigore del regolamento stesso. 

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