[23/07/2010] News

Gli investimenti delle multinazionali ci salveranno dal cambiamento climatico?

LIVORNO. La Conferenza Onu per il commercio e lo sviluppo (Unctad) ha pubblicato il suo "World investment report 2010 - Investing in a low-carbon economy" il rapporto annuale sugli investimenti stranieri nel mondo (Global foreign direct investment - Fdi).

L'Unctad spiega che «Il documento esamina le tendenze a livello mondiale, regionale e nazionale e propone nuove iniziative per migliorare il contributo dei Fdi per lo sviluppo, in particolare nel settore della lotta contro il global warming nel quale le società multinazionali possono giocare un maggior ruolo. Gli stimoli alla crescita e per la creazione di posti di lavoro, gli investimenti privati nel mondo sono calati darastica mente dopo la crisi internazionale di questi ultimi due anni».

Second il rapporto però le prospettive sarebbero incoraggianti: «Dopo il calo del 2008 e 2009, I flussi mondiali si sono ripresi. Quest'anno dovrebbero superare i 1.200 miliardi di dollari, avvicinandosi ai 1.400 miliardi di dollari nel 2011 e situandosi tra i 1.600 e i 2.000 miliardi di dollari nel 2012». Secondo l'Onu dal 2010 al 2015 ci vorranno ogni anno 440 miliardi di dollari di investimenti in più per limitare le emissioni di gas serra e per non superare un aumento di 2 gradi della temperatura media mondiale. In questo contesto, l'Unctad mette in risalto la lotta al cambiamento climatico come priorità per la comunità internazionale e l''Onu, con un ruolo essenziale per le multinazionali.

Nella sua prefazione il segretario nazionale dell'Onu Ban Ki-moon scrive: «Con le loro competenze, le loro tecnologie di punta e il loro campo di azione planetario, le multinazionali sono necessariamente dei protagonisti di primo piano negli sforzi mondiali per ridurre le emissioni di gas serra e per passare ad un'ecoonomia a bassa intensità di carbonio».

Il documento spiega che con politiche di incentivazione e un appropriato quadro di regole, le multinazionali potrebbero contribuire molto all'attenuazione del cambiamento climatico e all'adattamento che dovranno realizzare tutti i Paesi.

«Essendo sia importanti emettitrici di CO2 che importanti investitori nelle attività a bassa intensità di carbonio, le multinazionali fanno parte del problema del riscaldamento climatico e della soluzione mirante ad atenuarlo - sottolinea il rapporto - Migliorando i loro processi produttivi nei Paesi di origine e all'estero, fornendo beni e servizi più puliti e apportando capitali e tecnologie di punta indispensabili nei Paesi in via di sviluppo, le multinazionali in effetti posso contribuire direttamente alla lotta contro il cambiamento climatico».

Secondo l'Unctad nel 2009 il flusso di investimenti esteri nei tre settori chiave (energie rinnovabili, riciclo e tecnologie a bassa intensità di carbonio) nel 2009 rappresentavano già 90 miliardi di dollari. L'ammontare totale di questi investimenti é ancora più alto se si tiene conto degli investimenti a bassa intensità di CO2 integrati ad altre attività industriali. In futuro «Le opportunità di investimenti transfrontalieri nelle attività a bassa intensità di carbonio, già importanti oggi, diventeranno enormi, nella misura incui il pianeta passerà ad un'economia a bassa intensità di carbonio».

Con i loro investimenti le multinazionali potrebbero migliorare le capacità dei Paesi in via di sviluppo sia a livello produttivo che nelle esportazioni, favorendo il passaggio ad una green economy.

Per sostenere gli sforzi mondiali contro il cambiamento climatico l'Unctad suggerisce un partenariato mondiale che crei sinergie tra la promozione degli investimenti, dinamizzando quelli a bassa intensità di CO2 a vantaggio della crescita verde e dello sviluppo sostenibile. Un partenariato basato su cinque elementi: «Elaborazione di strategie per la promozione degli investimenti puliti, promozione della diffusione delle tecnologie pulite, soprattutto favorendo I legami tra le multinazionali e le imprese locali per rafforzare r la capacità di assorbimento delle tecnologie pulite dei Paesi in via di sviluppo, introduzione negli accordi di investimenti internazionali esistenti di disposizioni destinate all'attenuazione dei cambiamenti climatici, armonizzazione delle misure sulle emissioni di gas serra per le imprese, soprattutto creando uno standard unico e infine istituire un centro di assistenza internazionale a bassa intensità di carbonio per l'aiuto ai paesi in via di sviluppo, in particolare i Paesi meno avanzati, a formulare ed applicare delle strategie e dei piani d azione nazionali che limitino l'impatto dei cambiamenti climatici».

 

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