[14/08/2009] News

Cultura al macero e libri riciclati

LIVORNO. Nel 2006, ultimo anno per il quale sono disponibili i dati, sono state stampate in Italia 268 milioni di copie di libri (per una tiratura media di 4300 copie), escludendo però tutti quelli stampati per essere venduti insieme a quotidiani e riviste. Il dato lo fornisce l'ufficio studi dell'Aie (associazione italiana editori), ma quello che a noi interessa maggiormente è la percentuale relativa alle copie invendute: il 35% della tiratura totale di libri finisce infatti al macero.

Fermo restando che si tratta comunque (generalmente) di un'operazione virtuosa di riciclo della carta (pur sapendo che ogni chilo di carta riciclata produce circa 400 grammi di scarti tra pulper e fanghi di cartiera), lo spreco (se non altro per l'aspetto culturale)appare enorme, anche perché di solito la scelta di portare i libri al macero è l'ultima che viene presa in considerazione dagli editori, sia per le difficoltà burocratiche sia per mere motivazioni economiche (alle quali si contrappone però la necessità di svuotare i magazzini per far posto alle nuove pubblicazioni).

La vendita a stock dell'invenduto garantisce infatti un introito pari al 5-7% del prezzo di copertina, mentre per andare al macero in base alla normativa italiana, è necessario per prima cosa inviare una comunicazione all'agenzia delle entrate e alla guardia di finanza specificando: prezzo di acquisto, valore ricavabile dal riciclo, il giorno e l'ora previsti per la macerazione e la ditta incaricata a farlo.

Prima di sancire la definitiva morte delle copie invendute la legge sul diritto di autore prevede che questi sia avvisato e abbia la possibilità di acquistare le copie alle stesse condizioni che avrebbe l'editore se le avviasse al macero.
Se però in recenti interviste responsabili di Hoepli hanno affermato che la media di copie macerate in Italia per ogni editore è intorno al 5-6%, altri grandi gruppi editoriali preferiscono gestire questo aspetto in blindati ‘uffici per la gestione del macero', facendo intuire la complessità e probabilmente l'ampiezza di un simile fenomeno, che solo in parte la tecnologia è riuscita a ridurre nel corso degli ultimi anni: la stampa digitale infatti ha permesso di tenere in catalogo libri a rotazione bassa stampando le copie solo e se servono.

L'avvento di internet invece sembrerebbe spingere in direzione opposta: oggi i libri si comperano sempre più in rete e mentre prima tutto dipendeva dalla visibilità di un titolo e quindi poteva essere plausibile investire su pochi e spesso rinnovati best-seller, internet ha creato un mercato di nicchia, (il 25% delle vendite su Amazon riguarda per esempio libri non sono compresi fra i 100 mila più venduti) che porta sì a un allargamento della cultura, ma anche a un maggior numero di singole tirature.

In ogni caso un significativo spreco di risorse, sulla cui migliore gestione occorrerebbe investire per cercare di ridurre al minimo i disagi ecologici ed economici.

E sono ancora troppo pochi i casi in cui i libri destinati a divenire carta riciclata potrebbero essere regalati, per esempio a biblioteche pubbliche e o private. O andare a far parte dei pochi titoli a disposizione delle biblioteche scolastiche che nella maggior parte dei casi si tengono solo grazie all'iniziativa di qualche docente e alla generosità di pochi genitori. Sarebbe un po' come avviare una cultura del riciclo che non passa solo dalla materia ma prende in considerazione anche le idee e la loro diffusione.

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