[02/08/2010] News

Verso Cancun: oggi a Bonn a riprendono i negoziati sul clima

FIRENZE. Il monsone sta colpendo duramente il nordovest del Pakistan nella zona a confine con l'Afghanistan. Le piogge hanno distrutto strade, ponti, case ma soprattutto le fonti ufficiali parlano di almeno 800 morti, un bilancio gravissimo per quelle che sono state registrate come le piogge più intense cadute nel Paese.

Gli eventi climatici estremi che ormai si susseguono sempre più frequentemente rimandano agli appuntamenti istituzionali sull'emergenza clima, questi programmati a cadenze più ravvicinate ma ancora non cogenti rispetto agli accordi sulle politiche da attuare per ridurre i gas serra.

A Bonn oggi aprono i lavori di una conferenza di "passaggio" che traghetterà la discussione verso l'appuntamento decisivo di Cancun (Messico), dove dal 29 novembre al 10 dicembre prossimi si terrà la 16/a Conferenza Onu sul clima (Cop 16). Una tappa intermedia è prevista ad ottobre in Cina.

In Germania in questi giorni (fino al 6 agosto), si confrontano due gruppi di lavoro: il primo si occupa degli ulteriori impegni da assumere da parte dei paesi sviluppati, nell'ambito del Protocollo di Kyoto, il secondo coinvolge tutti i paesi, inclusi Cina e Usa, e si occupa di "azioni di cooperazione a lungo termine".

Trovare un accordo globale sul clima per il periodo successivo alla scadenza del protocollo di Kyoto pare ad oggi quasi impossibile e i recenti negoziati tenuti ancora a Bonn nello scorso giugno lo confermano: ogni "blocco" continua per la sua strada. Il testo della bozza di accordo è stato definito "squilibrato" dal Gruppo di 77 Paesi in via di sviluppo più la Cina secondo i quali l'onere dei tagli delle emissioni colpisce troppo i paesi più poveri e non abbastanza quelli ricchi.

D'altra parte gli Stati Uniti hanno definito "inaccettabili" alcuni elementi del testo e hanno messo nel cassetto la loro legge sul clima, annunciata nella Conferenza di Copenaghen. Intanto la Ue ad ottobre, al Consiglio dei ministri dell'ambiente, dovrebbe aprire un confronto sul possibile cambio dell'obiettivo di riduzione dei gas serra, dal 20% al 30% entro il 2020, ma sappiamo che almeno ad oggi non c'è unità di intenti: a favore Francia, Germania e Gran Bretagna e nel gruppo dei contrari, guarda caso figura l'Italia.

In questo quadro "energie fresche" sono arrivate dal nuovo segretario esecutivo della Unfccc (Convenzione quadro dell'Onu sui cambiamenti climatici) Christiana Figueres, insediata agli inizi di luglio al posto del dimissionario Yvo de Boer, che ha messo a punto una serie di proposte per "alleggerire" le procedure e velocizzare la ratifica dei prossimi accordi. In caso contrario- come spiegano dall'Unfccc- il rischio è quello di ritrovarsi alla scadenza del protocollo di Kyoto in un pericoloso vuoto normativo, che non solo renderebbe vani gli sforzi di anni di lavoro della convenzione Onu, ma farebbe andare in crisi il cosiddetto "mercato del carbonio", che incentiva uno sviluppo maggiormente compatibile con l'ambiente.

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