[02/08/2010] News toscana

Dpef, green economy ed energia: si può dire (e fare) di più

LIVORNO. Fa certamente piacere che il Dpef 2011 della Regione Toscana reciti senza giri di parole  e in maiuscolo che: «in risposta alla crisi la Toscana crede che lo sviluppo economico, sociale e ambientale sia LA PRIORITA' da affrontare per assicurare alle generazioni presenti e future il benessere conquistato dalle generazioni passate».

Dal punto di vista dell'impostazione, l'aver messo sullo stesso piano lo sviluppo economico con quello sociale e ambientale è di per sé lapalissiano ai nostri occhi, ma non scontato. Osserviamo però che sempre dal punto di vista lessicale, lo stesso metro non è stato usato per tutto il documento. Tant'è che già come esplicitazione delle politiche "volte a orientare la Toscana" si scinde subito l'aumento della produttività (creare/migliorare le condizioni per il rafforzamento delle imprese) dal "Promuovere uno sviluppo sostenibile e rinnovabile", rafforzando la spinta verso la green economy «come opportunità per rilanciare la ripresa, in stretto rapporto con i caratteri del patrimonio territoriale toscano, anche attraverso la trasformazione dei modelli di produzione e consumo, il recupero di efficienza e la modernizzazione del sistema produttivo».

L'economia ecologica è una, nella teoria della stessa, non c'è da una parte l'economia e dall'altra l'economia ecologica, non si può aumentare la produzione, insomma, se non eco-logicamente. E se si pensa a un refuso, la cosa è ancor meglio esemplificata dopo, quando sotto il titolo "Sostenibilità, qualità del territorio e dell'infrastrutturazione", si parla di "Politiche ambientali" - che non si sa cosa significhi - con al seguito chiara spiegazione di cosa si intenda per green economy: «un motore di sviluppo».

Esercizi di stile da parte nostra? Tutt'altro, perché purtroppo essendo esplicitate assai poco le azioni cogenti che si intendo fare, giocoforza tocca attaccarsi alle parole. Limitandosi in questa prima analisi all'energia (che peraltro nel capitolo 5 sembra appunto essere l'unico sbocco della green economy) leggiamo quanto segue: «Negli ultimi anni si è assistito a una forte crescita dell'energia prodotta da fonti rinnovabili (eolico, solare, geotermico, idroelettrico e biomasse) in linea con gli obiettivi fissati dall'Unione Europea per il 2020 e fatti propri dal Piano di indirizzo energetico regionale, in materia di rafforzamento del mercato delle rinnovabili e promozione dell'efficienza energetica. Tale obiettivo è un'occasione di sviluppo, non certo un vincolo, in quanto sostenibilità energetico-ambientale e ripresa economica sono fortemente complementari».

«La Regione - si legge ancora - proseguirà il proprio impegno nella riduzione della dipendenza da combustibili fossili e della produzione di gas climalteranti, attraverso l'incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili. Per il raggiungimento di questo obiettivo le politiche industriali regionali dovranno saper orientare la riconversione o la nascita di nuove imprese impegnate nella produzione di energia o di componenti necessari a tal fine. Tra le aree di intervento, attenzione particolare potrà essere riservata alla ecoedilizia ed alle agrienergie. Esistono già delle eccellenze in Toscana che, seguendo una logica di filiera, potrebbero svolgere un ruolo di traino sia sul piano produttivo che occupazionale. Risulta fondamentale anche intervenire sulle aree industriali esistenti, costituendo dei distretti industriali green; promuovendo interventi di efficienza energetica sia sugli immobili che nei processi produttivi; favorendo la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili (FER), riducendo così il costo dell'energia; favorendo l'organizzazione del distretto secondo la logica delle aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA) - un nuovo strumento di politica ambientale finalizzato a conseguire, insieme alla salvaguardia dell'ambiente, della salute e della sicurezza, anche la competitività delle imprese, favorendo in via prioritaria la riqualificazione delle aree produttive esistenti e l'individuazione di nuove aree produttive che, nella logica del riuso, utilizzino quelle già compromesse quali ad esempio i SIN e i siti industriali dismessi, garantendo una mobilità sostenibile, il recupero delle acque, la gestione dei rifiuti di processo, ecc».

Bene, progetti?
«Il progetto della Regione di realizzare un distretto energetico della costa parte dalla constatazione che lungo la costa toscana e nelle vicinanze della stessa si concentra la produzione di energia elettrica regionale, sia da fonti tradizionali, sia da fonti rinnovabili. L'obiettivo è quello di creare un polo strategico che sia nel contempo leader nella produzione energetica da rinnovabili, unendo alla produzione geotermoelettrica, unica in Italia, quella derivante dallo sfruttamento della fonte solare, eolica e da biomasse, e destinatario di importanti impianti e infrastrutture energetiche. Nel distretto saranno messe a sistema la ricerca e il mondo imprenditoriale, stimolando la produzione di impianti per la produzione di energia da rinnovabili, la riconversione delle centrali elettriche inquinanti e la bonifica dei siti industriali dismessi. Partendo dalla individuazione fisica di questo distretto e favorendo la sinergia tra diversi comparti economici sarà quindi possibile delinearne non soltanto i contorni geografici, ma anche gli elementi di forte caratterizzazione e sviluppo».

Al momento però è certo solo che nell'area «troveranno collocazione grandi infrastrutture energetiche di livello nazionale ed internazionale, come il rigassificatore off shore di OLT, la cui entrata in esercizio è prevista per la metà del 2011, ed il metanodotto algerino Galsi, ancora in fase di valutazione di impatto ambientale, cui è associata anche la possibile metanizzazione dell'isola d'Elba». Non solo «Il rigassificatore di Rosignano, qualora ottenga la verifica positiva di valutazione di impatto ambientale, verrà valutato nel contesto industriale in cui andrà a collocarsi, a partire dalla riqualificazione ambientale del sito Solvay, dalle ricadute occupazionali ed economiche per l'area interessata, nonché dagli interventi di mitigazione sul fronte della produzione energetica da rinnovabili». Ma ci sarebbe da dire che ci sono due impianti a biomasse di prossima costruzione a Livorno e uno già attivo in provincia di cui invece non vi è traccia nel documento...

Onestamente qui di sviluppo di energie rinnovabili non c'è traccia, e l'utilizzo del gas - legittimo - andrebbe spiegato in altro modo, ovvero come energia di transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili visto che pur essendo parte delle prime è meno impattante del petrolio e dei suoi derivati. Inoltre appare chiaro anche da qui come lo strumento del Pier sia quantomeno da aggiornare, per non dire da riscrivere, visto che partita da una certezza: che ci sarebbe stato solo un rigassificatore che se non voleva dire che fosse sicuramente quello di Livorno, non voleva dire neppure che ce ne sarebbero stati due, sempre impostando la cosa sul significato delle parole.

Inoltre, da un punto di vista proprio della sostenibilità è chiaro che il giusto sviluppo anche dell'utilizzo delle biomasse in quanto fonti rinnovabili non può prescindere da una legge che non si limiti a dare indicazioni come il Pier ma stabilisca sanzioni per chi non rispetta le linee guida, altrimenti proseguiremo con impianti in ogni dove in spregio a qualunque principio di sostenibilità ma col paradosso che si fanno in nome della stessa!

Si dice poi che «verrà definito il futuro delle centrali elettriche di proprietà Enel di Piombino e Livorno» frase anche questa ambigua perché sono anni che si parla del destino di queste due centrali, ma anche quando si è avuta l'occasione non si è mai dato seguito ad un'azione concreta (vedi ad esempio legare l'ok al rigassificatore di Livorno proprio alla riconversione della centrale come compensazione ambientale). Dal nostro punto di vista, quindi, riteniamo che si potesse fare molto meglio pur riconoscendo alla Regione di aver proseguito l'opera del precedente Dpef, che assumeva la sostenibilità come criterio direttore di tutte le politiche. La prova provata saranno comunque gli obiettivi che si raggiungeranno, noi nel frattempo proseguiremo nei prossimi giorni con l'analisi del documento.

 

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