[02/08/2010] News

Denuncia 50 problemi di progettazione e sicurezza nel “vit plant” nucleare di Hanford: licenziato

LIVORNO. Sarebbero stati tagliati 12,3 miliardi di dollari destinati alla sicurezza e progettazione del "vit plant", l'impianto di vetrificazione del sito nucleare statunitense di Hanford (Nella foto), a rivelarlo è stato Walter Tamosaitis, l'ex responsabile research and technology del progetto e alla guida del  contracting team fino a che non é stato licenziato all'inizio di luglio.

Secondo quanto scrive The News Tribune, Tamosaitis dopo essere stato allontanato dal suo incarico dopo che ha chiesto al Nuclear facilities safety board di indagare, dicendo che crede di essere stato sollevato dal progetto per aver espresso le sue preoccupazioni in merito alle future operazioni di sicurezza nell'impianto.

In una lettera, il presidente del  board, Peter Winokur, spiega che «La rappresaglia ha avuto un effetto immediato agghiacciante sulla qualità del progetto di sicurezza, lasciando gli altri dipendenti indecisi se sia il caso di sollevare problemi» e riferendosi a Tamosaitis sottolinea che «Il board lo sta prendendo sul serio, stiamo indagando su di lui. E' un individuo credibile. Il board sta controllando i problemi di sicurezza sollevati da Tamosaitis, ma non ha il potere di affrontare le sue accuse di ritorsioni». Il Congresso Usa ha istituito il Nuclear facilities safety board come organo esecutivo del governo federale per fornire una supervisione indipendente e complessiva dell'armamento nucleare statunitense.

Il contratto del Dipartimento per l'energia Usa (Doe) per l'impianto di Hanford se lo è aggiudicato la Bechtel National e prevede il trattamento di rifiuti altamente radioattivi derivati dalla produzione di plutonio per il Nuclear weapons program Statunitense. Tamosaitis lavorava per l'Urs, il principale subappaltatore della Bechtel nel progetto. Dopo che la denuncia è diventata di pubblico dominio, l'Urs e la Bechtel hanno detto  che stanno prendendo sul serio le questioni sollevate da Tamosaitis .

La Bechtel National respinge però le accuse di aver ignorato i problemi di sicurezza per risparmiare e in un comunicato giura che «La nostra cultura della sicurezza e della qualità nucleare incoraggia tutti i dipendenti ad avere un atteggiamento dubitativo. In quanto tale, ci aspettiamo che lo staff interno e gli esperti tecnici esterni identifichino e presentino le questioni di sicurezza, progettuali e operative».

La cosa che non quadra è che fino al suo licenziamento, Tamosaitis avesse un budget di 500 milioni dollari in sette anni e che il suo gruppo di lavoro avesse ricevuto da poco un bel pacchetto di dollari per andare avanti altri  2 - 3 anni. Ora la Bechtel assicura che gli è stata data fiducia per presentare il progetto in discussione al safety board , ai regolatori, al Doe e ai media.

L'Urs, dopo averlo messo alla porta, dice che continuerà ad impiegare Tamosaitis, e in un comunicato dichiara che lavorerà alla risoluzione dei problemi del " technical tank mixing" dopo la chiusura del "vit plant". Tamosaitis sarebbe stato semplicemente riassegnato ad altro incarico e non lavorerebbe quindi più  al progetto del vit plant o alla gestione del personale , anche se gli è stato prospettato un lavoro fuori dell'area di Hanford, inoltre l'azienda fa subdolamente rilevare che «Questo supervisore ha anche abbandonato un progetto per un lavoro altrove». Ma Tamosaitis, 63 anni, ha detto che non gli è stato dato alcun avviso che il suo lavoro nel vit plant  stava finendo, semplicemente è stato convocato il 2 luglio, mentre era in ferie, e pensava di dover discutere gli  ultimi dettagli del passaggio dal suo project group ad un nuovo lavoro, visto che il lavoro esistente era quasi ultimato, invece gli è stato tolto il telefono aziendale e il suo badge ed é stato scortato fuori dall'Urs senza poter prendere nemmeno  gli oggetti personali alla sua scrivania.

La colpa di Tamosaitis era quella di aver parlato il giorno prima, durante una riunione alla Bechtel, di una lista di 50 problemi nell'impianto. Eppure a giugno era stata proprio la Bechtel a chiedere ai manager di raccogliere e presentare gli eventuali problemi che si presentavano per il progetto del vit plant che dovrebbe essere progettato, costruito ed entrare in funzione 2019. Tra i 50 problemi di Tamosaitis ce n'era qualcuno veramente indigesto, che rischiava di far saltare l'ambizioso crono programma: come i dettagli su come prevenire le particelle pesanti di plutonio finissero sul fondo dei depositi e il processo di utilizzo e smaltimento degli acidi necessari per pulire i filtri estremamente fini dalle scorie.

Intervistato da The News Tribune, Tamosaitis spiega che durante la riunione alla Bechtelqualcuno ha detto che forse Tamosaitis voleva "choke on the cherries" quando la merenda era già servita, il che, tradotto in italiano, equivale più o meno a sparecchiare la tavola imbandita. Tamosaitis sarà anche un tecnico molto esperto ma è certamente ingenuo: nella sua lettera al safety board scrive che «Mentre io lo avevo chiaramente preso come uno scherzo, a mio parere, questo commento inappropriato fatto da un senior Bechtel Project manager del Wtp (Waste treatment plant ), riflette l' atteggiamento gestionale della Bechtel ed è coerente con l'attuale cultura e le performance negative della sicurezza della Bechtel. Il personale che in passato ha sollevato problemi riguardanti la sicurezza sono stati oggetto di derisione da parte della Bechtel. I problemi di sicurezza sono state sistematicamente sottovalutati durante le revisioni dal  project management Bechtel, inclusa la prevenzione delle criticità per garantire che l'impianto funzioni in maniera sufficientemente efficiente per completare il lavoro entro 40 anni. Credo che le pratiche che ho osservato e l'esperienza nella Wtp per di cercare di eliminare le preoccupazioni di sicurezza, di progettazione ed altre  possono influenzare negativamente il futuro della salute e della sicurezza pubblica, come risultato di un progetto meno rispetto e inadeguato per le scorie, pagato dai contribuenti».

Ora, a due mesi dal licenziamento del dirigente la portavoce della Bechtel National, Suzanne Heaston, assicura che «Tutte le 50 questioni individuate dal gruppo di Tamosaitis sono state affrontate. I problemi sono stati rigorosamente valutatie, gli è stata data una priorità e quindi sono stati monitorati per arrivare ad una soluzione. Il nostro processo di progettazione è aperto e visibile ai lavoratori ed agi stakeholders, ed anche esperti di valutazione indipendenti hanno individuato i problemi e convalidato lavoro il lavoro del Wtp».

Il portavoce del Dipartimento federale dell'energia, Carrie Meyer, spiega il pilatesco atteggiamento del dipartimento di fronte all'affaire Tamosaitis: «Il Doe non è coinvolto in questioni riguardanti il personale degli appaltatori, ad eccezione di alcuni manager chiave individuati nei contratti, che non comprendono Tamosaitis. Il Doe si aspetta che gli eventuali accresciuti problemi tecnici o di sicurezza siano attentamente valutati e risolti. Il Doe si è assicurato che il vit plant project implementi i processi di revisione trasparente per risolvere eventuali problemi tecnici o di sicurezza».

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