[03/08/2010] News toscana

Dpef, green economy e rifiuti: buoni obiettivi, speriamo nelle buone pratiche

LIVORNO. In materia di rifiuti, gli obiettivi dell'azione regionale delineata dal Dpef 2011 consisteranno sostanzialmente in tre punti. Il primo è «minimizzarne la produzione». Intento sicuramente virtuoso, peccato che non si sprechi neppure una riga per spiegare come si intenda raggiungere questo obiettivo. In passato la regione aveva sondato la strada degli accordi con la grande distribuzione ma un po' per l'accoglienza tiepida da parte delle imprese (per usare un eufemismo), un po' perché effettivamente la riduzione è propria della politica economica e della politica fiscale, i risultati sono stati piuttosto scarsi, anche perché si trattava di ‘inviti', non certo di obblighi o di incentivazioni concrete. Tanto che alla fine l'obiettivo di minimizzare la produzione dei rifiuti, in realtà si trasforma quasi sempre "in minimizzare la produzione dei rifiuti che finiscono in discarica", grazie a piccole buone pratiche, come i distributori alla spina. 

Anche sul secondo obiettivo ci sarebbe molto da dire, a rischio di essere pedanti (e anche questa non è una novità!), ma siccome le parole sono importanti qualcosa non torna quando si dice: «potenziare la raccolta differenziata migliorando il recupero e riciclo, trattando la parte residua attraverso il recupero energetico e la sperimentazione di altre forme di smaltimento, al fine di ridurre il conferimento in discarica».

La raccolta differenziata infatti è una cosa, il recupero e il riciclo sono un'altra cosa e invece troppo spesso vengono confuse alimentando l'idea sbagliata che tutto ciò che viene raccolto in modo differenziato automaticamente venga riciclato, quasi ci fosse una bacchetta magica. Bacchette magiche invece non ce ne sono, neppure il porta a porta lo è nonostante così venga presentato (vedi l'intervento che ospitiamo oggi dell'assessore all'ambiente del Comune di Capannori, link a fondo pagina) dai promotori della strategia (virtuale, come ammise lo stesso sindaco di Capannori anni fa) "rifiuti zero": il porta a porta è una strategia di raccolta differenziata, spesso buona in sé, ma assolutamente insufficiente se poi non vi sono impianti per il trattamento e il riciclo delle diverse tipologie di rifiuti, o se essi sono troppo lontani e non permettono di chiudere virtuosamente il ciclo nel territorio.

Il tema è in realtà il terzo macro-obiettivo del Dpef 2011, che punta ad «accelerare la realizzazione del sistema impiantistico, migliorando l'efficienza degli impianti esistenti, a garanzia dell'autosufficienza del ciclo integrato dei rifiuti». Anche in questo caso manca il "come" visto che in tutta la regione fioriscono comitati e battaglie pseudo-ambientaliste contro qualsiasi impianto (anche se di riciclaggio), mentre le istituzioni si rimpallano le decisioni e le rinviano (un esempio è proprio l'impianto di compostaggio che da anni si cerca di realizzare nel comune di Capannori) e gli impianti in funzione per un motivo (vedi sequestro dell'impianto di Falascaia) o per l'altro (vedi i problemi per l'ampliamento della discarica di Terranuova Bracciolini) vengono meno col rischio un giorno di dover arrivare a scongiurare l'emergenza rifiuti per decreto, autorizzando l'ampliamento delle discariche esistenti.

Questione non ignorata dal Dpef 2011 dove si legge che «la Giunta regionale si impegna ad effettuare una verifica attenta dello stato di attuazione della legge regionale 22 novembre 2007, n. 61 esercitando in caso di inadempienza i poteri sostitutivi previsti dalla legge stessa». Poteri che effettivamente finora non sono stati esercitati (per esempio in questa legge sono previste sanzioni per gli enti che non rispettano l'obbligo di acquisti verdi, che permetterebbe invece di rilanciare il mercato dei prodotti realizzati con materiale riciclato)  e che probabilmente non saranno mai esercitati, anche se teoricamente si potrebbe arrivare fino al commissariamento dei comuni inadempienti sui vari obblighi, compresi quelli relativi agli acquisti verdi.

Il dpef 2011 fa poi il punto di quanto è stato fatto e degli investimenti attivati su questo fronte negli ultimi anni: «Dal 2007 sono stati impegnati 38,2 milioni: 7,5 per ridurre la produzione dei rifiuti urbani e 30,7 per migliorare la raccolta differenziata. Una parte di queste risorse, 14 milioni, è stata prevista dal protocollo di intesa per lo smaltimento dei rifiuti firmato a gennaio 2007 tra la Regione, le Province di Firenze, Prato e Pistoia, il Circondario Empolese-Valdelsa e i Comuni interessati.

Secondo i dati certificati 2008 (validati, ndr) la raccolta differenziata sfiora il 37%; la produzione pro-capite di rifiuti urbani è passata da 693 a 684 kg in un anno; l'impegno è ora il riciclo effettivo dei materiali raccolti: per questo a gennaio 2010 la Regione e numerosi soggetti pubblici e privati hanno firmato tre accordi in materia di riutilizzo dei rifiuti e dei prodotti ottenuti dalla raccolta differenziata, in particolare la plastica e il compost». E qui il nodo è tutto finanziario, visto che le prediche e la minaccia di sanzioni non hanno sortito alcun effetto. Se servono incentivi per la raccolta differenziata altrettanti ne servono (ne devono essere investiti) sul favorire il riciclaggio effettivo e sul riacquisto di ciò che viene riprodotto con le materie prime seconde derivate dalle raccolte differenziate.

Torna all'archivio