[17/08/2009] News

Al via la prima centrale a idrogeno (anche se di supporto al carbone)

LIVORNO. A quattro anni dall'annuncio è divenuto operativo il progetto Enel definito dall'azienda «la più grande centrale per la generazione di energia elettrica ad altissima efficienza, "zero emissioni" e di taglia industriale (20 Megawatt), alimentata a idrogeno». Nelle previsioni la centrale a idrogeno sarebbe dovuta entrare in funzione entro il 2007, ma con due anni di ritardo e un relativo aggravio delle risorse (47 milioni contro i 33 previsti che comprendono anche un contributo di 4 milioni da parte della regione Veneto e del ministero Ambiente) la centrale a idrogeno di Fusina ha fatto partire le prime turbine e ha prodotto i primi chilowattora di energia con idrogeno.

L'idrogeno che brucia a Fusina è prodotto da un altro impianto presente nell'area di Marghera, quello di Polimeri Europa, che lo ottiene come scarto nel cracking per la produzione di etilene e che lo veicola alla centrale attraverso un idogenodotto avviato da pochi giorni.
La centrale a idrogeno di Fusina è un impianto sperimentale che si colloca nei progetti di Hydrogen park, il Consorzio nato nel 2003 su iniziativa dell'Unione Industriali di Venezia, con il sostegno della Regione Veneto e del Ministero dell'Ambiente, allo scopo di promuovere nell'area di Porto Marghera lo sviluppo e le applicazioni delle tecnologie dell'idrogeno nel settore del trasporto e della generazione.

La potenza è di 12 Mw, cui se ne aggiungono altri 4 Mw generati attraverso il vapore che si sviluppa nel processo di combustione dell'idrogeno e che ricondotto nella altre unità, è in grado si sviluppare questa ulteriore potenza in termini di energia elettrica.
Sono infatti già presenti nell'area di Fusina 4 unità a carbone, e di queste una funziona bruciando in co-combustione assieme al carbone, cdr per circa 70.000 tonnelate l'anno.

L'energia prodotta dalla centrale a idrogeno sarà pari a circa 60 milioni di kwh l'anno, e secondo previsioni, sarà in grado di soddisfare il fabbisogno di 20 mila famiglie, evitando l'emissione in atmosfera di oltre 17mila tonnellate di anidride carbonica (C02).
Anche se al contempo se ne produrranno diverse migliaia di tonnellate grazie alle altre unità che invece funzionano e continueranno ad essere alimentate a carbone.

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