[05/08/2010] News

Sempre pił a rischio il gasdotto South Stream

LIVORNO. Il primo ministro dell'Ucraina, Nikolai Azarov, in un'intervista al quotidiano russo Vzgliad lancia l'ennesimo guanto di sfida al gasdotto che Eni e Gazprom vorrebbero far passare sotto il Mar Nero per aggirare il suo Paese: «Kiev ha l'intenzione di modernizzare i suoi gasdotti per aumentare il transito di gas russo attraverso l'Ucraina e condurre Mosca a rinunciare al progetto South Stream. Proporremo ai nostri partner russi un'alternativa al progetto South Stream. Si tratta di modernizzare i nostri gasdotti meridionali in modo da portare la loro capacità al livello del South Stream. Ancora meglio, il gas sarà avviato verso lo stesso punto dell'Ue: la città bulgara di Burgas. Il nostro progetto costerà un miliardo di dollari, cioè 25 volte meno caro di South Stream».

Il ritrovato rapporto fraterno (ma forse sarebbe meglio dire di sudditanza) con Mosca e il fatto che dall'Ucraina transiti già l'80% del gas russo verso l'Ue, potrebbe indurre Mosca ad abbandonare l'idea di realizzare il gasdotto South Stream che era stato pensato dopo le guerre del gas con il passato governo "arancione" filo-occidentale dell'Ucraina. Se Kiev riuscisse davvero a dimostrare di poter far passare dalle sue tubazioni rinnovate i 63 miliardi di m3 di gas promessi da South Stream il troncone sottomarino di 900 km diventerebbe inutile.

Una rinuncia che servirebbe a Mosca per riportare definitivamente l'Ucraina dentro la sua orbita e un bel problema per la nostra Eni che attualmente ha il 50% delle quote di South Stream AG (ma ne cederà il 10% alla francese Edf), l'altro 50% è di Gazprom che si è impegnata a mettere in servizio il gasdotto entro il 2015. Un affare da 25 miliardi di euro.

Ma l'Eni più di quello che dice Azarov  si è preoccupata probabilmente di più per quello che ha detto ad Azarov Il commissario europeo all'energia Günther Oettinger durante la sua visita ufficiale a Kiev: «La fornitura del gas russo attraverso l'Ucraina resta un modo più affidabile e più redditizio del gasdotto in gestazione South Stream per avviare il combustibile blu verso l'Europa. E' la via migliore, perché si tratta di un asse di invio diretto che permette  la più grande affidabilità tecnica così come la più grande sicurezza. Così attualmente stiamo dialogando per determinare come investire al meglio nella rete di trasporto ucraina e di come questi investimenti diventeranno in futuro il miglio progetto, migliore del progetto South Stream».
Una bella coltellata alle spalle dell'Eni (magari con un occhio all'altro progetto Nabucco, da sempre più gradito all'Ue) e probabilmente un altro sgarbo che l'amico Putin si appresta volentieri a fare all'amico Berlusconi, per riallargare verso occidente i confini del suo impero.

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