[06/08/2010] News

Eolico: Legambiente richiama ad un'operazione verità

FIRENZE. Legambiente richiama ad un'operazione verità sull'eolico, definito settore strategico per il futuro dell'Italia, Paese che ha necessità di un rilancio dell'economia in direzione "green" per uscire dalla crisi.

L'eolico in tal senso fornisce già oggi risposte convincenti: occupa 25 mila persone e fornisce elettricità a basso impatto a 4 milioni di famiglie. Per questo l'eolico va difeso, con grande energia, dai fenomeni corruttivi e da qualsiasi tentativo d'infiltrazione d'interessi illeciti o, peggio ancora, della criminalità organizzata, ha sottolineato l'associazione ambientalista, che difende il settore da attacchi strumentali.

I numeri sono spesso più convincenti di tante parole e quindi Legambiente mette sul tavolo alcuni esempi: i circa 5.200 MW installati sono distribuiti in 297 comuni, cioè in una porzione di territorio molto limitata (pari il 3% dei comuni italiani). Eppure, nei confronti dell'eolico l'attenzione mediatica è fortissima, ben maggiore di quella che, ad esempio, esiste nei confronti di fenomeni più devastanti come quello delle cave che vede 18 mila siti, tra attivi e abbandonati, in Italia, con una situazione particolarmente devastante nel Mezzogiorno, o della cementificazione del territorio, con oltre 450mila abitazioni illegali costruite negli ultimi 15 anni.

La percezione dell'impatto ambientale è quindi molto superiore alla realtà anche se è necessario valutare contesto per contesto nel rispetto dell'ambiente, paesaggio compreso. Per quanto riguarda il rischio di infiltrazione da parte della criminalità in questo settore, Legambiente ha censito 7 inchieste rilevanti, condotte dal 2006 a oggi, che riguardano l'eolico, in particolare in cinque regioni: Sardegna, Sicilia, Campania, Puglia e Calabria.

Nonostante la presenza invasiva in queste regioni delle organizzazioni mafiose, l'eolico è di gran lunga il settore economico meno condizionato da fenomeni criminali e d'illegalità basta confrontare questi numeri con quelli del traffico illecito di rifiuti oppure con quelli del ciclo illegale del cemento. Nello specifico- spiegano ancora da Legambiente- ad oggi non c'è pressoché traccia di energia eolica "illegale" che viaggi nella rete elettrica (i provvedimenti cautelari scaturiti dalle inchieste sono quasi sempre stati emessi durante le fasi di progettazione e autorizzazione, bloccando gli impianti ancora sulla carta, prima che si realizzassero le opere e che i parchi cominciassero a produrre energia).

L'associazione ambientalista infine, smentisce anche un'altra "voce": non è possibile beneficiare di fondi europei o pubblici per la realizzazione degli impianti eolici, dato che da tempo in Italia gli incentivi vengono concessi solo per l'energia elettrica effettivamente prodotta.

«Rappresentare l'eolico come un'attività in mano alla mafia sostenendo che gli impianti beneficino di incentivi anche se sono fermi o dire che migliaia di impianti devastanti per il paesaggio producano solo pochissima energia significa dire il falso - ha sottolineato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - Il vero problema è la mafia e i fenomeni di corruzione e non l'eolico, che anzi è vittima, come tante altre attività imprenditoriali, del controllo del territorio da parte della criminalità organizzata. Certo non si devono nascondere errori e sottacere speculazioni da parte di alcuni imprenditori, e anzi va ribadito che l'assenza di regole ha portato a realizzare in alcune parti del Paese impianti mal progettati e poco integrati». Se "disordine" c'è stato in qualche area, ciò è dovuto all'assenza di linee guida nazionali, quindi ogni territorio si è gestito autonomamente condizionato talvolta da "mani poco pulite".

«Una corretta valutazione dei fenomeni d'illegalità non deve, comunque, indurre ad abbassare la guardia. Anzi, al contrario - ha continuato Cogliati Dezza - Se, come ci auguriamo, l'energia eolica conoscerà in Italia un ulteriore sviluppo, potranno aumentare anche i rischi d'infiltrazione mafiosa o di altri interessi illeciti, a cominciare dai fenomeni corruttivi già emersi per la scelta delle localizzazioni. Deve essere rafforzato, quindi, il sistema delle regole e dei controlli, insieme all'attività di prevenzione e repressione da parte delle forze dell'ordine e della magistratura. Isolare ed espellere gli interessi criminali dal mercato dell'energia eolica deve rappresentare un obiettivo prioritario per chi ha davvero a cuore il futuro di questa fonte rinnovabile e pulita. Trasparenza amministrativa, attenzione alla tutela paesaggistica e ambientale, rigore nella denuncia di qualsiasi tentativo d'infiltrazione o di condizionamento mafioso e criminale, sono principi fondamentali per difendere una delle migliori fonti rinnovabili che esistono, in Italia e nel mondo» ha concluso il presidente di Legambiente.

In questo quadro è molto positivo il Protocollo di legalità tra Confindustria e ministero dell'Interno, sottoscritto anche da Anev, l'Associazione nazionale dei produttori di energia eolica.

 

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