[18/08/2009] News

A volte ritornano: ecologia di un virus

LIVORNO. Non fosse per il pericolo che comporta per la salute delle persone, potremmo definirla una piccola lezione di ecologia dei virus e sull'indeterminazione del confine artificiale/naturale quella impartita dal virus della poliomielite di tipo 2, di cui è in atto un'epidemia in Nigeria dopo che, nove anni fa, era stato dichiarato completamente eradicato dalla Global polio eradication initiative (GPEI) e quindi dalle autorità sanitarie mondiali.

Grazie anche a una campagna di vaccinazione di massa, il virus è morto e seppellito, scomparso dalla faccia della terra. Solo alcuni campioni attivi sono stati conservati, in condizioni di assoluto e impenetrabile isolamento, per motivi di studio e, non si sa mai, per produrre il vaccino in caso di bisogno.

Il caso, considerato pressoché impossibile, si è verificato. Il virus è tornato. E in Nigeria già 126 persone contagiate risultano (alla data del 26 luglio) paralizzate a causa di quel virus morto e seppellito. Come è potuto accadere?

Esistono in realtà tre tipi di virus della poliomielite: i tipi 1 e 3, oltre il già citato 2. Entrambi sono attivi ed entrambi sono endemici in Nigeria. Ma ciò non basta a spiegare il ritorno, in quel paese, del virus di tipo 2 che non dovrebbe esserci. Il virus di tipo 2 è tornato dopo essere stato dichiarato eradicato perché, è evidente, in Nigeria ha trovato le condizioni ambientali adatte. Ma anche e soprattutto perché c'è stato un cavallo di Troia che lo ha non solo nascosto ma portato dentro le mura della città che si sentiva ormai al sicuro. Il cavallo di Troia del virus è stato proprio quel vaccino che sembrava averlo definitivamente sconfitto.

Il vaccino è costituito da una forma per così dire depotenziata o "buona" del virus di tipo 2. Dunque la vaccinazione di massa ha diffuso il virus "buono" in tutto il mondo. Il guaio è che i virus, anche quelli depotenziati, evolvono. Per mutazione. Il virus depotenziato di tipo 2 è mutato e ha riacquistato una carica aggressiva, che si è manifestata lì dove le condizioni ambientali lo consentono e lì dove il programma di vaccinazione (e, quindi, di immunizzazione della popolazione) non è mai stato davvero completo: in Nigeria. Insomma il virus reso artificialmente "buono" dall'uomo è tornato "cattivo" in natura.

C'era da aspettarselo, dicevamo. Perché non è la prima volta che un virus di un vaccino muta e ritorna aggressivo. Era già stato documentato qualcosa di analogo nell'anno 2000, quando nell'isola di Hispaniola, fu documentata un'epidemia di poliomielite causata da un virus di tipo 1 diffuso mediante vaccino.

Anche se il nuovo virus mutante di tipo 2 non è selvatico, risulta piuttosto aggressivo e si diffonde rapidamente. Tanto che, secondo Mark Pallansch, un esperto dei Centers for disease control and prevention (CDC) di Atlanta negli Stati Uniti, la situazione è del tutto fuori controllo (la dichiarazione è riportata dalla rivista Science).

In realtà le scuole di pensiero, tra gli esperti, sono almeno due. C'è chi lo ritiene in linea di principio e di fatto, meno aggressivo dei poliovirus selvatici 1 e 3, proprio perché "non selvatico" ed evoluzione di un virus depotenziato, quindi debole. Altri, invece, lo ritengono in linea di principio e di fatto del tutto analogo ai tipi "selvatici" e quindi da prendere molto sul serio. Non c'è differenza né in linea di principio né in linea di fatto, sostengono, tra un virus trattato dall'uomo (o per così dire artificiale) e un virus "selvatico" o, per così dire, tutto naturale.

Speriamo che la situazione in Nigeria ritorni presto sotto controllo. Intanto registriamo la doppia lezione. Primo: i virus sono strutture biologiche che evolvono rapidamente e si nascondono facilmente. Per questo con loro da sempre gli uomini e gli altri organismi hanno ingaggiato una guerra senza fine. Secondo: non esiste, nel bene e nel male, una differenza ben determinata tra ciò che è artificiale e ciò che è naturale. La distinzione è spesso artificiosa.

 

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