[20/08/2010] News

Unep: pił verde nelle operazioni umanitarie

LIVORNO. Le azioni umanitarie e gli sforzi di soccorso salvano vite e forniscono un aiuto essenziale in caso di disastri naturali, di conflitti ed altre crisi. Ma nonostante questo ruolo essenziale, le operazioni umanitarie possono anche danneggiare l'ambiente, che è raramente una priorità quando si tratta di salvare delle vite umane».

Partendo da questo principio, ieri in occasione del World humanitarian day, il Programma Onu per l'ambiente (Unep) ha lanciato il Centre for mainstreaming environment into humanitarian action, la prima banca dati online di informazioni pratiche per integrare le considerazioni ambientali nelle attività umanitarie, riducendone allo stesso tempo l'impatto sulle risorse, la fauna e la flora.

Il nuovo sito internet propone nuovi orientamento e funzioni, materiale informativo e formativo, casi pratici ed altri strumenti che ne fanno un vero e proprio manuale per gli operatori umanitari.

«Azioni come l'abbattimento di alberi per fornire un riparo e legna da ardere e una cattiva gestione dei rifiuti sanitari prodotti da un'operazione urgente - spiega l'Unep - possono influire sul successo o il fallimento delle operazioni di soccorso». Una pressione anormale sulle risorse naturali o sui mezzi di sussistenza durante una crisi, può avere delle ripercussioni a medio e lungo termine sulle popolazioni soccorse , lasciandole vulnerabili alle future crisi.

L'Agenzia ambientale dell'Onu fa alcuni esempi: «Nell'est della Repubblica democratica del Congo (rdc), la dimensione e la densità dei campi o di strutture di accoglienza per i profughi interni ha portato al grave degrado delle popolazioni animali, degli alberi e delle altre risorse naturali disponibili, anche sconfinando nel parco nazionale dei Virunga».

L'altro caso di studio è quello di Haiti: «Dopo il devastante terremoto di gennaio, la distribuzione dell'aito alimentare di emergenza ha determinato un forte aumento dei rifiuti solidi e liquidi, principalmente a causa degli imballaggi. Da parte sua, la distribuzione di prodotti alimentari crudi ha aumentato il bisogno di carbone di legno, il che ha portato all'abbattimento di ancora più alberi, in un Paese dove la foresta copre solamente dal 2 al 4% della superficie».

Diversi studi dimostrano che la messa in atto di buone pratiche che comprendano considerazioni ambientali nelle operazioni umanitarie sarebbero non solo migliori per l'ambiente ma anche dal punto di vista economico, come ad esempio l'invio dei materiali via nave invece che con d gli aerei.

L'Unep ha già messo in linea i dati di una ventina di Organizzazioni umanitarie, classioficandole per settori di attività: salute, bonifica ed igiene pubblica, alimentazione, costruzione di campi, logistica e nutrizione e chiede contributi in tutte le lingue da parte di Ong, agenzie governative e dell'Onu, imprese private, istituzioni accademiche che sono coinvolte nelle operazioni umanitarie o di soccorso.

«Fare operazioni di soccorso e di recupero più rispettose dell'ambiente farà in modo che sia il benessere dell'uomo e dell'ambiente siano protetti e conservati in risposta a una catastrofe o ad un conflitto», conclude l'Unep.

http://postconflict.unep.ch/humanitarianaction

Torna all'archivio