[24/08/2010] News

Le virtù inesplorate delle "cenerentole del mare", le spugne di profondità

LIVORNO. Un nuovo rapporto, "Deep-sea sponge grounds: reservoirs of biodiversity" svela aspetti sconosciuti dell'importanza delle spugne delle acque profonde: «Le spugne delle acque basse degli oceani hanno già dimostrato di essere preziose fonti per nuovi medicinali e droghe per curare i tumori e per gli antibiotici, si prevede che le spugne di acque profonde saranno altrettanto valide, se non di più.

Il rapporto è stato presentato ieri all'European marine biology symposium in corso all'Heriot-Watt eniversity di Edimburgo ed alla sua redazione hanno partecipato esperti di tutto il mondo ed è stato sostenuto da Wwf , dal Deep-sea Conservation, un progetto britannico della Esmée Fairburn Foundation, e dal settimo programma quadro dell'Ue all'interno del progetto Hermione (Hotspot Ecosystem Research and Man's Impact on European Seas) sulla conoscenza del funzionamento degli ecosistemi di acque profonde e del loro contributo alla produzione di beni e servizi.

Deep-sea Sponge Grounds: Reservoirs of Biodiversity fa parte delle Biodiversity Series e deile Regional Seas Technical Report series dell'Unep curate dall'United Nations environment programme - World conservation monitoring centre (Unep-Wcmc). Il corposo rapporto è come un messaggio in bottiglia inviato alla conferenza mondiale della Convention on biological diversity (Cbd) che si terrà a Nagoya, in Giappone, ormai frea poche settimane, perché il mondo si concentri sulla necessitò di difendere gli habitat marini profondi, garantendo così alle generazioni future di poter n beneficiare delle virtù ancora in gran parte da scoprire dei questi fragili esseri che costruiscono negli abissi architetture viventi che costituiscono uno dei gruppi animali più antichi del pianeta: 8.000 specie conosciute e almeno 7.000 non ancora descritte.

Proprio in occasione dell'anno mondiale della biodiversità, Il rapporto consolida le conoscenze sulla biologia e l'ecologia delle spugne di profondità e ne evidenzia il loro valore per la società umana e quindi la necessità di salvaguardarle attraverso un utilizzo d sostenibile degli habitat degli abissi marini, una questione a lungo trascurata e che rischia di compromettere la sopravvivenza di specie antiche, longeve ed a lenta crescita, ma che sono particolarmente vulnerabili alle attività umane, come le reti per la pesca a strascico. L'Iucn fa un esempio: «Oggi i reefs di pugna canadesi hanno fino a 9.000 anni, con spugne che individualmente raggiungono più di un secolo.

Ma il rapporto vuole soprattutto attirare l'attenzione su quanto ancora sappiamo poco di questi animali e delle loro virtù: non esiste nemmeno una mappa globale delle spugne e abbiamo l'urgente necessità di sviluppare una piena conoscenza e comprensione di questi habitat ed allo stesso tempo far capire perché sono importanti e quali minacce devono affrontare.

«Ad oggi - si legge nel rapporto - la gestione e la conservazione delle spugne in acque profonde sono considerate ampiamente inadeguate e non coordinate, nonostante vengano riconosciute a livello internazionale come ecosistemi marini vulnerabili e che non solo rappresentano habitat per i pesci di acque profonde, ma hanno anche di un rilevante interesse per l'industria biotecnologica come serbatoio di farmaci potenzialmente salvavita, come ad esempio il Manolide, un composto attivo che ha proprietà antileucemiche e che proviene dalla Luffariella variabilis, una spugna delle acque profonde del Pacifico meridionale».

Per detto Chris Elliot del Wwf International «Questa relazione evidenzia la necessità di minimizzare il rischio di danni alle spugne di profondità attraverso una conservazione e gestione attente ed appropriate, e rappresenta un'ulteriore prova della necessità di migliorare la comprensione per assicurare alle generazioni future la possibilità di beneficiare di questi vulnerabili habitat delle acque profonde.

L'Unep-Wcmc si candida per la gestione di questi delicati habitat delle profondità marine e vanta la sua banca dati sulla vita in alto mare e sulla biodiversità in acque profonde, come base per la gestione e le decisioni politiche: «In qualità di partner attivo nel progetto Hermione dell'Ue e della Global ocean biodiversity initiative (Gobi ), Uneo- Wcmc ha recentemente lanciato una nuova iniziativa, la Global Marine Data Partnership, che punta a migliorare in modo collaborativo la qualità e la quantità di dati e informazioni per coste, mare aperto e nelle zone d'alto mare attraverso una vasta gamma di partnership».

Nicola Barnard, dell'Unep-Wcmc, spiega che «Il miglioramento dei dati sugli habitat delle spugne di profondità permettendo la misurazione dei cambiamenti nel tempo, darà un aiuto a sviluppare una politica progettuale, la ricerca e misure di protezione ed è di importanza crescente, visto l'impatto ignoto del cambiamento climatico e dell'acidificazione degli oceani sulla salute e le funzioni di questi fragili, e trascurate "cenerentole" del mare».

Torna all'archivio