[27/08/2010] News

La cintura verde della Cina per non far unire due deserti

LIVORNO. La Cina ha appena avviato un progetto ambizioso per creare una "cintura verde" per impedire che il terzo e quarto dei più grandi deserti del Paese si uniscano.

Wang Xiaodong, un responsabile delle foreste della Lega di Araxan, nella regione autonoma della Mongolia Interna, spiega all'agenzia ufficiale cinese Xinhua che «E' la prima volta che una cintura vegetale  viene impiantata tra due deserti. Entro 5 anni, una fascia di vegetazione di una lunghezza di 202 km e di una larghezza da 5 a 15 km dovrebbe essere realizzata tra il deserto di Badain Jaran (nella foto) e il deserto di Tengger».

La cintura verde è co-finanziata dal governo centrale di Pechino e da quello della regione autonoma della Mongolia Interna, in tutto costerà 480 milioni di yuan e deve essere terminato entro il 2015.

50 anni fa tra i due grandi deserti nel nord della Repubblica popolare cinese c'erano 400.000 ettari di "macchia", ma oggi la superficie ricoperta di alberi e cespugli si è ridotta della metà.

Secondo Wang questo è attribuibile in gran parte alle attività antropiche nella zona fertile tra i due deserti: «Attualmente, 3. 000 persone abitano quest'area. Hanno abbattuto numerosi alberi per servirsene come combustibile o per far posto ai pascoli. La riduzione di questa barriera naturale ha fatto avanzare le dune di sabbia del deserto Badain Jaran verso il deserto di Tengger situato a sud. Il progetto di cintura verde aiuterà la macchia a ritrovare il suo stato originale».

E' abbastanza impressionante che una piccola comunità di pastori mongoli di 3.000 abitanti riesca con una cattiva gestione ambientale a far unire due grandi deserti, ma anche loro ne pagheranno le conseguenze. Il progetto cinese è come sempre spicciativo e non si trastulla certo con il tipo di "consultazioni" di tipo occidentale: un migliaio di abitanti dovranno abbandonare le loro abitazioni e spostarsi all'esterno del corridoio rimasto tra i due deserti «Per favorire il ristabilimento di questo ecosistema fragile», scrive Xinhua.

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