[30/08/2010] News

Gli invasori alieni che minacciano il mare di Wadden, patrimonio dell'umanità

LIVORNO. Secondo il rapporto "Quality Status Report for the Wadden Sea 2009", le specie di fauna e flora "aliene" si stanno espandendo in tutta Europa e nel  mare di  Wadden, lungo le coste olandesi, tedesche e danesi, stanno diventando una grave minaccia per la biodiversità. Il rapporto è stato presentato durante il quinto Wadden Sea Day che è stato organizzato dall'amministrazione del Parco nazionale del Wadden Sea della Bassa Sassonia e dal segretariato del Wadden Sea. Il meeting è servito ai Paesi del Waddenzee per discutere delle nuove sfide poste dalla specie marine aliene e di come possono essere affrontate con politiche trilaterali. 

Dopo l'entrata del Waddenzee nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco, nel giugno 2009, il Comitato del Patrimonio Mondiale ha incoraggiato i Paesi del Waddenzee ad attuare un rigoroso programma di monitoraggio per il controllo delle specie invasive.

L'ultimo allarme viene da un rapporto reso noto del  Wadden Sea Day - una piattaforma di ricercatori che si occupa di questi siti mondiale dell'umanità dell'Unesco: «Oltre a ridurre la biodiversità, le abbondanti specie aliene potrebbero anche rivelarsi un onere economico per la regione del Waddenzee - sottolinea il rapporto - I costi  sostenuti per gestire o eradicare  le specie esotiche invasive e l'impatto sulla catena alimentare della fauna selvatica non autoctona porterà a significative riduzioni dei guadagni dei pescatori».

La comune Spartina è diventata la pianta invasiva  più dannosa perché favorisce l'accumulo di sedimenti, trasformando così i bassi fondali di marea in paludi salate. La pianta era stata introdotta nelle coste del mare di Wadden proprio per far sviluppare e proteggere le paludi salmastre, ma è sfuggita da ogni controllo e tentativo di eradicazione ed ora si sta espandendo rapidamente

Un altro invasore è l'ostrica giapponese Crassostrea gigas che negli anni '90 è stata introdotta negli allevamenti di mitili del Waddenzee. Da allora queste ostriche del Pacifico hanno cominciato a invadere gli impianti di cozze e ad occupare le scogliere del mare di Wadden, causando una carenza di cibo per gli uccelli che si nutrono di cozze blu. Nonostante un aumento nelle popolazioni di mitili blu nella parte olandese del mare di Wadden, nei litorali danese e tedesco sono diminuite e in molti pensano che la specie asiatica possa soppiantarli del tutto.

Un altro problema è rappresentato dall'invasione del ctenoforo Mnemiopsis leidyi, originario delle coste dell'Atlantico occidentale, ma trovato per la prima volta nel mare di Wadden nel 2006, probabilmente arrivato con l'acqua di zavorra delle navi. Si tratta di un organismo che, nonostante il suo aspetto fragilissimo e trasparente, è molto resistente e si nutre di zooplancton , crostacei, meduse e uova e larve di pesci. E' la causa dell'impressionante diminuzione delle  acciughe nel Mar Nero e dei pesci nel Mar Caspio. Gli ambientalisti del nord Europa sono preoccupati che lo stesso fenomeno possa verificarsi nel mare di Wadden , se il loro numero continuerà a crescere.

Le coste del mare di Wedden sono uno degli habitat con maggiore biodiversità di tutta l'Europa: 500 chilometri di bassi fondali fangosi e sabbiosi, paludi, barene, isole, dune, estuari, burroni e acque aperte, il mare di Wadden è uno degli ultimi ecosistemi naturali intertidali in Europa e sostiene un gran numero di specie vegetali e animali e tra i 10 ei 12 milioni di uccelli  migratori fanno sosta o nidificano ogni anno lungo il Wadden.

Elizabeth Maruma Mrema, segretaria esecutiva della Convention on the conservation of migratory species of wild animals (Cms) ch ha sede a Bonn, spiega che «Seconde solo alla frammentazione degli habitat, le specie aliene invasive sono diventate un elemento fondamentale della perdita di biodiversità. La Cms è preoccupata perché le specie aliene invadono gli ecosistemi ad un ritmo senza precedenti. abbiamo cominciato a raccogliere dati e ad incoraggiare ulteriori ricerche sull'impatto sulle specie migratorie minacciate. In effetti, durante l'Anno Internazionale della Biodiversità, gli sforzi per controllare l'introduzione di specie aliene stanno aiutando proteggere l'ecosistema le mare di Wadden».

L'accordo del  Waddenzee risale al 1990  ed è stato concluso all'interno della Cms per  promuove la salvaguardia delle  foche nella regione. Il mare di Wadden è anche un importante habitat per gli uccelli migratori , balene e delfini , tutte specie oggetto di altri accordi internazionali della Cms. Contiene disposizioni in materia di ricerca e monitoraggio, per la protezione degli habitat in base al Piano di conservazione e gestione della popolazione di foche del mare di Wadden tra il 2007 e il 2010 e per raccogliere informazioni sulle attività che hanno effetti significativi sull'ambiente naturale e per suggerire le azioni appropriate.

Il Quality Status Report 2009 ha indicato la necessità di un piano di gestione trilaterale per l'intero Wadden Sea per affrontare efficacemente i problemi posti dall'arrivo accidentale o dall'introduzione delle specie aliene invasive, come ad esempio specificare gli obiettivi trilaterali e la loro integrazione nella strategia europea per le specie esotiche invasive.

Già durante la Conferenza governativa trilaterale del marzo 2010 sull'isola di Sylt , i ministri dell'ambiente di Olanda, Germania e Danimarca si erano detti preoccupati per i possibili impatti sul mare di Wadden provocati da interventi umani, da specie aliene invasive e in particolare dal cambiamento climatico ed avevano concordato sulla necessità di sostenere iniziative internazionali per prevenire e gestire l'introduzione di specie esotiche ratificando il più presto possibile  la Convenzione Internazionale del 2004 per il controllo e la gestione delle zavorre e dei fanghi delle navi.

I tre ministri hanno dato mandato al Consiglio del Waddenzee di mettere a punto una strategia comune per affrontare l'introduzione di specie aliene nel mare di Wadden nella prossima Conferenza ministeriale nel 2013.  Il convegno scientifico era un primo passo verso l'attuazione dell'accordo raggiunto in sede di dichiarazione ministeriale.

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