[30/08/2010] News

"Furto di terre" in Africa da dedicare a colture no food: sotto accusa le aziende europee

FIRENZE. Gli Amici della Terra inglesi denunciano un uso del suolo inadeguato nel continente africano. Sul banco degli imputati non sono le popolazioni locali ma aziende europee che sfruttano i terreni fertili utilizzandoli per le colture idonee alla produzione di biocarburanti. La competizione tra produzioni food e no food rischia quindi, secondo gli ambientalisti, di far precipitare i Paesi africani sempre più verso la fame. Nella relazione, intitolata "Africa, up for grabs", l'associazione Friend's of the Earth (FoE) denuncia un vero e proprio «furto delle terre» da parte di aziende europee che «non consultando adeguatamente» le comunità locali, sfruttano le terre coltivabili per piantare colture per la produzione di biocarburanti.

Le aziende produttrici si difendono sostenendo che i terreni agricoli destinati a queste speciali piantagioni non siano adatti per le colture alimentari, ma gli attivisti non sono della stessa idea: le coltivazioni di biocarburanti, compresi quelli non commestibili come la jatropha, sono in concorrenza diretta per la terra fertile. «La quantità di terre prese in Africa per soddisfare la domanda crescente di biocarburanti in Europa è sottovalutata e fuori controllo - ha dichiarato Kirtana Chandrasekaran, attivista dell'associazione - e se inoltre verranno implementati gli obiettivi dei biocarburanti, la situazione non potrà che peggiorare». In un Continente già "affamato" secondo Friend's of the Earth l'unica soluzione possibile, è che i Paesi europei rinuncino all'obiettivo di produrre il 10% di tutti i carburanti per i trasporti da biocarburanti entro il 2020.

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