[31/08/2010] News

Fiper ad Eni e A2A: per i big player, il nucleare “frutta” di più delle rinnovabili, ma l’Europa va in un’altra direzione

TIRANO (Sondrio). Il presidente Righini esprime forte perplessità per le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi  da due importanti rappresentanti del mercato energetico italiano, quali Zuccoli di A2A e  Scaroni di ENI. «Attacco alle rinnovabili prevedibile e atteso» esordisce Righini «considerando il pressing delle lobby per il rilancio del nucleare italiano nel primo semestre 2010»..   

La settimana scorsa al meeting di Rimini Zuccoli, presidente di A2A ha sostenuto che "il nucleare è l'energia del futuro e che le energie rinnovabili sono affascinanti ma il beneficio costo-investimento non c'è!" (Corriere della Sera 24/8). Gli fa eco Scaroni, AD di ENI che sentenzia "C'è un grande futuro per le rinnovabili, ma fra 20, 30, 40 anni...L'unica forma di energia che non è intermittente e non genera emissioni, è il nucleare" (Cortinaincontra 27 Agosto). Lo "Scaroni- Pensiero" è noto ai più; a suo avviso, la disponibilità delle riserve di petrolio è garantita per i prossimi 80 anni pur considerando la crescita economica del mercato cinese e indiano. (Intervista da Provincia di Sondrio 24/10/2009)

Miopia, disinteresse, indifferenza per un comparto che nel 2009 in Italia ha garantito 66.018* GWh di produzione di energia elettrica e 0,15 Mtep di energia termica dalle biomasse. Inoltre, l'impiego di biomasse agricole e forestali permette la tutela e la cura dei territori dove hanno sede gli impianti, creando un indotto significativo e nuovi posti di lavoro in ambiti rurali e montani a bassa intensità abitativa. 

Righini ricorda che il "business" dell'idroelettrico (72% della produzione di energia rinnovabile italiana) ha assicurato e garantisce tuttora all'ex AEM di Milano importanti utili derivanti dalla gestione degli impianti valtellinesi.

«E' chiaro che per i big player gli interessi sul nucleare siano decisamente più appetibili rispetto alla produzione decentrata propria delle Fonti di Energia Rinnovabili (FER). Ma le due politiche non sono antitetiche», aggiunge Righini,  ricordando gli obiettivi della Direttiva 20-20-20.

Il Governo italiano ha presentato a Bruxelles lo scorso 29 Luglio il Piano di Azione Nazionale che prevede il consolidamento delle FER elettriche, lo sviluppo per la produzione di energia rinnovabile negli usi finali termici e la creazione di nuove filiere, quali, ad esempio, quella del biometano.

La Germania, attuale motore dell'economia europea, ha pianificato dal 2009 di sostituire il 10% di gas in biometano entro il 2030, con obbligo per i distributori di immissione in rete.

«In questo contesto ritengo, sia grave e preoccupante che l'AD dell'azienda dominante del mercato del gas italiano (ENI controlla il 92% delle infrastrutture di import e il 65% delle immissioni sul mercato nazionale) non valuti il costo-opportunità del potenziale biometano "made in Italy" proveniente dagli impianti a biogas agricoli o l'importanza strategica di investire nelle FER termiche, così come più volte sottolineato dal Governo, dall'AEEG e dall'ENEA» conclude Righini.   

Nel frattempo Scaroni incontra Gheddafi a Roma!

  

Fonte:  *Statistiche GSE 2009

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