[31/08/2010] News

Greenpeace, blitz in Groenlandia per denunciare le perforazioni di petrolio nell'Artico

FIRENZE. Ancora una spettacolare azione di Greenpaece per denunciare i pericoli di questo modello di sviluppo energetico basato fondamentalmente sull' "oro nero" e soprattutto per richiedere la fine delle perforazioni nell'Artico. Un gruppo di attivisti dell'associazione è riuscito a scalare la piattaforma petrolifera Stena Don, situata nelle acque al largo della Groenlandia, rendendo vano l'intervento della marina militare danese. «Le grandi compagnie petrolifere devono restare fuori dall'Artico. Piattaforme come questa, impegnate in esplorazioni petrolifere - sottolinea Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace - potrebbero far scattare la scintilla della corsa al petrolio nell'Artico, mettendo a rischio questo fragile ecosistema e il clima globale. Il disastro del Golfo del Messico ha chiaramente dimostrato che è tempo di liberarci della schiavitù  del petrolio».

I quattro esperti climber, provenienti da Stati Uniti, Finlandia, Germania e Polonia, sono equipaggiati per rimanere appesi sulla piattaforma diversi giorni. Se gli attivisti riusciranno a bloccare le operazioni di perforazione anche per pochi giorni- spiegano da Greenpeace- sarà difficile per la compagnia britannica Cairn Energy terminare le attività di esplorazione prima dell'arrivo dell'inverno, quando le rigide condizioni ambientali renderanno impossibile ogni intervento di ricerca di petrolio. «Fermare questo mostro durante le prossime settimane - ha continuato Monti - vorrebbe dire fermare ogni attività petrolifera nell'Artico fino al prossimo anno, un tempo che speriamo sia sufficiente a ottenere una moratoria mondiale per l'estrazione di idrocarburi in alto mare» ha concluso l'esponente di Greenpeace.

Torna all'archivio