[09/09/2010] News

Plastiche e bioplastiche

FIRENZE. Legambiente lancia una petizione per dire "Stop ai sacchetti di plastica", in nome del rispetto per l'ambiente del nostro paese e del pianeta. La presentazione dell'iniziativa avvenuta a Milano è stata anche l'occasione per presentare un dossier con tutti i numeri sugli shoppers e i loro danni all'ambiente. In Italia consumiamo in Italia circa 20 miliardi di buste all'anno, assicurando così al nostro paese la maglia nera europea. In Europa le buste consumate sono 100 miliardi e le stime parlano di una commercializzazione annua mondiale di 1000 miliardi di sacchetti. Anche se solo una frazione di questi viene dispersa nell'ambiente- spiegano dall'associazione- può provocare la morte di milioni di pesci, balene, delfini, tartarughe e altri animali. Non ultimo, il problema, meno noto, della tossicità: nella stampa dei sacchetti, specialmente nei paesi in via di sviluppo, sono spesso utilizzati coloranti cancerogeni e metalli come additivi che vengono rilasciati nell'ambiente per poi riconcentrarsi negli organi interni delle specie, esseri umani compresi, attraverso la catena alimentare. Mai come in questo caso comportamenti individuali virtuosi possono aiutare la collettività: sostituendo ad esempio  con 10 sporte riutilizzabili i 300 sacchetti di plastica che ogni italiano consuma all'anno, risparmieremmo più di 180 mila tonnellate di petrolio e altrettante di emissioni di CO2 ma soprattutto eviteremmo di disperdere nei campi, lungo le rive dei fiumi, nei mari plastica indistruttibile.

«I primi 1.500 cittadini che hanno firmato sul web - ha informato Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente - non chiedono solo a governo e negozi di decretare la fine dell'inutile orgia di plastica "a perdere", ma si impegnano individualmente a farne individualmente a meno. Ci attendiamo ora l'adesione dei volontari di Puliamo il Mondo». Con la petizione, che può essere sottoscritta online su www.legambiente.it o www.puliamoilmondo.it , si chiede al ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare di impegnarsi a non prorogare ulteriormente, oltre il 31 dicembre 2010, il divieto di commercializzazione di sacchi non biodegradabili non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432.

«Ci auguriamo fortemente che la messa al bando dei sacchetti non biodegradabili su tutto il territorio nazionale non venga ulteriormente prorogata - ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - Già sarebbe dovuta scattare dal 1° gennaio 2010 ed è stata rimandata di un anno, rallentando, tra l'altro, i progressi della raccolta differenziata dei rifiuti organici per la quale la biodegradabilità dei sacchetti è indispensabile. E' fondamentale che i cittadini si sentano coinvolti e mandino segnali chiari alle amministrazioni pubbliche e private, scegliendo borse per la spesa diverse e accettando un piccolo cambiamento nelle proprie abitudini. Solo con la consapevolezza di ognuno di noi, si potrà, infatti, vincere in fretta la battaglia contro l'invasione delle buste di plastica» ha concluso il presidente.

Dai contenitori multiuso in plastica agli imballaggi per alimenti. Su questo fronte una buona notizia arriva dalla collaborazione tra Novamont, Ecor e l'azienda agricola biodinamica Filogea: è stato realizzato il packaging no Ogm biodegradabile e compostabile in MaterBi® per l'insalata. Si tratti per ora di un progetto sperimentale, novità assoluta in Italia, il primo in Europa a riguardare le insalate pronte in IV gamma certificate Demeter, cioè provenienti da agricoltura biodinamica. Quindi al prodotto di qualità ottenuto cioè con un'agricoltura biologica o biodinamica che rispetta il territorio durante il ciclo produttivo, si aggiunge anche un imballo ad impatto ambientale limitato (il pack è 100% compostabile, i cui componenti no OGM, cartoncino spalmato e film, sono completamente compostabili). Questa soluzione- spiegano da Novamont- è stata  possibile grazie agli sviluppi del Mater-Bi di II generazione che incrementa la percentuale di contenuto rinnovabile del prodotto. Tra l'altro all'interno del piano strategico dell'azienda si prevedono ulteriori step per arrivare al Mater-Bi di III e IV generazione, con aumenti sempre maggiori di contenuto rinnovabile da filiera italiana (da olii specifici, monomeri e polimeri biodegradabili).

«L'utilizzo di un packaging biodegradabile e compostabile può fornire uno strumento per massimizzare il recupero di materia attraverso il compostaggio e quindi il riciclo con vantaggi enormi in termini di sostenibilità ambientale, soprattutto quando, come in questo caso, la vita del prodotto è molto breve. Un progetto, quello in collaborazione con Ecor, che si pone l'obiettivo di sensibilizzare a stili di vita più attenti e consapevoli senza rinunciare alla qualità», ha dichiarato Catia Bastioli, Ad di Novamont.

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