[13/09/2010] News

L'Ue per la bioeconomia sostenibile basata sulla conoscenza

BRUXELLES. Domani la Commissione europea e la Presidenza di turno belga dell'Ue hanno convocato a Bruxelles una conferenza sulla bioeconomia basata sulla conoscenza (Knowledge Based Bio-Economy Towards 2020 Conference - Kbbe), alla quale parteciperanno eminenti scienziati, importanti protagonisti del settore, così come alti responsabili nazionali ed europei. Ma già oggi una nota della Commissione spiega che «Il settore europeo della bioeconomia è valutato in 2.000 miliardi di euro. Impiega circa 22 milioni di persone ed offre ancora importanti prospettive di crescita».

Durante la Conferenza si terrà anche un'esposizione di una selezione di prodotti bio che vanno da quelli destinati all'alimentazione umana fino al primo prototipo di pneumatico bio, frutto della collaborazione tra imprese europee ed americane. Il 15 settembre la Commissione Ue ospiterà anche l'International Knowledge-Based Bio-Economy Forum al quale insieme all'Ue a 27 parteciperanno Australia, Canada e Nuova Zelanda.

Secondo la Commissione Ue, la bioeconomia fondata sulla conoscenza è un formidabile fattore di crescita sostenibile, «Perché permette a settori quali l'alimentazione umana ed animale, i prodotti chimici, i detergenti, le carta e la pasta da carta, il tessile, i biocarburanti e il biogas di funzionare in aiuto alle risorse biologiche rinnovabili prodotte dall'ambiente terrestre ed acquatico. I progressi realizzati nelle bio-scienze contribuiscono ad ecologizzare l'industria, a ridurre la produzione di rifiuti ed a rafforzare la protezione e il benessere dei consumatori. La bioeconomia tocca dei settori economici tradizionali quali l'agricoltura, lo sfruttamento delle foreste, la pesca, l'acquacoltura, l'alimentazione, I prodotti chimici e l'energia che, in numerosi casi, beneficiano di un approccio che riguarda l'insieme della catena di produzione e trattamento».

I risultati della Conferenza dovrebbero permettere all'Ue di avviare già in autunno una consultazione aperta sulla strategia europea sulla bioeconomia sostenibile per il 2020 e per approntare, entro il secondo semestre del 2011, una comunicazione sulle politiche da intraprendere.

Il commissario Ue Máire Geoghegan-Quinn ha spiegato che «La presidenza belga e la Commissione europea sono perfettamente d'accordo sulla necessità di adottare un approccio più coerente riguardo alla bioeconomia nell'Ue, e la Conferenza costituisce un passo importante in questo senso. La bioeconomia può contribuire a risolvere un gran numero di problemi che preoccupano gli europei: sicurezza alimentare, riduzione dell'incidenza dell'agricoltura e dell'industria sull'ambiente, produzione di alimenti sani a prezzi accessibili, sostegno allo sviluppo costiero e rurale, riduzione del riciclaggio dei bio-rifiuti».

La Commissione Ue sottolinea la frammentarietà delle politiche per la ricerca degli Stati membri in questo settore e che alcune tecnologie industriali devono fare i conti con la crescente concorrenza extra-Ue ma assicura di che «Vuole rafforzare la coerenza sia a livello europeo che nazionale, sollecitandone un più vasto uso da parte degli utilizzatori finali, in maniera da accelerare l'accesso al mercato europeo delle nuove idee e per rispondere meglio alle sfide della società». Attualmente l'Ue investe, nell'ambito del settimo programma quadro per la ricerca, circa 2 miliardi di euro nella ricerca destinata ad alimentazione, agricoltura e pesca, ma anche alle biotecnologie. Il bando per la costruzione della bioeconomia è dotato di un budget di 240 milioni di euro.

I nuovi sbocchi che promettono le risorse naturali rinnovabili dovrebbero permettere all'Ue di rendere pioù dinamiche le economie rurali e costiere «Soprattutto lo sfruttamento delle risorse agricole, forestali e marine - spiega la nota della Commissione - Nello stesso tempo, I vincoli ambientali imposti alla produzione Agricola, così come la concorrenza elevate di cui sono oggetto le terre destinate all'alimentazione animale o umana, necessiteranno di nuovi metodi per garantire la disponibilità di alimenti sicuri e nutrienti a dei prezzi accessibili. Per lottare contro i problemi del pianeta, come la difficoltà di garantire la sicurezza alimentare adattandosi al cambiamento climatico e riducendo le incidenze dell'agricoltura e dell'industria sull'ambiente, sarà essenziale rafforzare il dialogo con i Paesi terzi».

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