[13/09/2010] News

Conoscenze oceanografiche 2020: comprendere meglio i mari dell'Ue per essere pił competitivi

BRUXELLES. Oggi la Commissaria europea per gli affari marittimi e la pesca, Maria Damanaki, ha reso nota la proposta della Commissione "Conoscenze oceanografiche 2020", che punta a «Liberare il potenziale delle conoscenze marine europee» basandosi su una migliore comprensione dei mari e degli oceani europei e per «Rendere più agevole e meno costosa la consultazione dei dati sull'ambiente marino e a potenziare la competitività fra gli utilizzatori di tali dati».

L'a crescita dell'intensità di pesca, dello sviluppo costiero, della navigazione o delle infrastrutture nel settore dell'energia offshore, ma anche l'aumento dei gas serra, hanno un impatto sempre più forte su mari e gli oceani. I cambiamenti prodotti dalle attività antropiche si sovrappongono ai ritmi e ai cicli naturali del mondo marino e l'Ue spiega che «Poiché le correnti oceaniche sono il principale fattore che determina stagioni miti o rigide in Europa, le conseguenze di questi cambiamenti sono sentite non solo dalle comunità costiere, ma anche da coloro che vivono e lavorano a grande distanza nell'entroterra. Allo stesso tempo, i progressi tecnologici offrono nuove opportunità di sfruttare le risorse marine, ricche e ancora ampiamente inesplorate, in modo sostenibile e responsabile e a vantaggio dell'umanità».

La Commissione europea sottolinea che «Per comprendere questi cambiamenti, prevedere gli sviluppi futuri e trarre vantaggio da queste opportunità è necessario osservare il comportamento attuale e passato dei mari. Gli organismi pubblici europei sono ben consapevoli di questo e complessivamente spendono oltre un miliardo di euro all'anno per la raccolta di dati marini destinati a finalità diverse, come assicurare una navigazione marittima sicura, proteggere i litorali, effettuare prospezioni per nuovi biomateriali o valutare gli stock ittici».

Una recente consultazione tra coloro che utilizzano questi dati a fini professionali nel settore industriale, accademico o dei servizi pubblici, ha però a confermato che non sono adeguati all'uso per cui sono destinati.

«Per gli utilizzatori è difficile scoprire quali dati esistono già - dice l'Ue - Esistono restrizioni all'accesso e agli utilizzi dei dati. La frammentazione di norme, formati e nomenclatura, la mancanza di informazioni sulla precisione e sull'accuratezza, la politica dei prezzi di alcuni fornitori e l'insufficiente risoluzione spaziale o temporale creano ulteriori difficoltà. Si perde così l'opportunità di sviluppare prodotti e servizi nuovi e innovativi sulla base di tali dati. La grande maggioranza degli operatori del settore ritiene che solo un intervento a livello dell'Ue possa consentire a coloro la cui attività dipende dalla pronta disponibilità di dati sull'ambiente marino di conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente e sostenibile».

La proposta della Commissione mostra come un approccio integrato che si avvalga di una serie di strumenti giuridici stia gradualmente costruendo un'architettura in cui le osservazioni sono raccolte e riunite per fornire serie complete di dati relativi ai diversi bacini marini che soddisfino le esigenze degli interessati e secondo la Damanaki si tratta di una proposta opportuna e vantaggiosa: «Conoscenze oceanografiche 2020 è la risposta diretta alla richiesta di intervento dell'Ue formulata dagli utilizzatori di dati sull'ambiente marino. Si tratta di una proposta globale, che si prefigge tre obiettivi principali. In primo luogo, eliminando la congestione e riducendo i costi operativi per coloro che fanno uso dei dati sull'ambiente marino, si può aiutare l'industria privata a competere nell'economia mondiale e ad affrontare la sfida della sostenibilità; possiamo migliorare la qualità del processo decisionale pubblico a tutti i livelli e rafforzare la ricerca scientifica oceanografica.

Inoltre, fornendo un accesso più ampio a dati marini di provata qualità, disponibili rapidamente e coerenti, possiamo aumentare la concorrenza e l'innovazione fra gli utilizzatori. Infine, riducendo le incertezze nelle conoscenze dei mari e degli oceani possiamo costituire una base più solida per gestire i cambiamenti futuri. Le imprese e gli organismi pubblici disporranno così dei mezzi per conseguire gli obiettivi fondamentali della strategia Europa 2020».

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