[15/09/2010] News

World Energy Council: «Perseguire la sostenibilitą»

LIVORNO. Il World Energy Council (Wec) ha reso noto al summit energetico in corso in Canada il suo secondo Energy and Climate Policy Assessment realizzato insieme alla Oliver Wyman e presentato come «Il contributo del Wec per raccogliere la sfida di progettare la nuova governance di energia con politiche pubbliche sane ed efficaci. Nel momento in cui tutti i Paesi stanno lavorando per sviluppare strategie per mettersi la crisi alle spalle, l'obiettivo della crescita economica è del tutto legittimo e utile. Il problema è se il tipo di crescita che abbiamo perseguito in passato ci possa dare la forza per affrontare tre questioni fondamentali: la prima è la sicurezza dell'approvvigionamento. Dobbiamo investire nelle nuove fonti e nelle infrastrutture per soddisfare la domanda. La crisi ha influenzato negativamente alcuni piani di investimenti, ma anche la recente impennata dei prezzi del petrolio e delle materie prime può frenare la crescita. La seconda sono la protezione dell'ambiente e i cambiamenti climatici. Il settore dell'energia, responsabile del 60% delle emissioni di gas serra globali e di gran parte di quelle regionali e dell'inquinamento atmosferico urbano, è chiaramente in prima linea nel cambiamento climatico. La terza riguarda l'ambiente urbano: in un momento in cui una persona su due vive in una città, la qualità dell'aria è una preoccupazione».

Anche le grandi multinazionali e le imprese statali energetiche riunite nel Wec si pongono quindi il problema di come affrontare le enormi sfide della sostenibilità energetica: la sicurezza, l'equità sociale e l'attenuazione dell'impatto ambientale e il rapporto sottolinea che «Dovremo mettere in atto politiche sostenibili dell'energia e del clima. Quindi dobbiamo prima capire che cosa caratterizza una "buona energia" e cosa sia la politica climatica».

Lo studio di Wec e Oliver Wyman sviluppa una metodologia unica per identificare, attraverso quello che viene definito "appoach bottom-up", politiche efficaci messe in atto in tutto il mondo e per esaminare come possono essere trasferite da un paese all'altro.

La classifica della crescita di investimenti in energia pulita vede l'Italia all'ottavo posto con 2,6 miliardi di dollari nel 2006 (più 11%), davanti all'India ma lontanissima da Cina (34,6 miliardi e + 1485), Usa (18,6 miliardi e + 103%) e ancora ben distante da Gran Bretagna, Spagna, Brasile, Germania e Canada.

Presentando il rapporto Pierre Gadonneix , presidente del World Energy Council, ha sottolineato che «Dato che l'energia va di pari passo con lo sviluppo, la questione delle diseguaglianze è un altro tema centrale. Abbiamo bisogno di regole efficaci e quadri politici intelligenti per aggiornare le nostre politiche energetiche e che aumentano con queste tre sfide. Il nostro rapporto sulle politiche energetiche e climatiche sottolinea il fatto che gli energy players hanno bisogno di prospettive a lungo termine; che c'è anche la necessità di prezzi reali, che effettivamente rispecchino tutti i costi, tra cui la CO2, e che per le politiche di adattamento la maturità delle tecnologie sarà fondamentale per contenere al minimo i costi della transizione».

Secondo l'amministratore delegato dell'Oliver Wyman Group,  John Drzik, «I policymakers devono comprendere la complessità introdotta da questa agenda conflittuale se vogliono uno sviluppo sicuro, affidabile e dell'energia pulita. Per raggiungere questi obiettivi dovrebbero svolgere un'analisi più approfondita sui costi-benefici che esamini le iniziative per migliorare sia il loro approvvigionamento energetico che la domanda di energia».

L'analisi delle varie politiche nazionali e della loro attuazione negli ultimi 12 mesi ha messo in luce diversi approcci di successo. Secondo il rapporto, «In termini di politiche energetiche basate  sulla sicurezza dei combustibili fossili, quelle di Cina, Giappone e Russia sono efficaci, ma diverse, con approcci allo sviluppo di partenariati di risorse orientate con altri Paesi, basate su alleanze strategiche, competenze tecnologiche, e la forza finanziaria. Gli investimenti tecnologici degli Stati Uniti hanno portato a rapidi progressi nell'accesso a nuove risorse interne di gas naturale attraverso la fratturazione idraulica di scisti profondi (una tecnica molto criticata dalle associazioni ambientaliste, ndr) , e con la possibilità  di trarre vantaggio da tale esperienza all'estero».

Per quanto riguarda l'approvvigionamento energetico alternativo emergono diverse soluzioni e l'utilizzo di strategie politiche differenti. Secondo il Wec «La Germania e il Texas (Usa) hanno compiuto notevoli progressi nella diffusione delle energie rinnovabili nel loro infrastrutture di trasmissione . Brasile e Ghana hanno avuto particolare successo nell'uso di energia rinnovabile off-grid per aumentare l'accesso all'energia elettrica per le popolazioni rurali».

Ma fra le energie pulite e rinnovabili il Wec (che comprende tutte le maggiori aziende nucleari) ci mette anche quella atomica e quindi dice che «L'approccio pianificato dalla Francia per rinnovare e potenziare la sua capacità nucleare è un modello per una nazione basata sul nucleare», che anche questo approccio dimostri falle notevoli quotidianamente denunciate non sembra sfiorare gli estensori del rapporto. .

Per quanto riguarda l'efficienza energetica e la gestione della domanda, i programmi del Giappone, indirizzati essenzialmente all'industria, hanno ottenuto riduzioni significative dei consumi, mentre i programmi innovativi del Brasile hanno incoraggiato i produttori nazionali a sviluppare attrezzature a basso consumo energetico. La Danimarca è un vero e proprio punto di riferimento per la progettazione e la costruzione di impianti standard  e la  California (Usa) e l'Ontario (Canada) sono  i front-runner per lo sviluppo di reti intelligenti .

l'Energy and Climate Policy Assessment «Il mondo ha raggiunto un punto critico per la definizione delle politiche energetiche. E' in aumento la domanda di energia proveniente da Paesi non appartenenti all'Ocse che sono in una fase rapida crescita demografica che di sviluppo economico, mentre le riserve nazionali di combustibili fossili sono in declino, e le rimanenti riserve di petrolio su larga scala sono di difficile accesso. Sono necessarie misure forti per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici. Molto infrastrutture energetiche nei paesi dell'Ocse hanno bisogno di essere rinnovate, mentre molti paesi non-Ocse stanno ancora cercando di estendere l'accesso all'energia a tutte le loro popolazioni».

Uno scenario complicato che fa i conti anche con la crisi economica e con l'incapacità di arrivare ad un accordo internazionale vincolante sulla riduzione delle emissioni di gas serra e che ostacola le necessarie soluzioni politiche. «Anche se la crisi finanziaria globale ha causato uno abbassamento del consumo energetico globale e una stabilizzazione temporanea delle emissioni, ma ha anche ridotto la disponibilità di capitali di investimento e una maggiore incertezza circa l'economia dei progetti di infrastrutture - conclude il rapporto Wec - In questa congiuntura critica per la definizione delle politiche globali, in cui ci sono scelte difficili da compiere e molteplici vantaggi garantiti, nel dialogo internazionale non si dà un grande valore alla ricerca di soluzioni energetiche sostenibili». Il World Energy Council  assicura che «Cercherà di facilitare tali interazioni fra i decisori politici e l'industria energetica , sperando di approfondire l'attuale vasto scambio di idee».

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