[14/09/2010] News

Calamari sudafricani e siti preistorici faranno “saltare” la più grande centrale nucleare del mondo?

LIVORNO. Qualche giorno fa avevamo scritto che il Sudafrica aveva praticamente abbandonato il suo programma nucleare, ci smentisce il giornale sudafricano Weekend Post, o meglio ci racconta di un tribolato piano nucleare che dall'accordo con la Francia è diventato sempre più autoctono e forse più velleitariamente ambizioso. 

«Nuove informazioni sulla possibile distruzione dell'importante sito patrimonio dell'umanità di  Khoisan, e 500 milioni di rand all'anno della Chokka industry (l'industria dei calamari, ndr) nell' Eastern Cape, sono esplose sopra Thyspunt, dove Eskom vuole costruire un reattore nucleare - scrive il giornale sudafricano - L'eruzione segue le raccomandazioni del consulente del progetto Arcus Gibb, dopo la valutazione iniziale di cinque diversi siti possibili nel Northern, Western ed Eastern Cape, su Thyspunt come sito preferito».

Il Piano energetico di 25 anni annunciato la scorsa settimana dal Dipartimento per l'energia del Sudafrica, che reinserisce le centrali nucleari, doveva essere presentato all'inizio di settembre, ma proprio e difficoltà della Eskom lo hanno fatto slittare di qualche settimana. Questo "interim plan" prevede 20.000 MW di energia nucleare in Sudafrica entro il 2025 e la Eskom è sicura che i suoi reattori nucleari ad acqua pressurizzata di Thyspunt produrranno da un minimo di 4.000 MW a un massimo di 10.000 MW, il che li farebbe diventare i più grandi reattori nucleari del mondo.

Più che un programma energetico sembra un confuso libro dei sogni (o degli incubi per i no-nuke) e questa mancanza di chiarezza ha mandato su tutte le furie le associazioni ambientaliste sudafricane che sostengono che mancano informazioni essenziale per poter valutare i costi ambientali e sociali del progetto.

L'ultimo colpo di scena su Thyspunt ha addirittura del clamoroso: la SA Heritage Resources Agency (Sahra), l'agenzia governativa sudafricana che difende i tesori archeologici del Paese, ha respinto in maniera assoluta il progetto della Eskom su Thyspunt perché «Trasformerebbe un paesaggio culturale altamente significativo... in una zona industriale».

Nella sua revisione dello specialist report fatto dal consulente Arcus Gibb, l'agenzia fa notare che sul sito esiste la "145 Mid-Stone"  che per ora è stata studiata solo al 20% a causa della fitta vegetazione, ma che è «Un ben preservato fish traps dell'età della pietra».

Il parere archeologico che affossa le velleità merga-nucleari di Eskom è firmato da Mariagrazia Galimberti a nome del capo archeologo Nonofhuno Ndobochani, la revisione della Sahra spiega che il progetto «Avrà un impatto negativo sul senso del luogo nell'area e... rischia di diminuire la qualità del patrimonio che lo specialista archeologico ha detto essere uno dei più unici in Sudafrica. L'agenzia non può approvare eventuali sviluppi che avranno un grande effetto deleterio sul patrimonio di un paesaggio culturale altamente significativo come Thyspunt». La Sahra ha anche chiesto perché non fosse stata consultata durante il procedimento di valutazione del progetto e ha chiesto di essere coinvolta in futuro su tutte le Valutazioni di impatto ambientale per il reattore e per tutti gli impatti possibili, comprese quelli delle linee di distribuzione dell'energia, che finora sono state lasciate fuori dal progetto della centrale.

Kobus Reich, rappresentante del Gamtkwa Khoisan Council si è detto contento perché finalmente l'agenzia archeologica sostiene la posizione del Consiglio: «Thyspunt fa parte di un paesaggio culturale incluso nel patrimonio dei primi anni dell'età della pietra, l'inizio del genere umano, fino alla tarda Età della Pietra. E' praticamente l'ultimo sito del suo genere in Sudafrica. Qui non ci dovrebbero essere sviluppo».

Ma ci sono anche gravissimi problemi più strettamente ambientali e con risvolti economici: Greg Christie, portavoce della Squid Management Industrial Association, spiega che la sua organizzazione imprenditoriale è più preoccupata per il piano della Eskom di fare una discarica in mare per conferirci i 6,37 milioni di metri cubi di sabbia che bisognerà scavare per realizzare il reattore, l'area è infatti importantissima per la riproduzione dei calamari o "chokka" come li chiamano localmente.

Le proteste hanno spinto la National nuclear regulator a organizzare un incontro con la Thyspunt Alliance (nella foto una loro manifestazione), la rete di organizzazioni che si battono contro la centrale nucleare in tutta la regione Kouga.

I pescatori di calamari e gli ambientalisti ritengono «La Valutazione di impatto ambientale (Via) del progetto in relazione alla proposta di un reattore nucleare per la produzione di energia a Thyspunt,  parziale e gravemente insufficiente». Secondo la Squid Management Industrial Association «Se accettata, la relazione potrebbe mettere a rischio almeno 4000 posti di lavoro dare un duro colpo ad un settore che contribuisce annualmente per 500 milioni di rand all'economia locale».

I pescatori di chokka sono infuriati con la Eskom: «Miinimizza gli impatti», in più non sono state coinvolte  le competenze locali, inoltre la Via è stata fatta da Charles Griffiths, del Marine biology research centre  dell'università di Cape Town, che però non è uno specialista di calamari «E quindi tutti gli impatti della centrale nucleare sulla pesca dei calamari non sono stati correttamente valutati o semplicemente sono stati sorvolati», dice Christy. Durante la procedura Via, non è stato nemmeno consultato lo Squid scientific working group" istituito dalla Marina e dal Coastal Management sudafricani.

«Le nostre preoccupazioni riguardano il fatto che non affronta e non trae conclusioni in modo adeguato e corretto sugli effetti di 6,37 milioni di metri cubi di sabbia che dovrà essere pompata da un tubo di deflusso (se il reattore verrà costruito ), a circa 1,5 km in mare». La sabbia e i sedimenti in sospensione dovrebbero essere scaricati in mare dal sito di scavo tramite un tubo di circa 2km con la realizzazione di uno scavo sottomarino largo 27 m. Per Christy  «la costruzione della trincea e il pompaggio dei reflui delle fondamenta renderanno l'intera zona tra Oyster Bay e Seal Bay un deserto subacqueo, con uno strato di 5 - 10 cm di fango sul fondo del mare, che sparirebbe e riapparirebbe secondo le correnti o le onde. Le aree che sono attualmente favorevole per la deposizione delle uova di calamari saranno spazzate via tra Oyster Bay e Seal Bay. Un rapporto fatto di qualche anno fa ha dimostrato il 32,3% delle catture si è verificata in quella zona.

Dopo la fase di costruzione, l'acqua calda, miscelata con acqua salata dall'impianto di dissalazione, verrebbe pompata nel mare, con un aumento della temperatura massima di 3 gradi centigradi. Questo pregiudica la disponibilità di cibo per i calamari causa la conseguente diminuzione del loro numero». Una tragedia per un'area che vive in gran parte di pesca.

Secondo Hilton Thorpe un pedagogista ed attivista anti-nucleare di St Francis Ba, «Questa potrebbe essere la campana a morto per l'industria. La relazione Via del progetto aveva così tante inadeguatezze che un secondo progetto dovrebbe almeno tener conto delle correzioni».

Il portavoce di Eskom nuclear, Tony Stott, minimizza le brutte figure fatte: «Non è sorprendente, in considerazione della portata e la complessità degli studi, che possano richiedere alcuni report di aggiornamento per meglio riflettere la portata e gli esiti degli studi».

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